Concetti Chiave
- La Russia era politicamente arretrata, governata da un monarca assoluto senza un vero sistema parlamentare, e economicamente debole, con un'industria concentrata in poche aree.
- La Rivoluzione di Febbraio del 1917 portò alla nascita di un governo provvisorio e dei soviet, segnando la fine del potere zarista e l'inizio di un dualismo politico.
- Lenin, leader dei bolscevichi, propose una rivoluzione socialista immediata, opposta alla fase borghese, promuovendo le "tesi di aprile" per una pace con la Germania e potere ai soviet.
- La Rivoluzione d'Ottobre del 1917 consolidò il potere bolscevico, portando alla creazione di un governo rivoluzionario e alla nazionalizzazione della terra, seguita da riforme sociali radicali.
- Il comunismo di guerra durante la guerra civile fece fronte a crisi alimentari e opposizione interna, portando alla NEP nel 1921, che reintrodusse elementi di economia di mercato per stabilizzare il paese.
Indice
- L'impero russo e la sua debolezza
- La rivoluzione di febbraio 1917
- Il governo provvisorio e i soviet
- Menscevichi e bolscevichi
- Lenin e le tesi di aprile
- L'imperialismo e la guerra mondiale
- La rivoluzione d'ottobre 1917
- Dittatura del proletariato
- Il comunismo e la dittatura del proletariato
- La pace di Brest Litovsk
- La guerra civile e l'antisemitismo
- Il comunismo di guerra e la NEP
- La rivolta di Kronstadt
L'impero russo e la sua debolezza
Il vasto impero russo che per appoggiare la Serbia aveva accettato nel 1914 di entrate in conflitto con Austria ungheria e Germania,era solo in apparenza una grande potenza. In campo politico era ancora fermo al 15 secolo dato che il paese era governato da un monarca assoluto che riteneva di aver ricevuto da Dio il suo potere. In Russia,non vi era nemmeno quella debole e imperfetta forma di sistema parlamentare che esisteva nel Reich tedesco e nell’impero asburgico. Nel 1905,dopo la rivoluzione seguita alla sconfitta della Russia nella guerra col Giappone,era stata istituita una Camera dei deputati,la Duma,dotata di poteri di controllo sull’operato del sovrano e sulla politica del governo; tale organismo veniva scavalcato dall’imperatore che concentrava in se ogni autorità e poteva prendere qualsiasi decisione senza limitazioni. Anche sotto il profilo economico,agricolo era arretrata (tecniche di lavorazione e nelle strutture sociali di base). L’industria si era sviluppata a partire degli ultimi anni dell’800 grazie a capitali francesi,belgi,tedeschi e inglesi. Le industrie erano concentrare in poche zone particolari e nelle grandi città,prima fra tutte la capitale San Pietroburgo che all’inizio del conflitto mutò il proprio nome troppo tedesco in quello piu slavo di Pietrogrado. La disciplina all’interno delle fabbriche era ferrea: vietati sindacati,scioperi sciolti con forza.
