Concetti Chiave
- L'attacco giapponese a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 fu un'azione a sorpresa che distrusse quasi completamente la flotta americana del Pacifico, accelerando le tensioni nippo-americane.
- Gli Stati Uniti, colti di sorpresa, persero la maggior parte dei loro aerei, permettendo al Giappone di espandersi facilmente in Asia senza resistenza significativa.
- Il discorso di Roosevelt al Congresso sottolineò l'attacco come un atto deliberato di guerra, spingendo gli Stati Uniti a dichiarare guerra al Giappone.
- La dichiarazione di guerra americana si estese anche a Germania e Italia, trasformando il conflitto in una guerra mondiale, con il Regno Unito che si unì alle ostilità contro il Giappone.
- L'ingresso degli Stati Uniti in guerra stimolò la loro economia, superando la crisi del '29, grazie a un rapido aumento della produzione bellica che supportò lo sforzo militare.

Indice
L’attacco giapponese a Pearl Harbor
A causa del crescente inasprimento delle tensioni tra Giappone e Stati Uniti, il 7 dicembre del 1941, senza notificare alcun ultimatum, l'aviazione giapponese attaccò la flotta statunitense del Pacifico, ancorata nella base di Pearl Harbor, distruggendola quasi completamente.
La base americana di Pearl Harbor, nell’arcipelago delle Hawaii, si trovava in una posizione strategica ed era stata posta lì perché gli Stati Uniti potessero intimorire il Giappone e dimostrare di essere pronti alla guerra. Questa fu una delle tante dimostrazioni di forza che i due stati fecero durante questo periodo di forti tensioni. L’attacco inaspettato iniziò la mattina presto: sugli obiettivi navali americani arrivò una prima ondata di bombardamenti aerei già alle prime ore dell’alba e fu terribile e ben organizzata: vennero usati cinquanta velivoli per i bombardamenti, quarante per il lancio di siluri contro navi portaerei, cinquantaquattro per attacchi in picchiata e quarantacinque aerei da caccia contro i velivoli americani. Una seconda ondata proseguì con altrettanti mezzi militari e attacchi. L’attacco giapponese fu un successo: di duecentodue veivoli americani ne rimasero solo cinquantadue, e le perdite giapponesi, non furono molte. Una volta annientata la presenza statunitense nel Pacifico, con questo attacco improvviso, l'esercito giapponese potè inoltre realizzare i suoi piani di espansione occupando facilmente la Thailandia, l'indonesia, la Malesia, la Birmania, le Filippine e la Nuova Guinea, che né gli olandesi né i britannici, né gli americani erano realmente in grado di difendere.
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Discorso di Roosevelt dopo l’attacco
Riportiamo ora il discorso che, a seguito dell’attacco giapponese, pronunciò il presidente americano Roosevelt davanti al congresso:
Sig. Vice Presidente [Henry A. Wallace], Sig. Speaker [Sam Rayburn], membri del Senato e della Camera dei rappresentanti:
Ieri, 7 dicembre 1941 - una data che resterà segnata dall'infamia - gli Stati Uniti d'America sono stati improvvisamente e deliberatamente attaccati da forze aeree e navali dell'Impero del Giappone. Gli Stati Uniti con loro erano in pace e su sollecitazione Giapponese, eravamo ancora in fase di colloquio, col loro governo e con l'imperatore, per mantenere questo status nell'area Pacifica. In realtà, un'ora dopo squadroni aerei giapponesi avevano iniziato i bombardamenti sull’isola americana di Oahu, l'Ambasciatore giapponese negli Stati Uniti e il suo collega hanno consegnato al nostro Segretario di Stato una risposta formale ad un recente messaggio americano. Sebbene questa risposta affermava che sembrava inutile proseguire i negoziati diplomatici in corso, non conteneva alcuna minaccia o accenno di guerra o attacco armato. Verrà ricordato che la distanza delle Hawaii dal Giappone rende evidente che l'attacco sia stato deliberatamente programmato molti giorni o addirittura settimane fa. Nel contempo il governo giapponese ha intenzionalmente cercato di ingannare gli Stati Uniti con false dichiarazioni ed espressioni di speranza a favore di una pace duratura. L'attacco di ieri sulle isole hawaiane ha causato gravi danni alle flotte navali americane e alle forze militari. Mi spiace dirvi che molti americani hanno perso la vita. Inoltre, le navi americane sono state bersaglio di siluri in alto mare tra San Francisco e Honolulu. Ieri il governo giapponese ha lanciato anche un attacco contro Malaya.
La scorsa notte le forze giapponesi hanno attaccato Hong Kong.
La scorsa notte le forze giapponesi hanno attaccato Guam.
La scorsa notte le forze giapponesi hanno attaccato le Isole Filippine.
Ieri sera, i giapponesi hanno attaccato Wake Island.
