Concetti Chiave
- Il regime di Franco in Spagna è stato influenzato dalle tendenze fasciste europee degli anni '30, favorito dagli aiuti italiani e tedeschi durante la guerra civile.
- Nei primi anni '40, il franchismo è stato caratterizzato da un totalitarismo repressivo verso le minoranze e gli oppositori politici, sebbene alcuni lo considerino più autoritario che totalitario.
- La Seconda Guerra Mondiale ha segnato un salto verso la guerra totale, con la Germania che ha adottato una strategia espansionista razzista, culminando in azioni di pulizia etnica.
- In Italia, il regime fascista di Mussolini ha introdotto leggi repressive e ha instaurato una dittatura, culminando nella deportazione di massa e nella collaborazione con i nazisti.
- Il fascismo italiano ha promosso politiche razziali già con la guerra in Etiopia, anticipando le leggi antirazziali del 1938 e creando un precedente importante nella storia italiana.
Indice
Il ruolo di Franco
In Spagna politologi, storici, opinionisti si interrogano sul ruolo svolto da F. Franco e sul carattere del regime da lui instaurato (dalla vittoria nella guerra civile nel 1939 fino al giorno della sua morte). Le origini del franchismo sono da collocare nell’Europa degli anni ’30 e nel contesto dei regimi fascisti o tendenzialmente tali del periodo. Ciò non perché la sollevazione non avesse inizialmente per obiettivo la costituzione di un regime di questo tipo, o la conseguente guerra civile abbia avuto caratteristiche di rivoluzione fascista, quanto piuttosto perché la tempestiva internazionalizzazione del conflitto e gli aiuti italiani e tedeschi hanno influito notevolmente nel rafforzare le tendenze fasciste all’interno della nazione spagnola, fino a che l’andamento della seconda guerra mondiale non ha costretto Franco a prendere le distanze dall’Asse (Roma – Berlino – Tokio). “Per tutti gli anni ’40 e fino all’inizio del ’50, il franchismo è stato un regime totalitario, con atteggiamenti repressivi verso le minoranze etniche e le autonomie territoriali (baschi, catalani, galiziani), come verso gli oppositori politici - dice Alfonso Botti. Non ha alcun fondamento storico affermare che ha preparato il passaggio alla democrazia. Don Luigi Sturzo ha usato parole durissime nei confronti di Franco, così come Maritain, G. Bernanos, Giovanni XXIII, Paolo VI”. Di parere diverso è Giorgio Rumi: “Quello di Franco è stato un regime autoritario, non totalitario: non ha avuto quei caratteri globali di totalitarizzazione che si sono avuti con Mussolini, Hitler e Stalin. Nella guerra civile Ftanco è riuscito a guidare l’opposizione alla coalizione di sinistra, e al termine degli scontri ha guidato il Paese verso la monarchia e verso un ritorno liberale, accantonando la Falange”.
La guerra totale
La Seconda Guerra Mondiale, più ancora della Prima, rappresenta un salto verso la guerra “totale”, nella quale scompare la distinzione tra civili e combattenti: è un conflitto che rappresenta non solo la lotta fra le grandi potenze, ma anche fra le due concezioni diverse, ed alternative, della civiltà e dell’ordine internazionale, un conflitto cioè con una forte caratterizzazione ideologica. Ma nel caso della strategia tedesca si ritrova un particolare tipo di espansionismo, con una valenza specificatamente razzista che, nei confronti delle popolazioni ebree e slave, si trasforma in azioni di “pulizia etnica”.
Le stragi tedesche in Italia
Quanto alle stragi tedesche in Italia (compiute dopo l’Armistizio firmato con gli Alleati l’8/9/1943), i generali, orgogliosi di portare un nuovo “ordine europeo”, non nascondono un certo disprezzo nei confronti dei partigiani, scaturito probabilmente dal “complesso del tradimento” subito.
La dittatura fascista
Al varo delle “leggi fascistissime” (1925–1926), con le quali Mussolini instaura la dittatura (liquidando lo Stato liberale), Gentile firma il “Manifesto degli Intellettuali Fascisti” e Croce quello degli “Intellettuali Antifascisti”. Segue un’ondata di terrore ad opera delle “squadracce” e la creazione dell’Ovra (la polizia politica.). Quattro falliti attentati al Duce hanno giustificato la vasta azione repressiva, nella cui elaborazione hanno avuto un ruolo fondamentale il Guardasigilli Rocco e Federzoni.
Deportazioni e politica razziale
Nel 1943 anche in Italia è stata attivata la pratica nazista della deportazione di massa nei campi di sterminio, uno dei quali è attivo nel territorio nazionale, a Trieste, la cosiddetta “Risiera di San Sabba”. De Felice, invece, nega l’esistenza del fenomeno del fascismo e lo identifica soltanto nella figura di Mussolini. Seguendo questa visione è impossibile collocare l’evento rispetto alla storia della nostra Nazione: questa – a detta dell’esperto – è una visione molto riduttiva, soprattutto se si tiene conto delle testimonianze storiche e dei documenti che ancora oggi attestano svolti i fatti accaduti (indipendentemente dalla loro natura e dal fatto che vengano accettati, condivisi o meno). Il primo esperimento di vera e propria politica razziale promosso dal fascismo in Italia si è avuto – secondo Renzo De Felice – con la guerra in Etiopia, dove i connazionali si sono distinti per l’uso massiccio di armi chimiche, per le uccisioni di massa, per le devastazioni, per la violenta e la sanguinosa repressione della guerriglia contro le truppe d’occupazione. L’organica legislazione razziale applicata nell’Africa italiana rappresenta un precedente di rilievo per capire gli avvenimenti del 1938, quando sono state promulgate le leggi antirazziali.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo degli aiuti italiani e tedeschi nel rafforzamento del franchismo in Spagna?
- Come viene descritto il regime di Franco secondo Alfonso Botti e Giorgio Rumi?
- Quali sono le caratteristiche della Seconda Guerra Mondiale secondo il testo?
- Quali eventi sono associati alla dittatura di Mussolini in Italia?
- Come viene interpretato il fenomeno del fascismo in Italia da Renzo De Felice?
Gli aiuti italiani e tedeschi hanno influito notevolmente nel rafforzare le tendenze fasciste in Spagna, specialmente durante la guerra civile, fino a quando Franco ha dovuto prendere le distanze dall'Asse durante la Seconda Guerra Mondiale.
Alfonso Botti descrive il franchismo come un regime totalitario con atteggiamenti repressivi, mentre Giorgio Rumi lo considera un regime autoritario, non totalitario, che ha guidato la Spagna verso la monarchia e un ritorno liberale.
La Seconda Guerra Mondiale è descritta come una guerra "totale" con una forte caratterizzazione ideologica, dove scompare la distinzione tra civili e combattenti, e include un espansionismo tedesco con valenza razzista.
La dittatura di Mussolini è associata al varo delle "leggi fascistissime", alla creazione dell'Ovra, e a una vasta azione repressiva giustificata da attentati falliti al Duce, con un ruolo fondamentale di Rocco e Federzoni.
Renzo De Felice nega l'esistenza del fenomeno del fascismo come movimento, identificandolo solo con Mussolini, e considera questa visione riduttiva rispetto alle testimonianze storiche e ai documenti esistenti.