La rivoluzione di febbraio 1917
Il conflitto mondiale mise alle corde la struttura economica russa. All’inizio del 1917 dopo che l’esercito zarista aveva cumulato una serie di sconfitte e i disertori erano elevati numericamente. A Pietrogrado il 23 febbraio si ebbero le prime manifestazioni,col pretesto di festeggiare la festa della donna. L’iniziativa parti dalla operaie degli stabilimenti tessili,ma subito si mobilitarono anche i soldati delle grandi officine metallurgiche Putilov. I dirigenti di questa azienda minacciarono la serrata,la chiusura della fabbrica e il licenziamento per coloro che non avrebbero ripreso subito il lavoro. Il risultato fu un ulteriore allargamento della protesta: il 24 e 25 febbraio (ovvero 9 e 10 marzo) per solidarietà tutta la città fu bloccata da un gigantesco sciopero generale. Le autorità fecero ricorso all’esercito in modo da disperdere con le armi tutti i cortei degli scioperanti; questa volta tuttavia i soldati si rifiutarono di sparare sulla folla e solidarizzarono con gli operai (27 febbraio ovvero 12 marzo). Lo zar Nicola II Romanov che si trovava sul fronte per dirigere le azioni militari,tento di far affluire sulla capitale truppe fedeli ma i ferrovieri il 28 febbraio (13 marzo) si rifiutarono di collaborare e il giorno seguente nacque a Pietrogrado un governo provvisorio che ottenne l’abdicazione dello zar il 2 marzo ovvero il 15. Sul piano politico Nicola II non riusci mai a liberarsi del principio secondo il quale il potere gli derivava direttamente da Dio e a concepire l’idea di dover dividere una parte del suo potere con un Parlamento,o concedere ai sudditi la libertà di parola,associazione,stampa. Dal 1907la famiglia reale cadde sotto l’influenza di un abile monaco,Rasputin che si presentava come uomo di Dio dotato di poteri taumaturgici con cui avrebbe fatto guarire Alessio,il figlio dello zar malato di emofilia per cui all’epoca non vi era alcuna cura. Durante la guerra,l’influsso di Rasputin si fece forte,al punto che due aristocratici lo uccisero nel dicembre del 1916. Arrestato dopo la rivoluzione fu trasferito in Siberia e ucciso nel luglio del 18.
Il governo provvisorio e i soviet
I soviet il governo provvisorio era stato espresso dalla Duma,il debole parlamento fino ad allora imbavagliato dallo zar; in quella sede,il gruppo politico prevalente era quello dei liberali moderati (chiamati cadetti dalle iniziali del nome ufficiale del loro partito Costituzionali democratici). Fuori dalla Duma tra operai e soldati erano subito sorti degli organi di autogoverno detti soviet o consigli. Si trattava di un’istituzione nata per la prima volta durante la rivoluzione del 1905 scoppiata a seguito della clamorosa sconfitta subita dall’impero russo nella guerra col Giappone. Per ogni fabbrica e reggimento veniva eletto un numero di delegati che concorrevano a formare il soviet cittadino,consiglio che poteva essere considerato espressione della volontà popolare,dotato di poteri decisionali. Con la rivoluzione di febbraio la Russia pose termine al Medioevo. Il potere assoluto dello zar era stato spazzato via e la repubblica dopo secoli di autocrazia per diritto divino,l’aveva sostituito. Il problema che si pose ai protagonisti divenne quello dell’indirizzo da dare al nuovo stato,al processo rivoluzionario appena innescato. Si trattava da decidere se la rivoluzione si dovesse ritenere conclusa o appena iniziata. La risposta fu data nella primavera nel 1917,esistendo un dualismo di poteri: all’autorità ufficiale del governo provvisorio si contrapponeva quella dei soviet. La sorte della rivoluzione sarebbero stati decisi dalla capacità di uno dei due di sottomettere l’altro.
Menscevichi e bolscevichi
Menscevichi e bolscevichi Parve che la questione del potere dovesse essere risolta a vantaggio del governo provvisorio,che la rivoluzione si dovesse limitare all’abolizione dell’assolutismo e concedere i diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino. Erano orientati verso tale posizione anche gli esponenti del marxismo russo che in coerenza con l’impostazione data al problema della rivoluzione dell’autore del Capitale,ritenevano impossibile instaurare il socialismo in una situazione in cui l’ottanta per cento della popolazione era composta da contadini. Secondo il marxismo ortodosso non si poteva saltare la fase borghese e capitalistica della storia (caratterizzata dalla democrazia e dall’industrializzazione passando dall’assolutismo e feudalismo al socialismo. Il partito socialdemocratico russo di ispirazione marxista e membro della seconda internazionale era diviso in due correnti. A fronte di una tendenza risultata minoritaria,e per questo chiamata menscevica stava la corrente di maggioranza,detta bolscevica. Mentre i menscevichi incarnavano il marxista ortodosso,i bolscevichi erano disponibili a soluzioni rivoluzionarie. LA spaccatura era nata a proposito della struttura da dare al partito.
