Concetti Chiave
- L'Italia, durante la Guerra Fredda, beneficia del piano Marshall e della Dottrina Truman, avviando una ricostruzione economica e infrastrutturale.
- Negli anni '50, l'Italia vive un boom economico con forti investimenti, migrazione interna e crescita del settore industriale, spostandosi da un'economia agricola a una industriale e terziaria.
- Il periodo vede l'emergere di una classe di impiegati di massa e un'importante trasformazione sociale con l'istruzione pubblica e obbligatoria.
- La politica italiana subisce cambiamenti significativi, con la formazione di un centrosinistra guidato da Aldo Moro, caratterizzato dalla collaborazione tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista.
- La fine degli anni '60 è segnata da tensioni politiche e tentativi di unione tra forze socialiste, culminando nella divisione dei partiti e cambiamenti nella leadership politica.
Indice
Ricostruzione post-bellica in Italia
L’Italia è un paese di confine nella Guerra Fredda, e grazie agli americani, che intervengono con il piano Marshall e la Dottrina Truman, comincia la ricostruzione dell'Italia: si ha una riforma agraria (poco efficace); si istituisce la cassa del Mezzogiorno, attiva per finanziare il Sud; si attua un piano di edilizia popolare; si fa una vasta opera di investimenti nelle opere pubbliche e si reintroduce l’imposta progressiva sul reddito; si fonda l’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) e viene mantenuto e ampliato l’IRI (Istituto di Ricostruzione Industriale).
Politica e cambiamenti negli anni '50
Come Ministro degli Interni c’è Scelba, democristiano ostile al socialismo, sotto il quale viene proposto un sistema elettorale maggioritario con una legge elettorale del 1953, chiamata Legge Truffa dall’opposizione perché si credeva che il premio di maggioranza fosse iniquo e avrebbe favorito il partito più forte, DC, perché un partito con più del 50% dei voti avrebbe ottenuto ancora più seggi.
Nella metà degli anni 50 la Democrazia Cristiana sta cominciando a cambiare politica: inizialmente centrista, anticomunista(/antisinistra) di forte legame con la chiesa, si sta formando con la nuova dirigenza (dal 1955-56) di Aldo Moro, la sinistra democristiana.
Boom economico e migrazione interna
Dal 1955 al 1965 si ha il boom economico, un vero e proprio miracolo dell’economia mondiale:
vi sono grandi investimenti continui, tutta l’economia mondiale capitalistica è fluida, c’è una buona congiuntura.
In Italia vi è un grandissimo fenomeno di migrazione interna per via del grande serbatoio di lavoratori del Sud, che vanno al Nord per lavorare nel triangolo industriale GE-MI-TO (Genova, Milano e Torino).
Aumento di produzione ed esportazione; le materie prime a livello internazionale sono poco costose e i tassi d’interesse minimi, generando molte più possibilità di investimento.
In Italia ci si basa molto sugli investimenti: i lavoratori che posseggono un lavoro fisso possono permettersi di fare pagamenti a rate e di ricostruire il mercato interno ed esterno creando competitività.
Viene inoltre introdotta una buona tecnologia di produzione, interessi molto bassi e costruite centrali termoelettriche e metanodotti.
Anche in Italia si formano degli oligopoli, centri che polarizzano la produzione.
L’Italia, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale era un paese a maggioranza contadina, subito dopo il boom diventa a prevalenza secondaria e terziaria: si forma quindi l’Italia degli impiegati di massa, i colletti bianchi.
Altro servizio di primaria importanza è l’istruzione, che diviene pubblica, statale, obbligatoria e di massa.
Problemi e contraddizioni del boom
Il grande boom economico italiano presenta però una serie di problemi, fra cui le gravi contraddizioni come l’immigrazione dal sud, e la nascita e l’aumento vertiginoso delle masse operaie (Fiat, Italsider), che fanno riferimento alla sinistra ma guidate da governi di centro come la Democrazia Cristiana.
Crisi politica e nascita del centrosinistra
Nel giugno del 1960 il governo conservatore di Tambroni, concede al Movimento Sociale Italiano un congresso nazionale a Genova, città simbolo della Resistenza.
Gran parte della popolazione però è antifascista e scatena una manifestazione il 3 giugno 1960 formata da operai e portuali che blocca la città.
Il governo però non vuole cedere, fino a quando il 2 luglio a causa delle continue manifestazioni la polizia si ritira e il governo toglie la possibilità di fare il congresso.
Il governo Tambroni a questo punto cade e da questo momento nasce il centrosinistra, dove avranno molta importanza i democristiani di sinistra come Aldo Moro.
Evoluzione politica e alleanze
Nel 1962 la Democrazia Cristiana inizia ad avere l’appoggio del Partito Socialista Italiano, senza l’entrata al governo, e nel 1963 si forma un centrosinistra organico, con Presidente del Consiglio Aldo Modo: con i democristiani e i socialisti al potere, si ha il primo governo di centrosinistra.
Non tutti i socialisti però sono d’accordo e una parte di loro si stacca e forma il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Come Presidente della Repubblica salirà ne 1964 Giuseppe Saragat, socialdemocratico leader del Partito Socialista Italiano, andando a sostituire Segni.
Sempre nel 1964 muore Togliatti, e prima di morire scrive Memoriale di Yalta, in cui dice che l’Italia debba arrivare al comunismo senza seguire modelli come l’URSS, ma elaborandone uno autonomo.
Gli succede Luigi Longo, e nel 1966 c’è un tentativo di unione tra socialisti e socialdemocratici, il Partito Socialista Unitario, perché pensano che unendosi avrebbero ottenuto più voti. Nel 1968 si dividono nuovamente.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali iniziative economiche intraprese in Italia durante la ricostruzione post-bellica?
- Quali furono le conseguenze del boom economico italiano degli anni '50 e '60?
- Come si evolse la politica della Democrazia Cristiana negli anni '50 e '60?
- Quali furono le tensioni politiche in Italia nel 1960?
- Quali furono i cambiamenti politici significativi in Italia tra il 1963 e il 1968?
Durante la ricostruzione post-bellica, l'Italia intraprese diverse iniziative economiche, tra cui la riforma agraria, l'istituzione della cassa del Mezzogiorno, un piano di edilizia popolare, investimenti nelle opere pubbliche, la reintroduzione dell’imposta progressiva sul reddito, la fondazione dell’ENI e l'ampliamento dell’IRI.
Il boom economico portò a un aumento della produzione ed esportazione, migrazione interna dal Sud al Nord, investimenti in tecnologia e infrastrutture, e la trasformazione dell'Italia da paese a maggioranza contadina a uno con prevalenza di impiegati e colletti bianchi.
Negli anni '50 e '60, la Democrazia Cristiana passò da una posizione centrista e anticomunista a una più aperta verso la sinistra, culminando nella formazione di un governo di centrosinistra con l'appoggio del Partito Socialista Italiano.
Nel 1960, il governo conservatore di Tambroni concesse un congresso al Movimento Sociale Italiano a Genova, scatenando manifestazioni antifasciste che portarono alla caduta del governo e alla nascita del centrosinistra.
Tra il 1963 e il 1968, si formò il primo governo di centrosinistra con Aldo Moro, il Partito Socialista Italiano si divise, Giuseppe Saragat divenne Presidente della Repubblica, e ci fu un tentativo di unione tra socialisti e socialdemocratici, che si divisero nuovamente nel 1968.