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Concetti Chiave

  • La Belle Époque fu un periodo di innovazione e ottimismo, caratterizzato da avanzamenti tecnologici come l'energia elettrica, l'aviazione e la comunicazione, e vedeva la nascita di nuove classi sociali e fenomeni di urbanizzazione.
  • L'industrializzazione portò a un aumento della produzione di beni durevoli e alla nascita di società di massa, con la creazione di catene di montaggio e l'emergere di nuovi modelli di consumo e pubblicità.
  • Giovanni Giolitti, durante la sua leadership, implementò riforme sociali significative, tra cui leggi sulla tutela dei lavoratori, l'istruzione gratuita e il suffragio universale maschile, contribuendo a un miglioramento delle condizioni di vita.
  • Nonostante i progressi economici e sociali, l'Italia del sud rimase arretrata rispetto al nord, con alti tassi di analfabetismo e infrastrutture inadeguate, incentivando l'emigrazione sia interna che verso le Americhe.
  • In politica estera, Giolitti mantenne l'Italia fedele alla Triplice Alleanza, ma riuscì anche a mantenere buoni rapporti con Francia e Gran Bretagna, e nel 1911 l'Italia acquisì la Libia come prima colonia.

Indice

  1. La crisi economica e il protezionismo
  2. La Belle Epoque e il progresso
  3. Rivoluzione industriale e innovazioni
  4. Conquista del mondo e società di consumatori
  5. Giolitti e le riforme sociali
  6. Sviluppo industriale e disuguaglianze regionali
  7. Politica estera e colonie italiane

La crisi economica e il protezionismo

La crisi economica scoppiata nel 1878 e durata fino al 1894 viene sconfitta dal “protezionismo” =proteggere i prodotti della nazione contro la concorrenza straniera quindi delle altre nazioni.

Nel Regno D’Italia c’era ancora il peso del Non Expedit (i Cattolici non potevano votare per le elezioni del Regno D’Italia). L’Europa viveva sotto il modello “società vittoriana”, ma nel 1901 la regina Vittoria morì e venne succeduta da Edoardo VII, possiamo definire questa successione simbolo di una svolta che diede inizio alla Belle Epoque.

La Belle Epoque e il progresso

Con il significato di “bei tempi” dal francese, gli inglesi la chiamavano “età edoardiana”, invece in Italia subì un cambio di sovrano da Umberto I a Vittorio Emanuele III. Definito come un periodo che si contraddistingue per il fatto che le persone hanno molto ottimismo, fiducia nel futuro e nel progresso, possiamo dire che è un periodo di benessere per la popolazione ma solo apparentemente.

Rivoluzione industriale e innovazioni

Nel 1870 ci fu la prima rivoluzione industriale, in cui l’Europa si modernizza e si industrializza, con l’industrializzazione le città si popolano, nasce la corrente elettrica e si sviluppano le industrie, così da dare lavoro sempre a più persone, insieme a questa nasce una rivoluzione sociale in cui si creano la classe sociale degli operai e degli imprenditori, cioè nasce un “elite industriale” (proprietari delle industrie. Nascono nuove mezzi trasporto, cioè nuove reti ferroviarie (es. la Transiberiana che riusciva a collegare tutta la Russia), le prime automobili (es. la Ford con Henry Ford, la Fiat), i primi dirigibili (1900), l’aviazione con i primi aerei tra cui il “Wright Flyer” dei fratelli Wright il primo mezzo motorizzato più pesante dell’aria ad aver eseguito un volo. Insieme a queste, avviene anche alla scoperta dell’energia elettrica (Parigi diventa la città della luce con il Palazzo dell’elettricità) che porta alla creazione del telegrafo, del telefono e della radio con Guglielmo Marconi. Albert Einstein scopre la “teoria della relatività” e Sidmund Freud scopre la teoria dell’inconscio e fonda la disciplina della psicoanalisi. Iniziano le prime competizioni sportive come le olimpiadi e il giro d’Italia e nascono le prime squadre calcistiche (es. la Juventus). Si scopre la villeggiatura in albergo anche se sconvenienti. Si diffonde anche il modo di riuscire a curarsi autonomamente quindi in casa grazie all’invenzione dei primi farmaci come l’aspirina della Bayer. Vengono definite le capitali di questa epoca Parigi e Vienna per le corti e i locali si lusso che avevano avuto molta fama e popolarità.

