Concetti Chiave
- Il Fascismo ebbe origine con il Discorso di San Sepolcro nel 1919 e si evolse da un movimento violento a un partito politico, culminando nella Marcia su Roma del 1922, che consolidò il potere di Mussolini.
- Le Leggi Fascistissime del 1925 instaurarono la dittatura fascista in Italia, sopprimendo le libertà civili e politiche, sciogliendo i partiti politici e instaurando una forte censura e repressione degli oppositori.
- I Patti Lateranensi del 1929 tra il regime fascista e la Chiesa cattolica riconobbero il Vaticano come stato sovrano, stabilendo il cattolicesimo come religione di stato e rafforzando la posizione di Mussolini.
- La politica estera fascista oscillava tra la collaborazione con le potenze revisioniste, come Germania e Ungheria, e il mantenimento di relazioni diplomatiche con Francia e Gran Bretagna, culminando nell'espansione coloniale in Etiopia nel 1935.
- Nel 1938 furono emanate le leggi razziali, che discriminavano gli ebrei in Italia, limitando la loro partecipazione in vari settori della società e revocando la cittadinanza agli ebrei stranieri.
Indice
La nascita del fascismo
La classe sociale più danneggiata, dopo la fine della WW1 fu quella della media-piccola borghesia, che oltre a non sentirsi tutelata inizia ad avere paura del socialismo.
Nel 1919 viene pronunciato il Discorso di San Sepolcro, da parte di Benito Mussolini, di corrente ultra-democratica contro la monarchia, il clero e il socialismo.
Lo stesso giorno nascono i Fasci Italiani di Combattimento, per mano di Mussolini (la prima fase del Fascismo, un movimento caratterizzato dalla violenza).
Sempre nel 1919 nasce il Partito Popolare, fondato da Don Luigi Sturzo, a cui si avvicinano sopratutto i contadini.
Dopo una prima fase violenta, la seconda fase prevede la ricerca del consenso della popolazione.
Una prima azione la troviamo nel 1921, quando il Movimento dei Fasci Italiani si trasforma in Partito Nazionale Fascista.
Mussolini adotta questa strategia per dare l’idea all’opinione pubblica di essere in grado di controllare i Fasci e dimostrare il loro rigore e ordine.
Negli stessi anni, il Partito Socialista si scinde in 2 parti, Partito Comunista (l’ala estremista) e Partito Socialista, con il Congresso di Livorno nel 1921.
La marcia su Roma
Nell’ottobre del 1922 avviene la Marcia su Roma (nel mentre, Mussolini non partecipa essendo a Milano).
Fu una manifestazione armata durante la quale le Camicie Nere (membri fascisti) chiesero a re Vittorio Emanuele III la guida politica del Regno d’Italia, in caso contrario le Camicie Nere avrebbero usato la violenza.
Il Re, dopo essersi rifiutato di firmare il decreto sullo stato di assedio e di fermare con l’esercito i rivoltosi (nonostante il consiglio di fermarli dal presidente del consiglio Luigi Facta), affida a Mussolini la funzione di capo del nuovo governo.
Nel 1923 viene emanata la Legge Acerbo per volere di Mussolini, secondo la quale il partito che avesse ricevuto almeno il 25% dei voti alle elezioni avrebbe avuto i 2/3 dei seggi elettorali.
Mussolini prepara il Listone, la lista di candidati per il partito fascista alle elezioni, con una serie di personaggi di rilievo culturale e militare; questo per fare buona impressione e ricevere il maggior consenso dall’opinione multipla.
Nel 1924 ci furono le Elezioni, in un clima di terrore e di brogli elettorali; queste furono vinte dal partito fascista con ca. il 65% dei voti totali.
In seguito a violenze e imbrogli, il politico Giacomo Matteotti decise di denunciare gli accaduti e di conseguenza venne rapito e assassinato da parte dei fascisti; Mussolini in seguito si prese le responsabilità morale e storica dell’accaduto.
Successivamente a ciò, In Parlamento avvenne la Secessione dell’Aventino; come nell’antichità i plebei si ritiravano fisicamente sul colle dell’Aventino per rivendicare i propri diritti, simbolicamente tutti gli altri partiti abbandonarono il parlamento, sperando che l’opinione pubblica si rivoltasse e che il Re togliesse a Mussolini l’incarico di capo del governo, ma tutto ciò risultò inefficace.
Le leggi fascistissime
Nel 1925 nascono le Leggi Fascistissime e con loro si instaura la Dittatura Fascista:
- Soppressione della libertà di stampa, di associazione e di insegnamento;
- Scioglimento di tutti i partiti, tranne il PNF;
- Istituzione del confino di Polizia per gli antifascisti (OVRA, polizia segreta);
- Revoca della cittadinanza per gli emigrati all’Estero;
- Nascita del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato (perseguita oppositori politici);
- Pena di morte;
- Costituzione del Gran Consiglio del Fascismo (può avanzare proposte di legge);
- Legge sulle Associazione Segrete;
- Soppressione delle libertà sindacali (Confindustria, confederazione corporazioni fasciste);
- Divieto di scioperi e serrate;
- Scioglimento dei consigli comunali, con sostituzione dei sindaci coi podestà;
- Capo del governo non più responsabile davanti al parlamento ma solo davanti al Re.