Lenin e le tesi di aprile
A capo della corrente bolscevica stava Lenin. Al momento dello scoppio della rivoluzione di febbraio,Lenin,che si trovava in esilio a Zurigo,con mossa ardita si accordò con le autorità militari tedesche consapevoli del fatto che la presenza in Russia di un prestigioso leader rivoluzionario non poteva che accrescere il disordine interno eliminare l’efficienza bellica della neonata repubblica. Pertanto concessero a Lenin il permesso di attraversare in treno il territorio tedesco,per poter fare ritorno in patria. Lenin arrivò a Pietrogrado il 3 aprile (16) del 12917; il giorno seguente,scandalizzò tutti i marxisti russi proclamando la sua intenzione di forzare i tempi,in modo che la rivoluzione passasse il piu rapidamente possibile dalla fase borghese alla proletaria. Le sue direttive politiche furono condensate nelle tesi di aprile,documento breve di 10 punti. Il leader insisteva sul fatto che occorreva giungere il piu in fretta possibile a una pace superata della Russia con la Germania: al contrario,il governo provvisorio (presieduto nella primavera dal 1917 dal principe Lvov e fino a novembre dal socialista moderato Kerenskij) si era impegnato con le potenze dell’intesa a non uscire dal conflitto. Per sostenere la sua posizione,il governo insisteva sul fatto che la sconfitta militare avrebbe travolto tutte le conquiste della rivoluzione.
L'imperialismo e la guerra mondiale
A questa tesi del difensivismo rivoluzionario Lenin opponeva un’interpretazione tutta negativa del ruolo storico del conflitto,considerato sbocco inevitabile delle contraddizioni del capitalismo. Nel suo L’imperialismo fase suprema del capitalismo,del 1917 l’economia capitalistica si era modificata negli ultimi decenni; dopo la nascita dei grandi monopoli (tendenza delle industrie ad assumere dimensioni ciclopiche,dovuta al fatto di essere la fusione di piu imprese; in virtù della loro alleanza dominavano un intero campo della produzione,e dettavano sul mercato le regole del gioco,assorbivano la concorrenza residua) i profitti erano cosi elevati che non si potevano piu reinvestire entro i confini nazionali. Si spiega cosi il fenomeno dell’imperialismo. La guerra mondiale non era che li sforzo disperato,una volta compiuta la ripartizione dell’intera terra tra le grandi potenze capitalistiche,di strappare con la forza ai rivali nuove regioni da trasformare in campi di investimento per i capitali in eccesso: pena il collasso dell’intero sistema. Col concetto di imperialismo,fase suprema del capitalismo Lenin giustificava la sua convinzione che le condizioni per la realizzazione del socialismo si fossero verificate. La Russia era arretrata ma la guerra,in quanto scontro decisivo tra le grandi potenze capitalistiche giunte all’ultima fase del loro sviluppo avrebbe permesso la realizzazione della rivoluzione in tutti i paesi del?Europa industrializzata. Una rivoluzione socialista in Russia era in sintonia con gli eventi mondiali. Appoggiare il governo provvisorio avrebbe significato rinunciare alla possibilità di partecipare alla rivoluzione mondiale,mentre opporsi,risolvere il dualismo di poteri in modo che l’autorità passasse al proletariato era la cosa da fare. Alla linea dei menscevichi che proponevano il sostegno al governo affinché la fase borghese potesse consolidarsi lui opponeva le due parole d’ordine “pace immediata “ e “tutto il potere ai soviet”.
