Concetti Chiave
- La resa della Germania nel maggio 1945 non concluse la guerra, poiché il Giappone continuò a combattere, spingendo gli Stati Uniti a considerare l'uso della bomba atomica.
- Il Progetto Manhattan, condotto dagli Stati Uniti con il supporto di Canada e Regno Unito, coinvolse scienziati di fama mondiale per sviluppare la prima bomba atomica.
- Il 6 agosto 1945, la bomba atomica "Little Boy" fu sganciata su Hiroshima, seguita il 9 agosto dal lancio di un'altra bomba su Nagasaki, causando distruzione massiccia e migliaia di morti.
- La resa incondizionata del Giappone avvenne il 15 agosto 1945 dopo la devastazione delle città, con un bilancio di oltre 210.000 morti e 150.000 feriti a causa delle esplosioni.
- I bombardamenti atomici dimostrarono il potere distruttivo dell'umanità, lasciando un'eredità di morte e desolazione, ma anche una volontà di ricostruire e sopravvivere.

Indice
Giappone - Bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki
Il 7 maggio 1945 la Germania si arrendeva alle forze alleate. La resa dei tedeschi non pose fine alla guerra, ma decretò solo uno spostamento della zona di scontro; il Giappone infatti continuava a combattere.
Dopo i bombardamenti di Pearl Harbor (1941), tra il 1943 e il 1945 l'esercito statunitense riconquistò palmo a palmo posizioni, fino a rimettere piede nelle Filippine nel luglio del 1945. Ma la resistenza giapponese continuava, affidata anche alle azioni dei kamikaze, aviatori suicidi che si lanciano con i loro aerei carichi di esplosivo contro le navi americane. Alla morte improvvisa di Roosevelt, avvenuta il 12 aprile del 1945, presidente degli Stati Uniti era diventato Harry Truman (1945-53), il quale fu subito informato del programma atomico americano. L’arma a cui stavano lavorando non solo avrebbe posto fine alla guerra ma avrebbe anche inciso in maniera decisiva nei rapporti di politica estera con gli altri Stati. Nemmeno per un secondo venne posto il problema se usare o meno la bomba atomica durante il conflitto.
La bomba era stata realizzata durante un programma di ricerca e sviluppo condotto dagli Stati Uniti, con l’appoggio del Canada e del Regno Unito, con il nome in codice “Progetto Manhattan". Ne facevano parte numerose eccellenze scientifiche come Robert Oppenheimer, Enrico Fermi, Richard Phillips Feynman e Niels Bohr e all’inizio aveva come obiettivo quello di costruire la prima bomba atomica prima che ci riuscissero i tedeschi.
Dopo intense riunioni e colloqui si decise di colpire, a distanza di pochi giorni, due distinte città: Hiroshima e Nagasaki. Nel 1945 la città di Hiroshima rappresentava un importante centro per le comunicazioni, per l'approvvigionamento militare e lo smistamento delle truppe dell’esercito giapponese. Ma soprattutto, per gli americani, era l’obiettivo ideale in quanto priva di campi di prigionieri di guerra; inoltre, molte abitazioni ed edifici presenti erano in legno e facilmente preda di un incendio di vastissima portata. La città contava in quell’anno circa 250.000 abitanti.
Nagasaki invece era un’importante città portuale del Giappone meridionale; tra le sue attività c’era la produzione di munizioni, equipaggiamenti militari e altro materiale bellico e navi che erano di vitale importanza per l’esercito giapponese. Anche qua tantissimi edifici erano costruiti in legno e quindi erano facilmente infiammabili in vista di un lancio nucleare.
Tre settimane dopo gli “incoraggianti” risultati del primo test, il 6 agosto del 1945, un ordigno nucleare carico di uranio battezzato Little Boy distrusse la città giapponese di Hiroshima. Il 7 agosto alcuni fisici atomici giapponesi furono mandati a Hiroshima per constatare i danni prodotti dall'ordigno nucleare: effettivamente i fisici testimoniarono che la città era stata distrutta dal bombardamento atomico.