Politica economica fascista
Tra il 1922 e il 1925 la Politica Economica Fascista seguì un orientamento liberista, per poi dare origine al protezionismo [principio di Autarchia, ovvero rendere uno stato autosufficiente nelle importazioni].
Mussolini voleva rendere l’Italia autosufficiente nella produzione del grano (“Guerra del Grano”), risanare le zone paludose e stabilire la Quota 90 (la sterlina valeva 90 lire).
I patti lateranensi
Per la ricerca del consenso, Mussolini formò i Patti Lateranensi (a favore della chiesa):
> Trattato (di carattere politico):
- Nella città del Vaticano doveva essere riconosciuto lo stato autonomo, con sovranità sul proprio territorio;
- il cattolicesimo doveva essere la religione di Stato (stato confessionale).
- Risarcimento di 750M di lire alla chiesa;
- esenzione da tasse e dazi per le merci importate;
- 1.750.000.000 di lire risarciti in titoli di stato.
- riconoscenza della valenza civile del matrimonio religioso (no leggi contro il matrimonio, es. no divorzio);
- possibilità di insegnamento della religione cattolica nelle scuole;
- sedi cattoliche mantenute operative.
- ideologia comune;
- leader carismatico;
- eliminazione degli avversari politici;
- individuazione di un nemico comune;
- dirigismo economico [di Destra (le aziende rimangono proprietarie), di Sinistra (lo Stato é l’unico imprenditore)];
- propaganda e uso dei mass media
Definiamo il Fascismo un totalitarismo imperfetto perché:
- non si liberò mai completamente degli avversari politici;
- presenza del Re in Italia (Doppio Potere);
- masse operaie, così come la Chiesa, non diedero mai un appoggio ufficiale al PNF.
Nel 1929 il Fascismo raggiunse 2 significativi obiettivi politici:
- 11 Febbraio, Santa Sede e Governo firmarono i Patti Lateranensi;
- concessione alla chiesa di libertà di culto.
In questo modo, Mussolini riuscì a consolidare il suo prestigio interno e internazionale.
Il 24 Marzo 1929 ci furono le elezioni per eleggere la nuova Camera Fascista (fu successivamente abolita, dal 1939, la consultazione elettorale e tutti gli organi di rappresentanza furono eletti dall’alto).
Pur nelle sue pretese totalitarie, quello di Mussolini poteva considerarsi una sorta di totalitarismo imperfetto.
Il regime non riuscì a stabilire un controllo completo sulla società italiana, perché era rimasta intatta sia l’autorità della monarchia che quella della chiesa.
Relazioni internazionali e militarizzazione
Una prima fase fu quella dedicata a relazioni amichevoli con l’Inghilterra, insieme al tentativo di avvicinamento alla Francia, dal quale scaturì una serie di accordi diplomatici:
- Il Patto di Roma; (riconoscimento Iugoslavia in cambio della concessione di Fiume all’Italia)
- Il riconoscimento dell’URSS;
- l’adesione al Patto di Locarno; (garantire intangibilità della frontiera franco-tedesca)
- adesione al Patto Briand-Kellog. (nazioni aderenti si impegnavano a bandire la guerra dalle relazioni internazionali)
Nel 1932 Mussolini assunse la carica di Ministro degli Esteri.
Gli effetti della Crisi del ‘29 furono elementi determinanti per avviare nel sistema internazionale la scelta di una politica di militarizzazione e di preparazione alla guerra, giudicata come unica in grado di risollevare gli apparati industriali.
Per l’Italia fascista questo significò schierarsi con gli stati revisionisti, ovvero Germania, Ungheria, Bulgaria, che si ritenevano ingiustamente danneggiate dai Trattati di Versailles.
Sul fronte opposto si collocavano, a favore della stabilità del sistema internazionale, la Francia, la Gran Bretagna e gli stati nati in seguito a quei trattati (Iugoslavia, Cecoslovacchia, Polonia).
La posizione che scelse di adottare Mussolini oscillò sempre tra il consenso degli stati revisionisti e l’esigenza di non contrapporsi rigidamente alla Francia e alla Gran Bretagna.
Il 7 Giugno 1933 grazie all’intervento italiano venne firmato, tra Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, il patto a quattro; tuttavia, fu accettato solamente come semplice patto di consultazione; da ciò Mussolini potè accreditarsi il ruolo di mediatore.