La rivoluzione d'ottobre 1917
Nell’agosto 1917,i bolscevichi diedero un contributo decisivo alla sconfitta di un tentativo di colpo di stato,organizzato dal generale Kornilov,evento che aumentò tra le masse il prestigio del partito di Lenin,che in settembre conquistò la maggioranza all’interno dei soviet a Pietrogrado e Mosca: questo avrebbe permesso ai bolscevichi di controllare anche il Congresso Panrusso dei soviet,la riunione generale dei delegati di tutto il paese,convocato a Pietrogrado a fine ottobre. Lenin decise di agire; a Pietrogrado la notte del 25 ottobre 1917 (7 novembre) reparti armati bolscevichi assaltarono il palazzo di inverno,sede del governo,e arrestarono vari ministri. Il giorno dopo il COngresso Panrusso dei soviet ratificò il colpo di stato,assunse il potere ed emanò i primi decreti rivoluzionari. Fu creato il Consiglio dei commissari del popolo,guidato da Lenin con funzioni di governo sino alla convocazione di un’Assemblea costituente. Fu lanciato poi un vibrante appello ai popoli e governi di tutte le nazioni belligeranti affinché ponessero fine alle ostilità e iniziassero trattative per una pace giusta e democratica senza forzate annessioni di altre nazionalità e indennità. Lenin,preoccupato di avere l’appoggio dei contadini,della maggioranza della popolazione,sottopose al Congresso dei soviet il decreto sulla terra. “Ogni proprietà privata della terra è abolita senza compenso”. In conseguenza,tutti i terreni diventavano proprietà nazionale ed erano messi a disposizione di tutti i contadini che volevano coltivarli. Erano vietati l’acquisto,la vendita e l’affitto dei terreni,nonché l’utilizzo di manodopera salariata. Nei mesi seguenti provvedimenti analoghi furono emanati per ogni altro settore economico; le banche furono nazionalizzate (processo di espropriazione,passaggio di un’attività economica dalla gestione privata a statale e non presuppone un processo rivoluzionario: nel 1962 fu nazionalizzata l’industria elettrica. Lo stato rivoluzionario non concedi indennizzi,quello liberale ripaga il soggetto; nel primo caso si parla di confisca,nel secondo di compra vendita) mentre fu decretato il controllo operaio su tutte le imprese commerciali e industriali che possedessero almeno 5 dipendenti o avessero un giro di affari di almeno 10 000 rubli l’anno. Venivano gettate le basi per la costruzione del socialismo,quel sistema sociale che si proponeva di instaurare libertà ed eguaglianza mediante l’eliminazione della proprietà privata,maggior ostacolo alla realizzazione di una comunità umana priva di ingiustizie. Il contrasto con la tradizione liberale,che considerava la proprietà un diritto inalienabile del singolo,non avrebbe potuto essere piu stridente. Nei primi mesi del suo operato il nuovo governo rivoluzionario varò numerosi decreti che mutarono il volto della Russia: parità tra uomo e donna,diritto di voto femminile,introduzione diritto di aborto e divorzio,parità tra figli legittimi e naturali,giornata lavorativa di 8 ore,la separazione della Chiesa dallo Stato e il diritto di nazionalità non russe a chiedere l’indipendenza,concessa alla Finlandia nel 1918.
Dittatura del proletariato
Dittatura del proletariato il 26 ottobre il Congresso Panrusso designò a guida dello stato un Consiglio dei commissari del popolo dotato di pieni poteri,presieduto da Lenin e composto dai principali esponenti del partito bolscevico. Si deve fare riferimento al piu importante tra gli scritti di Lenin Stato e rivoluzione,composto nell’agosto 1917. Lenin prende le mosse dalla dottrina dello stato proposta da Marx ed Engels (discussione che ebbe inizio con Locke,che concepì lo stato come esito di un contratto stipulato tra cittadini; il potere dell’autorità non era piu divino ma conferito dal basso affinchè il governo difendesse i loro diritti.