L'8 agosto gli americani fecero lanciare dei volantini e furono dati avvertimenti al Giappone in cui si intimava la resa incondizionata. Alle 4 del mattino del 9 agosto il governo di Tokyo venne formalmente informato che l'Unione Sovietica aveva rotto il patto di neutralità e dichiarato guerra all'Impero giapponese, secondo gli accordi intercorsi con gli Alleati per aprire il nuovo fronte entro tre mesi dalla fine della guerra in Europa. Gli ufficiali anziani dell'esercito imperiale giapponese inizialmente sottovalutarono la portata dell'attacco sovietico, ma ben presto decisero di imporre la legge marziale, per arrestare chiunque avesse tentato di firmare una pace. Alle 11 del mattino del 9 agosto 1945 un ordigno carico questa volta di plutonio venne sganciato sulla città di Nagasaki, da dove si alzò per chilometri una colonna di fumo ondeggiante a forma di fungo.
Le conseguenze dovute allo scoppio della bomba
La resa incondizionata del Giappone, che entrò ufficialmente in vigore solo il 2 settembre 1945, arrivò il 15 agosto, sei giorni dopo l’esplosione della seconda bomba, che aveva posto istantaneamente fine alla vita di 70 mila persone. Altre migliaia sarebbero morte in seguito a causa delle radiazioni.
A Hiroshima i morti furono circa 100.000. Il raggio di distruzione era stato tale che si faticava persino a riconoscere luoghi ed edifici pubblici, ospedali e centri logistici, per molti chilometri. Nei giorni e nei mesi a venire si contarono più di 210.000 morti e 150.000 feriti a causa delle due esplosioni. Chi era sopravvissuto aveva lesioni e ferite che deturpavano il corpo sia all’esterno sia all’interno. Il calore emanato dalle bombe fu talmente alto da causare devastanti bruciature. La ricerca dell’acqua in quei primi giorni fu essenziale dato che tutta quella che si trovava nelle vicinanze era stata contaminata dalle radiazioni.
I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki resero evidente la capacità dell'essere umano di creare qualcosa in grado di distruggere tutto ciò che è stato finora costruito, incluso sé stesso. Ciò che accadde a Hiroshima dimostrò che l’umanità era pronta a usare qualsiasi mezzo e potere. Ciò che avvenne tre giorni dopo a Nagasaki, dopo la desolazione, la morte e la distruzione a cui si era assistito rese chiaro che, pur conoscendo le conseguenze terribili delle proprie azioni, l’uomo era pronto a ripeterle.
I morti della seconda guerra mondiale sono stati più di 50.000.000 (una cifra cinque volte superiore a quella dei morti della Grande Guerra). Dei circa 15 milioni di militari uccisi, oltre 10 milioni sono morti sul solo fronte russo; 35 milioni di morti circa sono civili e di questi civili 6 milioni sono ebrei. Sono uomini, donne e bambini morti a causa delle carestie, sotto i bombardamenti, nei campi di concentramento di sterminio oppure durante i massacri indiscriminati. Un dolore immenso grava sull'Europa e su altre parti del mondo e sembra quasi impossibile che la vita possa riprendere. Ma come è successo altre volte (dopo la peste nera, dopo le guerre di religione, dopo le guerre napoleoniche e dopo la Grande Guerra), i superstiti hanno voglia di andare avanti e di gioire anche solo per il semplice fatto di essere ancora vivi.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la risposta degli Stati Uniti alla decisione del Giappone di continuare a combattere dopo la resa della Germania?
- Quali furono le città giapponesi colpite dalle bombe atomiche e perché furono scelte?
- Quali furono le conseguenze immediate delle esplosioni atomiche su Hiroshima e Nagasaki?
- Come reagì il Giappone dopo i bombardamenti atomici?
- Qual è stato l'impatto globale dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki?
Gli Stati Uniti hanno deciso di utilizzare la bomba atomica per porre fine alla guerra, colpendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
Le città colpite furono Hiroshima e Nagasaki. Hiroshima era un importante centro per le comunicazioni e privo di campi di prigionieri di guerra, mentre Nagasaki era un'importante città portuale con attività belliche.
Le esplosioni causarono la morte immediata di decine di migliaia di persone e distrussero gran parte delle città, con un totale di oltre 210.000 morti e 150.000 feriti.
Il Giappone si arrese incondizionatamente il 15 agosto 1945, sei giorni dopo l'esplosione della seconda bomba su Nagasaki.
I bombardamenti hanno dimostrato la capacità distruttiva dell'umanità e hanno segnato un punto di svolta nella storia, evidenziando la prontezza dell'uomo a usare mezzi estremi nonostante le conseguenze devastanti.