Concetti Chiave
- Il 1921 segna la fondazione del Partito Comunista Italiano da parte della fazione comunista del Partito Socialista, con Alberto Gramsci e Palmiro Togliatti come leader, in stretta connessione con le idee di Lenin.
- Benito Mussolini, inizialmente socialista, si evolve in un leader fascista, fondando i Fasci italiani di combattimento nel 1919, e successivamente il Partito Nazionale Fascista, con l'obiettivo di instaurare un regime autoritario.
- La Marcia su Roma nel 1922 consente a Mussolini di acquisire il potere, diventando Presidente del Consiglio grazie al supporto del re Vittorio Emanuele III, e iniziando la trasformazione dell'Italia in uno stato fascista.
- Le Leggi Fascistissime del 1926 consolidano il regime di Mussolini, attribuendogli poteri straordinari, abolendo partiti politici e sindacati, e instaurando un sistema di propaganda e repressione contro gli oppositori.
- I Patti Lateranensi del 1929 risolvono la Questione Romana, riconciliando lo Stato italiano con la Chiesa cattolica e promuovendo il cattolicesimo a religione di Stato, rafforzando ulteriormente il regime di Mussolini.
Indice
- Il milite ignoto e il ruolo delle donne
- Proteste e tensioni sociali
- La borghesia e il biennio rosso
- Elezioni e partiti del dopoguerra
- La nascita del Partito Comunista Italiano
- D'Annunzio e la questione di Fiume
- L'ascesa di Mussolini e il fascismo
- Le prime azioni fasciste e la reazione di Giolitti
- La marcia su Roma e l'ascesa al potere
- Il consolidamento del regime fascista
- L'assassinio di Matteotti e la secessione dell'Aventino
- Le leggi fascistissime e la repressione
- Repressioni antifasciste e il ruolo della borghesia
- I Patti Lateranensi e la politica economica
- L'autarchia e le sue conseguenze
- L'espansione coloniale e l'alleanza con la Germania
Il milite ignoto e il ruolo delle donne
Il 1921 in onore del terzo anniversario della vittoria, la salma del milite ignoto viene tumulata nel monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Venezia a Roma, a simboleggiare i caduti: “Altare della patria”.
Durante la guerra le donne sostituiscono gli uomini in campi e fabbriche, in contrapposizione al divieto in alcune regioni, persino di andare a fare la spesa.
L’esigenza di imparare a leggere e scrivere raddoppiò l’emigrazione e diminuì l’analfabetizzazione.
Nacque inoltre la prima lingua italiana popolare comune da una mescolanza di dialetti.
Proteste e tensioni sociali
1917 proteste di massa delle donne + uomini (1918)
→ vengono considerate tradimento = fucilazione
società senza classi, proprietà privata e guerre (pensiero marxista)
Partiti di massa vincono le elezioni (biennio rosso)
La borghesia e il biennio rosso
La classe medio-borghese non può permettersi il lusso dei ricchi ma allo stesso tempo non vuole confondersi con il proletariato -detto popolino- e teme di perdere il potere a causa di una rivoluzione e dei pescecani.
n.b. pescecani = coloro che si erano arricchiti illecitamente durante la guerra e vivevano nel lusso
La borghesia ammira l’aristocrazia ma odia il capitalismo quanto il proletariato.
Elezioni e partiti del dopoguerra
1919 vengono indette le prime elezioni del primo dopoguerra con un grande successo del partito socialista e del nuovo partito popolare fondato da Don Luigi Sturzo.
n.b. è un partito cattolico, il che comporta l’eliminazione del divieto di partecipazione alla vita politica ai fedeli cattolici (1870).
Inizia il biennio rosso tra il 1919 e il 1920.
I contadini e gli operai sono accorpati in Leghe rosse e organizzano scioperi e occupazioni di terre incolte per ottenere dei terreni collettivi.
Gli imprenditori risposero con le serrate chiedendo all’esercito di intervenire, ma Giolitti, mantenendo la calma, convoca i rappresentanti di entrambe le parti.
Grazie alla paura dei padroni, gli operai riuscirono ad ottenere degli aumenti salariali e l'orario di lavoro da 8h.
La nascita del Partito Comunista Italiano
Nel 1921 la parte comunista del partito socialista fondò il Partito Comunista Italiano a stretto contatto con Lenin, con a capo Alberto Gramsci e Palmiro Togliatti.