Nasce l’accusa di Marx allo stato liberale: non è affatto lo stato di tutti i cittadini,ma solo dei borghesi. Il parlamentarismo è pura apparenza: quando i proletari mettono in discussione l’assetto sociale borghese,basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione,lo stato reagisce con violenza,con la sua dittatura di classe dominante). Secondo gli autori del Manifesto del partito comunista lo stato è un apparato di coercizione,di cui una classe dominane si serve per tenere subordinate le classi antagoniste “il comitato di Affari della borghesia”. Il fatto che esista uno stato è segnale dell’esistenza della divisione in classi e della lotta di classe. Nella società moderna,il proletariato deve conquistare lo stato,impadronirsi dello strumento che permette alla borghesia di dominare e rende possibile la creazione della giusta del futuro. La prima tappa della rivoluzione è per Lenin quella relativa all’acquisizione del potere statale da parte del proletariato; solo cosi sarà possibile al proletariato (ora classe dominante) respingere gli assalti della borghesia spodestata che vorrà certamente riprendere la posizione di potere perduta. Per indicare tale stato proletario (Lenin era convinto che il primo stato proletario della storia avesse avuto luogo a Parigi nel 1871,eletto a suffragio universale un organismo col nome di Comune che emanò molti decreti di orientamento democratico,finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori,introdusse l’istruzione pubblica per tutti e il principio secondo cui il salario di un individuo di governo non doveva superare quello di un operaio) strumento coercitivo usato per tutelare gli interessi dei lavoratori divenuti classe dominante,Marx e Engels avevano coniato l’espressione dittatura del proletariato. Lenin la fece propria: il compito era reprimere la borghesia.
Il comunismo e la dittatura del proletariato
Lo stato proletario,per Lenin,dovrà inevitabilmente far uso della violenza: poiché è impensabile che la borghesia ceda il suo potere pacificamente,anche la dittatura del proletariato (come ogni stato) dovrà usare la forza contro i nemici di classe. La differenza rispetto al passato,sarà radicale dato che ogni stato aveva esercitato la violenza per conto di una minoranza: lo stato proletario sarà un’entità che agisce per tutelare i lavoratori,la maggioranza della popolazione. La dittatura del proletariato è una democrazia,governo del popolo. Lenin riprese da Marx anche un altro concetto: era convinto che una volta raggiunto il socialismo lo stato si sarebbe estinto. Se è vero che socialismo avrebbe significato la scomparsa delle classi,anche lo stato proletario si sarebbe dissolto. I singoli individui non avrebbero agito in modo giusto per timore delle punizioni previste per chi viola la legge: il comandamento morale sarebbe stato interiorizzato da ogni essere umano,che avrebbe conformato il suo comportamento alla morale etica. Lenin rilanciava una tesi tipica della concezione di Rousseau,ripresa da Robespierre. La società aveva traviato l’uomo che sarebbe stato portato verso il bene. L?istituzione più corruttrice era la proprietà,che spingeva all’egoismo. Ne Rousseau ne Robespierre erano arrivati a proporre la completa abolizione della proprietà; Lenin era convinto che l’instaurazione del socialismo avrebbe portato libertà,ma anche reintegrato la natura umana. Il comunismo prometteva un ritorno dell’umanità all’Eden perduto,si presentava in caratteri messianici. Fu questo aspetto utopico ad esercitare un tale fascino su milioni di persone; riusciva a coniugare tale promessa d redenzione con un’analisi del reale che aveva pretese di razionalità. Esortava poi ad agire nell’immediato.