E questa mattina, i giapponesi hanno attaccato le Isole Midway. Il Giappone ha dunque intrapreso un’offensiva a sorpresa estesa a tutta l'area del Pacifico. I fatti di ieri e di oggi parlano da soli. Il popolo degli Stati Uniti si è già fatto un opinione e ben comprende le implicazioni per la vita e la sicurezza della nostra nazione. Come comandante in capo della Marina militare ho disposto che tutte le possibili misure siano prese per la nostra difesa, noi ricorderemo in quale maniera siamo stati attaccati. Non importa quanto tempo ci dovremo prendere per superare questa invasione premeditata, il popolo americano, con la forza della ragione, vincerà con una vittoria schiacciante. Credo di interpretare la volontà del Congresso e del popolo, quando dico che non solo ci difenderemo fino all’ultimo, ma faremo in modo che questa forma di tradimento, per noi, non sia mai più un pericolo.
L'ostilità esiste. Non vi è alcun dubbio per il fatto che il nostro popolo, il nostro territorio e i nostri interessi siano in grave pericolo. Con la totale fiducia nelle nostre forze armate, con l’illimitata determinazione del nostro popolo, si otterrà l'inevitabile trionfo. Così Dio ci aiuti.
Chiedo che il Congresso dichiari che, fin dall’attacco non provocato e codardo da parte del Giappone della domenica, 7 dicembre 1941, esista uno stato di guerra tra gli Stati Uniti e l'Impero giapponese.
1941 Franklin D. Roosevelt, 8 dicembre 1941.
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Le conseguenze dell’attacco: l’America dichiara guerra
Subito dopo Pearl Harbor le residue resistenze dell'opinione pubblica nordamericana verso un vero e proprio conflitto vengono superate e il presidente Roosevelt dichiara guerra al Giappone. Contestualmente dichiara guerra anche all'Italia e alla Germania, sue alleate a seguito del Patto Tripartito del 27 settembre 1940, detto anche “Asse Roma-Berlino-Tokyo”. Direttamente minacciato nei suoi possedimenti coloniali (ovvero Birmania, India), anche il Regno Unito dichiara guerra al Giappone. Siamo dunque nel 1941 ed esplodono le tensioni tra i vari stati: la guerra diventa davvero "mondiale". Sebbene abbiano subìto un gravissimo colpo a Pearl Harbor, gli Stati Uniti dispongono di un apparato industriale capace di produrre a ritmi molto rapidi gli armamenti necessari per ricostituire la flotta nel Pacifico e per sostenere l'intero sforzo bellico. Anzi la capacità produttiva statunitense capovolge definitivamente il quadro relativo alla disponibilità di armi dei due schieramenti. Così, per esempio, già nel 1942 gli Stati Uniti producono una quantità di aerei due volte superiore a quella prodotta dalla Germania e dal Giappone messi insieme, il rapporto per i carri armati è di 2,5 a 1; e per le navi da guerra è di 6 a 1. E il divario si amplia anche negli anni seguenti. Particolarmente paradossale è che la partecipazione alla guerra e la crescita della domanda per materiale bellico consentono all'economia e alla società statunitensi di superare definitivamente gli effetti della crisi del ‘29, riassorbendo completamente la disoccupazione che ancora gravava sul suo mercato del lavoro, questo nuovo ciclo economico legato all'ingresso in guerra stimolò anche una netta ripresa dei salari industriali, la cui crescita è assai più rapida di quella dei prezzi, ciò che garantisce alle famiglie una buona prosperità per tutto il periodo della guerra. Con una cronologia sfasata succede negli Stati Uniti ciò che avvenuto in Germania dal 1933 al 1939: l'industria bellica trascina la ripresa economica e garantisce consenso alle istituzioni politiche. La differenza fondamentale è che la Germania persegue questa politica per la realizzazione del suo obiettivo primario, cioè l'attuazione di una guerra di aggressione; mentre gli Stati Uniti, invece, la promuovono come una risposta difensiva, che serve a proteggere gli ideali democratici sostenuti con convinzione da Roosevelt e a salvaguardare i propri interessi imperiali nel Pacifico.
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Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dell'attacco giapponese a Pearl Harbor?
- Come descrisse Roosevelt l'attacco a Pearl Harbor nel suo discorso al Congresso?
- Quali furono le immediate conseguenze dell'attacco di Pearl Harbor per gli Stati Uniti?
- In che modo l'industria statunitense rispose all'attacco di Pearl Harbor?
- Qual è stata la differenza fondamentale tra la politica bellica degli Stati Uniti e quella della Germania?
L'attacco giapponese a Pearl Harbor fu causato dal crescente inasprimento delle tensioni tra Giappone e Stati Uniti, con il Giappone che cercava di espandere il suo dominio nel Pacifico.
Roosevelt descrisse l'attacco a Pearl Harbor come un atto deliberato e infame, sottolineando che gli Stati Uniti erano stati attaccati improvvisamente e senza preavviso mentre erano in pace con il Giappone.
L'attacco portò gli Stati Uniti a dichiarare guerra al Giappone, e successivamente anche all'Italia e alla Germania, trasformando il conflitto in una guerra mondiale.
L'industria statunitense aumentò rapidamente la produzione di armamenti, superando quella di Germania e Giappone, e contribuendo a superare gli effetti della crisi economica del 1929.
La Germania perseguì una politica bellica per l'aggressione, mentre gli Stati Uniti la promuovevano come risposta difensiva per proteggere gli ideali democratici e i propri interessi nel Pacifico.