Concetti Chiave
- La Marcia su Roma del 1921 segnò l'inizio del potere fascista in Italia, con Mussolini incaricato di formare un nuovo governo.
- Mussolini perseguì politiche economiche aggressive per sostenere investimenti, tassare contadini, e controllare la spesa pubblica.
- Il Partito Nazionale Fascista e il Gran Consiglio del Fascismo furono istituiti per consolidare il potere di Mussolini e svuotare la funzione parlamentare.
- La Legge Acerbo del 1923 fu creata per favorire i fascisti nelle elezioni, culminando nelle elezioni truccate del 1924.
- Nel 1925, Mussolini dichiarò apertamente la dittatura fascista, assumendosi la responsabilità della Marcia su Roma e implementando politiche economiche come la "Quota 90".
Indice
La marcia su Roma e il nuovo governo
16 Ottobre 1921: Marcia su Roma guidata da Balbo, Bono, De Vecchi e Bianchi.
28 Ottobre 1921: Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini il compito di formare un nuovo governo composto da liberali conservatori, popolari cattolici e indipendenti.
Le riforme economiche di Mussolini
Nei primi anni del suo governo è impegnato nella lotta economica perché voleva accumulare capitali, sostenere gli investimenti, tassare i contadini, mettere le imposte dirette sui beni di consumo, defiscalizzare la borsa, controllare la spesa pubblica e maggiori prestiti per agevolare gli investimenti.
Nascita del Partito nazionale fascista
21 Novembre 1921: nacque il Partito nazionale fascista e Mussolini creò il Gran Consiglio del Fascismo che svuota la funzione parlamentare e la milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
La legge Acerbo e le elezioni farsa
1923: Mussolini creò la "Legge Acerbo" che faviriva i fascisti alle elezioni.
1924: "elezioni farsa" create da brogli elettorali che furono denunciati da Giacomo Matteotti ucciso il 10 Giugno 1924.
L'inizio della dittatura fascista
3 Gennaio 1925: Mussolini fa capire che non si può essere contrari al regime e s'assume la responsabilità della Marcia su Roma: è il battesimo della dittatura fascista. (Alfredo Rocco e Giovanni Gentile videro nel fascismo la realizzazione dello stato etico hegeliano.
Inoltre fu valutata la lira con la famosa "Quota 90" poiché una moneta svalutata agevolava le esportazioni e favoriva l'inflazione che non permetteva la riduzione dei salari.