D'Annunzio e la questione di Fiume
Mentre le destre si spaccavano, le destre avevano due punti saldi:
vendicare la vittoria mutilata → D’Annunzio - poeta/soldato
occupazione di Fiume per impedirne il passaggio alla Iugoslavia (secondo i Trattati di pace)
1920 Trattato di Rapallo = Iugoslavia rinuncia al possesso di fiume che diventa una città libera; D’Annunzio non vuole arrendersi, ma viene costretto alla resa dall’esercito italiano
1925 Trattato di Roma = Fiume annessa all’Italia
Stroncare la potenza bolscevica (socialista) → fasci di combattimento e spedizioni punitive
(trampolino di lancio per le idee di Mussolini)
L'ascesa di Mussolini e il fascismo
Benito Mussolini, di origine romagnola, nasce politicamente socialista, ma abbandona il partito nel 1914 quando da neutralista diventa interventista.
Una delle sue caratteristiche principali è proprio trasformarsi in quello di cui necessita al momento → il più incredibile trasformista della storia.
Le prime azioni fasciste e la reazione di Giolitti
Durante il biennio rosso dirigeva un giornale finanziato dagli industriali “il popolo d’Italia” da cui otteneva molti lettori/sostenitori; sotto il punto di vista politico capì che sarebbe stato necessario andare contro gli scioperanti per ottenere sostegno dai capitalisti, non curandosi della polizia che a prescindere non condivideva la tolleranza del governo.
1919 Fasci italiani di combattimento: organizzazione paramilitare con manganelli e pugnali.
Indossano la camicia nera come divisa e sono organizzati in squadracce (squadre d’azione) con due parole d’ordine: Nazionalismo e antisocialismo; il resto del programma era fortemente contraddittorio, proprio come lui, difatti il fascismo si formò cammin facendo adeguandosi alle situazioni con il solo obiettivo di impadronirsi di ogni potere a qualsiasi prezzo.
n.b. fascio = usato nell’Ottocento da gruppi di lavoratori e riferibile ai fasci littori che nell’antica Roma rappresentavano il potere dato dall’unione del popolo con un gruppo di bastoni e il potere di vita e morte con l’ascia. e
Durante le prime elezioni vinte dai socialisti (1919) ottennero pochi sostenitori e molti pensavano sarebbe stato solo un periodo di passaggio.
I gerarchi e tutti i fascisti sognavano in una rivoluzione che avrebbe rovesciato il regime parlamentare liberale, eliminato la monarchia e dato vita alla repubblica, abbattuto il capitalismo, eliminato il potere dei preti e creato un uomo nuovo con un cuore pronto alla guerra.
1920 nacque uno scontro a fuoco durante l’interruzione di una manifestazione socialista a Bologna e i fascisti ne approfittarono per far partire delle spedizioni punitive contro le Leghe rosse.
I fatti di Palazzo d’Accursio (municipio di Bologna) segnano l’inizio del fascismo.
Da quel momento in poi Mussolini offre i suoi servizi a agrari e industriali per contrastare il popolino, ottenendo enormi quantità di denaro in cambio.
Le vittime venivano picchiate a sangue e costrette a bere intere bottiglie di olio di ricino.
Merito/colpa anche di Giolitti dell’enorme successo dei fasci, poiché li condannò solo a parole e minimizzò la pericolosità delle squadracce, oltre alla crescente simpatia dell’opinione pubblica.
I fascisti partecipano alle nuove elezioni del 1921 ed entrano in Parlamento con 35 deputati, Mussolini compreso; in realtà non avevano un proprio partito ma confluivano nei liberali: Giolitti sperava così di eliminare la violenza e immischiarli nelle “manovre di palazzo”.
La speranza è stata vana, difatti poco dopo Giolitti cadde e Mussolini fondò il Partito Nazionale Fascista.
La marcia su Roma e l'ascesa al potere
Mussolini, convinto dell’appoggio di Vittorio Emanuele III aspetta soltanto l’occasione per rafforzare il rapporto e la posizione: il 1° agosto 1922, quando la Cgl proclama un altro sciopero generale, interviene a sostegno dei borghesi.
Seguendo l’onda del successo, effettua la Marcia su Roma: occupazione della capitale per farsi affidare il governo dal re.
Il “capo” rimase ad aspettare a Milano mentre 30.000 fascisti divisi in quattro colonne compivano le sue volontà.
L’esercito provò a fermare le camicie nere ma il re inviò l’ordine di ritirarsi, quindi entrarono in città senza nessun problema e il 30 ottobre Vittorio Emanuele III proclamò Mussolini presidente del consiglio; pochi giorni dopo ottenne anche il sostegno del Parlamento con voti contrastanti solo da parte dei socialisti che votarono a favore di Giolitti.