Conquista del mondo e società di consumatori

Con queste invenzioni l’uomo “conquista il mondo” e nasce l’idea che l’uomo può conquistare qualsiasi cosa, soprattutto nell’uomo europeo (così detto uomo bianco). Gli stati europei conquistati dall’ uomo bianco erano ben il 67% e nasce il fardello che gli europei devono conquistare tutto e che l’uomo è al di sopra di tutto. Iniziano così le grandi transatlantiche, cioè l’uomo oltrepassa l’oceano e per il trasporto sia di merci che di persone (Titanic 1912 fu il primo grande fallimento).

La società diventa una “società di consumatori”, cioè che si producono sempre i beni durevoli (si possono usare più volte) come i telefoni ecc., nascono i grandi magazzini, e si scopre il pagamento in rate, e diventa importante una giusta propaganda facendo così nascere la pubblicità. Con Ford nascono le catene d montaggio (grazie al Taylorismo), e di conseguenza le produzioni di serie avendo un maggior guadagno.

Entra in gioco Karl Marx, che stando dalla parte operaia denuncia il fatto che non c’è nessuna tutela per il lavoratore e quindi lo sfruttamento nelle catene di montaggio. Sostenendo i partiti di massa voleva anche lui, la concessione del suffragio universale maschile. Nacquero così le società di massa, cioè una società in cui la maggior parte della popolazione non vive più sparsa nelle campagne, ma concentrata nelle città, avviene quindi un fenomeno di urbanizzazione. I comportamenti tendono però a uniformarsi, facendo si che il pensiero del singolo conti sempre di meno, dando più valore al pensiero del gruppo sociale.

Giolitti e le riforme sociali

Il 1900 inizia con l’attentato di Umberto I a Monza da parte di Gaetano Bresci per vendicare le vittime di Bava Beccaris. Questo evento suscitò un periodo di grandi tensioni, il suo successore fu il figlio Emanuele Vittorio III, che affido immediatamente il governo agli esponenti della Sinistra liberale, e tra essi c’era anche Giovanni Giolitti che poco dopo (1903) diventò presidente del consiglio.

Nel 1903 possiamo definire l’Italia molto più industrializzata al nord e molto più arretrata al sud. Il primo problema che Giolitti andò ad affrontare fu quello dell’integrazione delle masse popolari, infatti decise di collaborare con il rappresentante, rivoluzionario e riformatore del partito socialista Filippo Turati. Quello di Giolitti era un governo liberale, e decise di legalizzare lo sciopero ma solo per motivi economici e non politici ma il nucleo portante della sua politica è la neutralità dello stato: “lo stato non deve intervenire tra le questioni e i rapporti degli operai e della borghesia tranne quando ci sono problemi di ordine pubblico, doveva semplicemente svolgere una funzione di mediatore/arbitro.” Con questo progetto ebbe dei sostenitori (industriali e partito socialista) e degli avversari (agrari, i dirigenti sindacali e il clero con Papa Pio X).

Nel 1904 scoppia lo sciopero generale nazionale (primo d’Europa) per l’uccisione 4 lavoratori, di conseguenza il popolo voleva una maggiore tutela dei lavoratori, Giolitti era contro lo sciopero perché era di natura politica e non economica, ma ne aprofitta per sciogliere il parlamento che li permise di mettere fuori gioco i socialisti e di far salire la Sinistra. Nel 1906 infatti nacque la CGDL (Confederazione Generale Del Lavoro), che tutelava i diritti dei lavoratori e nel 1910 la Confindustria (confederazione generale dell’industria) che tutelava i diritti dei datori di lavoro (imprenditori) che elaborò la serrata (una temporanea chiusura delle aziende, i lavoratori non percepivano lo sciopero).