Nel 1935 Italia, Inghilterra e Francia si incontrarono a Stresa per discutere del riarmo tedesco.
Fu quella l’occasione per Mussolini di ottenere il via libera dalla Francia per l’aggressione all’Etiopia.
L'espansione coloniale italiana
Mussolini voleva costituire un’impero attraverso l’espansione coloniale, per rafforzare il prestigio militare italiano, per la ricerca di materie prime, di sbocchi per i prodotti e per avviare importanti flussi migratori verso nuove colonie.
Il 3 Ottobre 1935 si scatenò l’attacco sulla frontiera tra Eritrea ed Etiopia, con al comando delle truppe italiane il comandante Badoglio.
Per quanto nettamente meglio attrezzati, gli italiani stentavano ad avanzare; la vittoria, dopo vari stenti, avvenne grazie all’aviazione e ai gas.
Il 10 Ottobre 1935 la società delle nazioni condannò l’aggressione italiana, imponendole sanzioni economiche.
Mussolini si dichiarò fondatore dell’impero di Etiopia, e la stessa unita all’Etiopia e all’Eritrea formarono l’Africa Orientale Italiana, con Vittorio Emanuele III come imperatore.
Vi fu un riavvicinamento tra Italia e Germania, in occasione della guerra di Etiopia, durante la quale la Germania non condannò l’iniziativa italiana, con la quale rafforzò il commercio.
Questo appoggio fu ricambiato dall’Italia con la sua opposizione a qualsiasi misura punitiva contro la Germania, la quale reintrodusse nel 1936 le proprie truppe nella Renania smilitarizzata (in violazione del trattato di Versailles).
L'asse Roma-Berlino
Il 24 Ottobre 1936 nacque l’asse Roma-Berlino, in cui le 2 potenze si impegnavano a collaborare nella lotta contro il bolscevismo e a intervenire a sostegno dei militari spagnoli (Guerra di Spagna).
Nel 1937 l’Italia aderì al Patto anticomintern, un’alleanza tra Italia, Germania e Giappone, per contrastare l’azione comunista dell’Unione Sovietica.
Nel 1938 l’Italia smette di proteggere l’Australia e la Germania invade l’Austria.
Le leggi razziali
Nel 1938 fu approvata dal Gran Consiglio del Fascismo la “Dichiarazione della Razza”, ovvero una serie di provvedimenti per la difesa della razza italiana.
Ai cittadini ebrei venne proibito loro l’insegnamento nelle scuole, inoltre non potevano essere proprietari o gestori di titoli di aziende. Ci furono limitazioni riguardo i possedimenti terrieri, furono espulsi dalle istituzioni sportive, con le loro opere che non potevano essere pubblicate (furono ritirate quelle già in commercio).
Fu sancito il divieto per gli ebrei di impiegare domestici ariani (per evitare coppie “non pure”, contro la legge appunto), gli ebrei stranieri vennero espulsi e agli ebrei italiani venne tolta la cittadinanza.
Domande da interrogazione
- Quali furono le fasi principali dell'ascesa del Fascismo in Italia?
- Quali furono le principali caratteristiche del regime totalitario fascista?
- Come si sviluppò la politica estera italiana sotto il regime fascista?
- Quali furono le conseguenze delle leggi razziali approvate nel 1938?
- Quali furono gli obiettivi dei Patti Lateranensi del 1929?
L'ascesa del Fascismo in Italia iniziò con la fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento nel 1919, seguita dalla trasformazione in Partito Nazionale Fascista nel 1921. La Marcia su Roma nel 1922 portò Mussolini al potere, e nel 1925 furono introdotte le Leggi Fascistissime che instaurarono la dittatura.
Il regime fascista era caratterizzato da un'ideologia comune, un leader carismatico, l'eliminazione degli avversari politici, la propaganda, e un dirigismo economico. Tuttavia, è considerato un totalitarismo imperfetto poiché non riuscì a eliminare completamente gli avversari politici e mantenne la presenza del Re e della Chiesa.
La politica estera italiana inizialmente cercò relazioni amichevoli con Inghilterra e Francia, ma si avvicinò progressivamente alla Germania. Questo culminò con la firma dell'asse Roma-Berlino nel 1936 e l'adesione al Patto anticomintern nel 1937.
Le leggi razziali del 1938 portarono alla discriminazione degli ebrei, proibendo loro l'insegnamento, la gestione di aziende, e la proprietà terriera. Furono espulsi dalle istituzioni sportive e le loro opere furono ritirate dal commercio. Gli ebrei stranieri furono espulsi e quelli italiani persero la cittadinanza.
I Patti Lateranensi del 1929 miravano a consolidare il prestigio di Mussolini, riconoscendo la sovranità della Città del Vaticano e stabilendo il cattolicesimo come religione di Stato. Inoltre, garantirono alla Chiesa libertà di culto e insegnamento nelle scuole.