Concetti Chiave
- Il biennio rosso (1919-1920) fu caratterizzato da un'ondata di scioperi e agitazioni operaie in Italia, con richieste sia economiche che politiche.
- Le fabbriche furono occupate dagli operai, che le gestirono autonomamente, mentre i datori di lavoro risposero con serrate e licenziamenti.
- Il periodo vide un rafforzamento delle organizzazioni sindacali, sia laiche (CGDL) che cattoliche (CIL), e una crescente paura tra la borghesia e il patronato.
- Il Partito Socialista Italiano (PSI) era diviso tra massimalisti e riformisti, con i massimalisti che si dimostrarono incapaci di prendere iniziative concrete.
- Nel dopoguerra nacquero nuovi partiti di massa, come il Partito Comunista d’Italia e il Partito Popolare Italiano, che contribuirono all’instabilità politica e alla caduta del governo di Nitti.
Indice
L'unificazione dei fanti contadini
Per la prima volta i fanti contadini erano non più meridionali o settentrionali ma italiani e quindi nazionali. Ci fu un crescente sviluppo delle organizzazioni sindacali (CGDL) aumentando le tensioni con i padroni. Aumentarono gli iscritti anche al sindacato cattolico (CIL). Aumentarono gli scioperi e ci fu una stagione di radicalizzazione politica.
Il biennio rosso e le agitazioni
Anche nelle città divamparono agitazioni o scioperi. Il 19-20 fu il biennio rosso. Gli operai fecero rivendicazioni economiche e richieste politiche. Il movimento dei consigli di fabbrica era legato all’orientamento comunista e intendeva rappresentare tutti gli operai richiamandosi al soviet. Venne attuato l’ostruzionismo, i padroni ricorsero alle serrate (licenziamento), gli operai occuparono le fabbriche (funzionavano ma erano gestite da loro). Questo movimento venne presto sconfitto, l’apporto del partito socialista fu insufficiente.
Si diffuse la paura tra il patronato e la borghesia. Gli industriali si erano associati nella Confindustria. Cominciava un conflitto tutti contro tutti che portò alla fine della democrazia.
Divisioni e fondazioni politiche
Partiti di massa. Il PSI era diviso tra massimalisti, guidati da Serrati, repubblica socialista e i riformisti, guidati da Turati, compromesso giolittiano. Dopo che prevalse Serrati, i massimalisti rappresentarono un estremismo puramente verbale senza prendere iniziativa.
Vi era anche una corrente più estremista, diffusa nel gruppo torinese con Gramsci e nel napoletano con Bordiga. Nel 1921 fu fondato il partito Comunista d’Italia.
Il partito popolare italiano
Nacque anche il Partito popolare italiano (PPI) fondato da don Luigi Sturzo. L’entrata in scena dell’organizzazione cattolica, programma: tutela, voto alle donne, incremento proprietà contadina. Il partito ebbe l’appoggio di papa Benedetto XV. I popolari si contendevano con i socialisti la superiorità sulle classi più umili.
Socialisti e popolari insieme avrebbero avuto la maggioranza in Parlamento, tuttavia non potevano allearsi per le loro differenze. Nessuno dei due intendeva allearsi con i liberali, così nessun governo stabile era in grado di costituirsi. Il governo di Nitti cadde nel giugno 1920.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause del biennio rosso?
- Quali furono le divisioni interne al Partito Socialista Italiano nel dopoguerra?
- Quali furono le conseguenze politiche della mancanza di alleanze tra i partiti nel dopoguerra?
Il biennio rosso fu caratterizzato da un aumento delle tensioni tra lavoratori e padroni, con un incremento delle organizzazioni sindacali e degli scioperi, e una radicalizzazione politica influenzata dal movimento dei consigli di fabbrica legato all'orientamento comunista.
Il PSI era diviso tra massimalisti, guidati da Serrati, che rappresentavano un estremismo verbale, e riformisti, guidati da Turati, che cercavano un compromesso giolittiano. Questa divisione impedì un'azione politica efficace.
La mancanza di alleanze tra socialisti, popolari e liberali portò all'incapacità di formare un governo stabile, contribuendo alla caduta del governo di Nitti nel giugno 1920 e alla fine della democrazia.