Il consolidamento del regime fascista
Diventando presidente del Consiglio prese dei provvedimenti che miravano alla trasformazione in Stato autoritario riducendo il numero dei ministri, istituendo il gran consiglio del fascismo che si sostituì al governo generale con il compito di studiare le modifiche da apportare allo statuto albertino a favore del regime fascista. Diede inoltre una ufficialità alle squadracce chiamandole “milizia” e sostenendo che fossero dei corpi militari alle sue dipendenze.
Fondò la ceka che aspirava a diventare una polizia politica segreta così come in russia, ma per il momento era solo una squadraccia molto violenta.
Modificò anche la legge elettorale per avvantaggiare il partito fascista e iniziò a farsi chiamare duce, nonché capo.
n.b. numero di ministri ridotti per liberarsi dei fedeli della democrazia, non per snellire la burocrazia e risparmiare come si pensava.
L'assassinio di Matteotti e la secessione dell'Aventino
Nel 1924 ci furono delle nuove elezioni e il fascismo ottenne il 65% dei voti con dei metodi irregolari.
Queste modalità vennero scoperte e denunciate da Giacomo Matteotti durante un discorso in Parlamento. Pochi giorni dopo l’uomo sparì e dopo due mesi fu ritrovato il suo cadavere fuori Roma con vivi segni di bastonate che ne causarono la morte.
Il mandante era, ovviamente, Mussolini e la motivazione più grande per correre questo pericolo era un’altra denuncia che Matteotti si preparava a fare: una tangente miliardaria incassata dal fratello del duce in cambio della cessione del monopolio per la ricerca di petrolio in Italia da un’azienda petrolifera americana.
Questi fatti che incastrano Mussolini sono provati da alcuni documenti, anch’essi eliminati come l'uomo che voleva smascherarli.
I partiti erano infuriati ma alla fine non fecero nulla e si limitarono ad abbandonare il Parlamente, dandola vinta al duce. → secessione dell’Aventino
Si pensava che almeno in questa occasione sarebbe intervenuto il re, ma così non fu.
Il vero problema è stato che senza opposizione il sistema parlamentare non può funzionare, quindi le porte di Montecitorio vennero chiuse.
Qualche settimana dopo sostenne un discorso in cui ammette la responsabilità morale, politica e storica del delitto (“se il fascismo è stato un’associazione a delinquere io ne sono il capo”).
In seguito con una serie di atti legislativi annullò tutti i poteri del Parlamento senza proteste: l’assassinio di Matteotti corrispone alla definitiva sconfitta della democrazia e dell’estrema sinistra.
Le leggi fascistissime e la repressione
Una volta certo di poter abbandonare ogni prudenza Mussolini iniziò a costruire il regime (1926 con le Leggi fascistissime).
poteri straordinari a se stesso in quanto capo del governo
→ oltre al potere esecutivo che aveva costituzionalmente, si aggiudicò quello legislativo ed esecutivo che spettavano reciprocamente a parlamento e magistratura.
abolisce tutti i partiti (tranne quello fascista)
obbliga tutti gli italiani ad iscriversi al partito e ad esibire la tessera
identifica lo Stato con il Partito Fascista
→ ogni lavoratore doveva giurare fedeltà al fascio con la tessera
scioglie i sindacati e li sostituì con le corporazioni
scioglie associazioni libere e private per poi rifondarle in appendici dello Stato come mezzo di propaganda
definisce antifascisti tutti i suoi oppositori e ne ordinò il confino/pena di morte/carcere
trasforma la Ceka in Ovra
→ polizia politica autorizzata a perquisizioni, arresti e torture senza ordini
abolisce la libertà di stampa trasformando gli strumenti di informazione in propaganda
n.b. il regime indica un governo che si impadronisce di tutto il potere impedendo la democrazia
n.b. le corporazioni sono uniche associazioni di lavoratori e datori (no sciopero)
Repressioni antifasciste e il ruolo della borghesia
Repressioni antifasciste
Gli antifascisti furono colpiti da una serie di arresti: alcuni furono i comunisti Antonio Gramsci e Giancarlo Pajetta; con loro anche socialisti, liberali e omosessuali.
Alcuni come Gaetano Salvemini (economista), Sandro Pertini (presidente della Repubblica 1978/85) e Palmiro Togliatti (tra i fondatori del PCI) riuscirono a scappare all’estero.
La vita al confino era priva di ogni cosa e persino comunicare per posta era vietato.
Per quanto riguarda l’esilio gli antifascisti trovavano lavoro come manovali e conducevano una vita piena di stenti.
A questo punto persino la borghesia cominciava a stancarsi di comportamenti del duce, quindi Mussolini decise di smantellare i fasci di combattimento: “Mussolini il duce” non vuole più avere niente a che fare con “Mussolini il capo dei fasci”.