In virtu delle sue promesse il comunismo doveva trasformarsi in dramma. Data l’impostazione di Stato e Rivoluzione il concetto di diritti dell’uomo cessava di avere significato,mentre chi non apparteneva al proletariato diveniva un nemico da abbattere. “Nel periodo della transizione,in un’epoca di lotte,non promettiamo libertà ma diciamo che priveremo dei loro diritti i cittadini che ostacoleranno la rivoluzione socialista,e a giudicare sarà il proletariato”. Tale concezione provocò nell’estate del 1918 la nascita dei primi campi di concentramento istituiti al fine di impedire che tutti i nemici dei bolscevichi di ostacolare la rivoluzione. Il 7 dicembre 1917 era stata istituita la Commissione straordinaria per la lotta contro la controrivoluzione e il sabotaggio (ceka) incarica di schiacciare ogni nemico. Nel 1918,dopo che Lenin il 30 agosto aveva subito un attentato,fu l’organizzazione a gestire il terrore rosso (molti comunisti consideravano la rivoluzione d’ottobre come il proseguimento della rivoluzione francese; in quel caso la borghesia aveva battuto il regime feudale,nel 1917 il proletariato aveva sconfitto la borghesia e aperto la via al socialismo. La scelta del termine indica i provvedimenti diretti contro i nemici della rivoluzione il frutto di una valutazione analoga: come i giacobini avevano difeso la repubblica con la ghigliottina,i bolscevichi ora schiacciavano gli avversari). Furono uccisi gli esponenti del vecchio regime politico e i capitalisti incarcerati in precedenza: nel complesso secondo lo storico Werth,nell’autunno del 1918 furono eliminate circa 15 000 persone. La categoria dei nemici fu allargata. Lenin era convinto che solo il partito bolscevico fosse cosciente della meta cui dovevano tendere il proletariato e l’umanità e tutte le organizzazioni dei lavoratori che dissentivano,furono bollati come elementi controrivoluzionari.
La dittatura del proletariato era del partito autoproclamatasi avanguardia del proletariato. Solo tale concetto permette di comprendere la vicenda della Costituente nel 1918. Il governo provvisorio aveva organizzato per il 12 novembre 1917 le prime elezioni a suffragio universale della storia russa,per dar vita a un’assemblea che costruisse un nuovo regime politico liberal democratico. I bolscevichi giunti al potere,non si sentirono ancora forti per bloccar le votazioni che si rivelarono un insuccesso. La popolazione era in gran parte formata da cittadini,e la maggioranza dei suffragi non andò a bolscevichi appoggiati da soldati e operai,ma a partito dei social rivoluzionari schierato su posizioni moderate,che difendeva la piccola proprietà. Lenin decise di riunire l’assemblea ma dopo la prima seduta la fece disperdere,dicendo che il proletariato non aveva votato liberamente,condizionato dall’ideologia della classe dominante. Solo la linea dei bolscevichi era rispondente ai suo interessi; finché il proletariato non avesse aderito a tale orientamento il partito doveva guidarlo e costringerlo a seguire le sue direttive. Il dissenso sarebbe stato punito.
La pace di Brest Litovsk
Uno dei motivi per cui il partito di Lenin nel corso del 1917 ottenne l’appoggio di fasce sempre crescenti del popolo fu russo fu la sua decisione di raggiungere il piu presto possibile e a ogni costo la pace con la Germania. Tale risultato venne conseguito col trattato di Brest Litovsk del 3 marzo 1918: oneroso per la Russia,comportava pesanti amputazioni al territorio prebellico (stati baltici,Polonia,bacini petroliferi di Batum nel Caucaso,la Bessarabia sino a Odessa,l’intera Ucraina,sarebbero divenuti stati autonomi,satelliti della Germania). Lenin accettò ugualmente di firmare,pur di poter godere in Russia di quella tranquillità senza la quale pareva impossibile consolidare il nuovo regime. Dovette affrontare tuttavia un lungo periodo di guerra,in quanto in piu punti del territorio reparti dell’esercito legati allo zar (fucilato con la famiglia il 16 luglio 1918) non riconobbero il governo bolscevico e iniziarono a lottare contro esso. Alla fine del 1919 l’esercito comunista (Armata ossa) riorganizzato da Lev Trockij (ebraico,era la prova vivente per nazisti e bianchi che la rivoluzione comunista era stata pilotata dagli ebrei; fino alla guerra mondiale aveva criticato piu volte Lenin e nel novembre del 1917 concluse l’idea della conquista immediata del potere,organizzò il piano militare del colpo di stato che provocò la caduta del governo provvisorio,guidò poi l’armata rossa. Dopo la morte di Lenin entrò in contrasto con Stalin) riusci a sconfiggere gli eserciti controrivoluzionari sostenuti da Inghilterra e Francia,preoccupate che la rivoluzione potesse diffondersi al resto d’Europa.
