Concetti Chiave
- Il biennio rosso rappresentò un periodo di tensione dovuto al vuoto di potere nel dopoguerra, caratterizzato da proteste e insurrezioni.
- La questione adriatica fu segnata dall'occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio, risolta solo con il trattato di Rapallo nel 1920.
- Il movimento operaio del 1920 portò all'occupazione delle fabbriche, con Giolitti che propose un controllo sindacale per placare le tensioni.
- L'insurrezione a La Spezia, nota come 'sciopero della pancia', vide le donne in strada per protestare contro l'alto costo della vita.
- Durante l'ammutinamento di Ancona, soldati e operai si allearono contro la partenza per l'Albania, evidenziando un clima di forte dissenso.
Il biennio rosso e il vuoto
Il biennio rosso non è altro che il tentativo di insorgere di fronte a un vuoto di potere.
Tensioni del dopoguerra
Nel dopoguerra le situazioni che originavano più tensioni erano principalmente due:
- La vittoria mutilata, che si risolse con l’occupazione di Fiume da parte di D’Annunzio per un intero anno. Infatti non erano stati rispettati gli accordi del Patto di Londra.
La situazione venne poi risolta con il trattato di Rapallo (1920).
- Le richieste del movimento operaio che portarono nel 1920 ad occupare le fabbriche. Intervenne Giolitti per calmare la situazione, proponendo un controllo sindacale nelle fabbriche.
Insurrezioni e ammutinamenti
Ci furono tre diversi momenti:
1) insurrezione nella città della Spezia per il carovita, anche detto ‘lo sciopero della pancia’, le donne si riversarono per le strade derubando i negozi e chiedendo un abbassamento di prezzi. Tale movimento non venne coordinato politicamente;
2) ammutinamento di Ancona –alleanza tra soldati che dovevano partire alla volta della conquista dell’Albania e operai;
3) occupazioni nelle fabbriche, dovuto al rifiuto di aumentare il salario e di avere un controllo operaio anche marginale nella fabbrica.
Nonostante Giolitti riuscì a calmare le acque, i problemi non si possono dire certo risolti.