I Patti Lateranensi e la politica economica
Uno dei successi politici più grandi sono i Patti lateranensi del 1929 (Concordato) stipulati con la Chiesa.
Il duce risolse così uno dei problemi che l’Italia si trascinava dal 1871, quando Roma era stata fatta capitale del regno con la Breccia di Porta Pia.
Pur di avere il sostegno del clero, accettò il carattere laico dello Stato e la rinuncia alla parità di tutte le religioni con conseguente promozione del cattolicesimo a religione di Stato.
L’insegnamento diventa obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado.
L'autarchia e le sue conseguenze
Politica economica autarchica di Mussolini
Il duce ottenne nel 1925 la rateizzazione in 25 anni dei pagamenti dei debiti di guerra.
Invece la Battaglia del grano basata sull’idea che un popolo che ha pane per sfamarsi è completamente autonomo; fece eliminare le colture specializzate di frutta, vigneti e oliveti per mettere a coltura il grano, ma in questo modo ha eliminato l’esportazione all’estero.
Il vero flop fu determinato dal fatto che l’italia non ha terreni da poter destinare a questo tipo di coltura, quindi fu necessaria una campagna di bonifica delle paludi pontine nel Lazio e nella valle del Volturno in Molise.
Non ebbe nessun effetto neanche il suo desiderio di trasformare il capitalismo in corporativismo.
→ il fascismo così cercava una via tra il capitalismo che poneva al centro l’individualità e il socialismo marxista con la lotta di classe e scioperi.
L’autarchia trasformò il consumo di caffè e suole di cuoio in orzo e suole di sughero, stoffe di ortica invece della lana, pellicce di gatto al posto di visone.
Per aiutare lo Stato le donne cedettero addirittura il proprio oro.
L'espansione coloniale e l'alleanza con la Germania
A fine anni venti in seguito ad un calo del consenso nei confronti dell’incapacità dei gerarchi.
Fu quindi il momento di tornare alle origini della nascita del fascismo: guerra e impero coloniale.
Nel 1932 inizia a rivendicare la supremazia italiana sul Mediterraneo e a definirlo come “mare nostrum”.
Tre anni dopo invase l’Etiopia: vendetta per la sconfitta a fine Ottocento sotto il governo Crispi.
La società delle nazioni, ovviamente, non reagì bene e punì lo Stato bloccando i rifornimenti di materiale bellico e altri generi minori.
n.b. tra i materiali vietati non rientra il petrolio, quindi in sostanza non vennero arrecati danni economici, invece questo permise la coalizione del popolo contro le inique sanzioni e di organizzare una campagna patriottica e militaresca
La guerra in Etiopia durò un anno dal 1935 e si concluse con la sconfitta del negus (imperatore) Hailé Selassié.
Vennero lanciati gas e lanciafiamme sulla popolazione, oltre al bombardamento degli ospedali da campo.
Nel 1936 viene proclamata la nascita dell’Impero coloniale Italiano con Vittorio Emanuele III imperatore.
Mussolini all’apice della sua popolarità, inizia il percorso della sua rovina: isolato dai democratici si allea con la Germania guidata da Hitler.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del "Milite ignoto" nel contesto storico italiano?
- Come si è sviluppato il Partito Comunista Italiano (PCI) e chi erano i suoi leader principali?
- Quali furono le circostanze e le conseguenze dell'assassinio di Giacomo Matteotti?
- Cosa rappresentano le "Leggi fascistissime" e quali furono i loro effetti sul sistema politico italiano?
- Qual è stato l'impatto dei Patti Lateranensi del 1929 sulla relazione tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica?
Il "Milite ignoto" simboleggia i caduti della Prima Guerra Mondiale, con la sua salma tumulata nel monumento a Vittorio Emanuele a Roma nel 1921, in onore del terzo anniversario della vittoria.
Il PCI è stato fondato nel 1921 dalla parte comunista del Partito Socialista, in stretto contatto con Lenin, con Alberto Gramsci e Palmiro Togliatti come leader principali.
Giacomo Matteotti fu assassinato nel 1924 dopo aver denunciato le irregolarità elettorali del fascismo. Il suo omicidio, ordinato da Mussolini, portò alla secessione dell'Aventino e alla definitiva sconfitta della democrazia in Italia.
Le "Leggi fascistissime" del 1926 consolidarono il potere di Mussolini, abolendo tutti i partiti tranne quello fascista, sciogliendo i sindacati e trasformando l'Italia in uno stato autoritario.
I Patti Lateranensi risolsero il conflitto tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, promuovendo il cattolicesimo a religione di Stato e rendendo l'insegnamento religioso obbligatorio nelle scuole.