La guerra civile e l'antisemitismo
Contro l’armata rossa inviarono le loro truppe anche Stati Uniti,Giappone,Polonia,Serbia,Romania e Grecia. Il tratto singolare che caratterizzò i nemici dei comunisti (bianchi in opposizione ai rossi bolscevichi) fu l’adozione di un feroce antisemitismo; prestarono fede al libretto stampato nel 1905,spiegazione degli eventi che avevano colpito la Russia nel 1917. Si trattava dell’opuscolo detto Protocolli dei Savi anziani di Sion,falso confezionato dalla polizia segreta dello zar a fine dell’800,in cui si descriveva il piano per la conquista del potere mondiale che gli ebrei avrebbero messo a punto in alcune riunioni segrete di cui i protocolli erano i verbali ufficiali. Si presentavano le correnti di opposizione allo zarismo,dal liberalismo al socialismo,come movimenti controllati dagli ebrei,di cui si servivano per scalzare l’autorità dell’imperatore,facendo della Russia la base per continuare poi la lotta di conquista. Nell’800 l’impero russo ospitava la piu grande colonia ebraica del mondo: indicando negli ebrei i veri manovratori dell’opposizione la polizia segreta dello zar aveva sperato di screditare tutte le forze che proponevano un rinnovamento politico e sociale della Russia e impedire che le loro idee attecchissero tra la popolazione. Negli anni 1917-9 la concezione fu ripresa dai generali delle truppe bianche che durante la guerra civile,compirono numerosi massacri di ebrei nelle zone controllate dalle armate controrivoluzionarie.
Il comunismo di guerra e la NEP
Il problema principale degli anni 1917-21 fu quello dell’approvvigionamento delle città. In esse si moriva di fame e freddo,e gli abitanti fuggirono pertanto in campagna in numero elevatissimo. Il governo attuò il comunismo di guerra,organizzò su vasta scala la requisizione dei raccolti che i contadini tendevano ad accumulare,nascondere e consumare sul posto,essendo venuta meno la possibilità di commercializzare i prodotti agricoli. La violenza delle requisizioni provocò rivolte contadine in Ucraine e in altre regioni; l’episodio piu pericoloso,per la sopravvivenza del regime comunista,si ebbe nel territorio di Tambov,zona a sud est di Mosca che riforniva di cereali la capitale. Per riportare l’ordine,il regime comunista mise in atto una politica di repressione che si caratterizzò per l’uso dei campi di concentramento nei confronti delle famiglie di contadini ribelli. Nell’aprile del 1920,pensando di approfittare della debolezza del neonato stato sovietico,la Polonia ne invase le regioni occidentali (700 la Polonia fu spartita tra Austria Prussia e Russia; al congresso di Vienna la spartizione venne confermata; nel 1919 dopo la 1 guerra,Francia e Inghilterra le permisero di divenire uno stato indipendente). A giugno,l’armata rossa contrattaccò,giungendo fino alle porte di Varsavia; la speranza di Lenin era che i lavoratori polacchi considerassero l’esercito russo come liberatore dal giogo capitalistico e lo accogliessero insorgendo contro lo stato borghese. I polacchi invece si mostrarono sensibili al richiamo del sentimento nazionale che a quello della solidarietà di classe,col risultato che i sovietici furono costretti a compiere una ritirata e dopo il Trattato di Riga del 21 ad arretrare il proprio confine per 200 km. La grave sconfitta convinse dell’impossibilità di scatenare una generale insurrezione europea che appoggiasse i sovietici,e della necessità di utilizzare le energie per rafforzare il nuovo regime interno: un obiettivo che in un paese prevalentemente agricolo,imponeva una radicale revisione della politica tenuta nei confronti dei contadini,ridotti alla fame per la requisizione dei raccolti.