Giolitti portò anche un ampio programma di riforme sociali:

- legge per la prevenzione e la cura della malaria e della pellagra (con una nutrizione più equilibrata e lotta contro l’alcolismo

- legge sul lavoro femminile (minimo di 12 ore al giorno)

- legge sul lavoro minorile (minimo 12 anni)

- leggi sulla maternità (1 mese di congedo per le donne in gravidanza)

- legge per le assicurazioni degli infortuni (paga mensile in caso di invalidità)

- legge sulla municipalizzazione (i comuni potevano avere i mezzi pubblici)

- legge sul riposo settimanale (24h cioè una giornata)

- leggi sull’istruzione (scuola gratuita fino ai 13 anni)

- leggi sull’orario di lavoro degli operai (minimo di 8 ore al giorno)

- come ultima e più importate le leggi sul diritto di voto, il così detto suffragio universale maschile, consentito a tutti i cittadini maschi che avevano finito il servizio militare e al disopra dei 30 anni.

Sviluppo industriale e disuguaglianze regionali

Con questi cambiamenti Giolitti attira le nazioni straniere, e vide un grosso sviluppo dell’industria siderurgica e metallurgica, si estesero le reti ferroviarie (1905 ferrovia che collega nord e sud), con la nazionalizzazione (acquisizione da parte dello stato della proprietà di privati) del servizio telefonico, queste misure favorirono la formazione del triangolo economico: Milano, Genova, Torino. Con questi cambiamenti in Italia possiamo vedere un innalzamento del livello di vita.

Il meridione purtroppo rimaneva sempre di più arretrato economicamente e nelle infrastrutture, il tasso di analfabetismo era molto maggiore (60%) rispetto che al nord (15%), tutto questo dislivello possiamo dire che favorì il livello di emigrazione da nord a sud e dall’Italia alle Americhe.

Nel 1913 per Giolitti firmò il patto Gentiloni, che segno l’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana, perché capì che lo sviluppo economico che aveva in mente non poteva avverarsi senza la partecipazione di tutte le classi sociali e la sinistra sarebbe stata la più votata

Politica estera e colonie italiane

Riguardo la politica estera Giolitti rimase fedele alla Triplice Alleanza (rimaneva un patto militare difensivo, stipulato nel 1882 a Vienna da Austria, Germania e Italia), nonostante ciò, li permise di tenere buoni rapporti con la Gran Bretagna e con la Francia. Con la Francia c’era in ballo due gravi problemi: le barriere doganali e l’occupazione dei francesi di Tunisi, nel 1911 Italia dichiarò guerra all’ Impero turco-ottomano per strapparli la Libia perché vicina alle coste della Sicilia, l’Italia riuscì ad ottenerla e venne definita la prima colonia italiana.

Nel 1914 Giolitti fu costretto a dare le dimissioni nel 1914, con la sostituzione di Antonio Salandra.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'impatto del protezionismo sull'economia italiana alla fine del XIX secolo?
  2. Il protezionismo ha aiutato a superare la crisi economica iniziata nel 1878, proteggendo i prodotti nazionali dalla concorrenza straniera.

  3. Quali sono stati alcuni dei principali sviluppi tecnologici e sociali durante la Belle Epoque?
  4. Durante la Belle Epoque, ci sono stati significativi progressi tecnologici come l'industrializzazione, l'elettrificazione, l'invenzione del telegrafo, del telefono, della radio, e lo sviluppo dei trasporti come le automobili e gli aerei. Socialmente, si è assistito alla nascita di una società di massa e di una classe operaia.

  5. Quali furono le principali riforme sociali introdotte durante l'età giolittiana?
  6. Durante l'età giolittiana, furono introdotte riforme come la legalizzazione dello sciopero per motivi economici, leggi sul lavoro femminile e minorile, leggi sulla maternità, assicurazioni per infortuni, municipalizzazione dei servizi pubblici, riposo settimanale, istruzione gratuita fino ai 13 anni, e suffragio universale maschile.

  7. Come ha influenzato l'industrializzazione la società italiana all'inizio del XX secolo?
  8. L'industrializzazione ha portato a una maggiore urbanizzazione, con la popolazione che si concentrava nelle città, e ha creato una nuova classe sociale di operai e imprenditori, contribuendo alla formazione di una società di massa.

  9. Quali furono le conseguenze della politica estera di Giolitti per l'Italia?
  10. Giolitti mantenne l'Italia fedele alla Triplice Alleanza, migliorando i rapporti con Gran Bretagna e Francia. L'Italia dichiarò guerra all'Impero turco-ottomano, ottenendo la Libia come prima colonia italiana, rafforzando così la sua posizione internazionale.

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