Mentre le campagne russe erano in preda alla carestia,che provocò l morte di 5 milioni di contadini,fu varata la NEP che Lenin definii una ritirata nel cammino sulla strada verso il socialismo. Introduceva di nuovo un’economia di mercato. I contadini dovevano tuttavia versare una percentuale fissa della loro produzione allo stato; il resto del raccolto rimaneva nelle loro mani. Fu garantito il regolare afflusso di alimenti a città e centri industriali. Per venire incontro alle esigenze dei contadini,gli investimenti dovevano indirizzarsi verso la produzione dei beni di consumo che gli agricoltori avessero interesse ad acquistare col denaro ricavato dalla vendita di cereali. Nello sviluppo economico generale, piccola industria e artigianato finirono per avere la precedenza sulle industrie pesanti. La NEP favori i contadini che avevano a disposizione poderi ampi da poter immettere una parte del raccolto sul mercato. Furono inasprite la disciplina interna al partito e il suo rigido controllo sul paese come mostra la spietatezza con cui venne repressa la rivolta dei marinai di Kronstadt,base navale presso Pietrogrado.
La rivolta di Kronstadt
Nel 1917 avevano appoggiato la rivoluzione di ottobre; nel 1921, presentarono un programma di opposizione,che pur accettando il principio della dittatura del proletariato,rifiutava quello della dittatura di un partito: chiedeva che fosse garantita la libertà di parola e stampa agli operai e contadini,anarchici e socialisti di sinistra e che il regime liberasse i prigionieri politici dei partiti socialisti. Non appena la rivolta fu domata Lenin fece approvare dal Congresso del partito una norma che permetteva al Comitato centrale del partito di espellere coloro che si fossero resi colpevoli di frazionismo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della Rivoluzione di Febbraio 1917 in Russia?
- Chi erano i menscevichi e i bolscevichi, e quali erano le loro differenze ideologiche?
- Quali furono le Tesi di Aprile di Lenin e quale impatto ebbero sulla rivoluzione russa?
- Come si sviluppò la Rivoluzione di Ottobre e quali furono le sue conseguenze immediate?
- Cos'è la NEP e perché fu introdotta nel 1921?
La Rivoluzione di Febbraio 1917 fu causata principalmente dall'arretratezza economica e politica della Russia, dalle sconfitte militari durante la Prima Guerra Mondiale e dal malcontento popolare, culminato in scioperi e manifestazioni a Pietrogrado.
I menscevichi e i bolscevichi erano due correnti del partito socialdemocratico russo. I menscevichi sostenevano una rivoluzione graduale e democratica, mentre i bolscevichi, guidati da Lenin, erano favorevoli a soluzioni rivoluzionarie immediate e radicali.
Le Tesi di Aprile di Lenin proponevano di accelerare la transizione dalla fase borghese a quella proletaria della rivoluzione, promuovendo la pace immediata con la Germania e trasferendo il potere ai soviet. Queste tesi influenzarono significativamente il corso della rivoluzione.
La Rivoluzione di Ottobre si sviluppò con l'assalto bolscevico al Palazzo d'Inverno e la presa del potere da parte del Congresso Panrusso dei soviet. Le conseguenze immediate furono l'istituzione del governo bolscevico e l'emanazione di decreti rivoluzionari, tra cui la nazionalizzazione delle terre.
La NEP (Nuova Politica Economica) fu introdotta nel 1921 per affrontare la crisi economica e la carestia. Essa reintrodusse elementi di economia di mercato, permettendo ai contadini di vendere parte del loro raccolto, al fine di stabilizzare l'economia e consolidare il regime sovietico.