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Concetti Chiave

  • La Rivoluzione Francese segnò la fine dell'Ancien Régime, eliminando privilegi per nobiltà e clero, e trasformando la struttura sociale ed economica della Francia, con la borghesia in crescita che cercava maggiore rappresentanza politica.
  • Il Terzo Stato, composto principalmente da borghesi, si ribellò contro il sistema di voto per ordine degli Stati Generali, portando alla formazione dell'Assemblea Nazionale Costituente e alla proclamazione della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino.
  • La Rivoluzione si articolò in diverse fasi e rivoluzioni, tra cui quella parlamentare, dei sanculotti e dei contadini, culminando con la presa della Bastiglia e il consolidamento della Repubblica Francese dopo l'abolizione della monarchia.
  • Napoleone Bonaparte emerse come figura dominante dopo il periodo rivoluzionario, instaurando il Consolato e poi l'Impero, caratterizzato da riforme amministrative e giuridiche, come il Codice Civile Napoleonico, e da campagne militari che ridisegnarono la mappa geopolitica dell'Europa.
  • Nonostante le conquiste iniziali, le campagne militari di Napoleone portarono a una vasta coalizione contro di lui, culminando nella sua sconfitta definitiva a Waterloo e al successivo esilio a Sant'Elena, segnando la fine del suo dominio e il ritorno della monarchia in Francia.

Indice

  1. Le rivoluzioni del 1700
  2. La società francese pre-rivoluzionaria
  3. Il regime assolutista e le tasse
  4. La borghesia e l'Illuminismo
  5. Jacques Necker e le riforme fiscali
  6. Convocazione degli Stati generali
  7. La questione del voto negli Stati generali
  8. Il giuramento della Pallacorda
  9. Le cause della rivoluzione francese
  10. Le tre rivoluzioni francesi
  11. La presa della Bastiglia e la Grande paura
  12. L'assemblea costituente e la Dichiarazione dei diritti
  13. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
  14. La rivoluzione, il re e la chiesa
  15. La costituzione civile del clero
  16. La fuga del re e la reazione popolare
  17. Club politici e suffragio censitario
  18. La costituzione del 1791
  19. La guerra del 1792
  20. La condanna a morte del re Luigi XVI
  21. Problemi esterni e interni alla Francia
  22. I giacobini al governo
  23. Il governo del terrore
  24. Donne, madri e cittadine
  25. La fine della rivoluzione
  26. Le tre costituzioni francesi
  27. Storiografia della rivoluzione francese
  28. L'impero napoleonico
  29. Napoleone al potere
  30. Politica interna di Napoleone
  31. Il Codice civile napoleonico
  32. Le gerarchie familiari nel Codice civile
  33. L'Europa contro Napoleone
  34. Le coalizioni antifrancesi
  35. La campagna di Russia e la sconfitta
  36. La sesta coalizione e l'esilio di Napoleone
  37. I 100 giorni e la sconfitta finale
  38. Le memorie di Napoleone a Sant'Elena

Le rivoluzioni del 1700

Nel 1700 le rivoluzioni (inglese, americana e francese) hanno cambiato il volto dell'Europa. Durante la rivoluzione francese avremo l'eliminazione dell'ancient regime, ovvero delle classi sociali che godevano di parecchi privilegi.

La società francese pre-rivoluzionaria

La Francia non è come l'Inghilterra, dove è nata la classe operaia, mentre in Francia non vi è assolutamente questo sviluppo industriale. L'80% della popolazione vive di agricoltura, dunque nonostante sia una civiltà sviluppata dal punto di vista culturale, dal punto di vista economico il settore trainante è quello agricolo. Il feudalesimo è già finito, ma ci sono delle caratteristiche che continuano a esistere. I proprietari della terra sono per l'80% l'aristocrazia e per il 10% il clero. La restante parte è del Terzo Stato, ovvero il ceto borghese, che era molto cresciuta e costituisce il 98% della popolazione e su cui gravano tutte le tasse.

Il regime assolutista e le tasse

In questo periodo persiste ancora un regime assolutista con Luigi XVI. I privilegi sono detenuti dal 2% della popolazione, infatti non pagano le tasse. Dunque i nobili non pagano nulla ma possiedono l'80% della proprietà terriera. La Francia è andata avanti così per molti secoli, ma a seguito della guerra dei 7 anni, le casse dello stato francese si sono notevolmente indebolite. Dunque alla fine della guerra, le tasse pagate dal 98% non bastavano più, in quanto le uscite sono state molto maggiori delle entrate. Proprio per questo i ministri suggerirono di far pagare anche coloro che fino a quel momento non avevano pagato.

La borghesia e l'Illuminismo

La borghesia in questo periodo prende consapevolezza di appartenenza, dunque o tutti pagano o viceversa vogliono far sentire il loro peso politico. Sicuramente tutti questi ideali sono tratti dall'Illuminismo, in quanto i borghesi sono per lo più colti. Inoltre il regime dei privilegi, poteva accedere alle alte cariche dello stato e all'esercito. La borghesia si era insediata nella burocrazia dello stato, in quanto le cariche si compravano.

Jacques Necker e le riforme fiscali

I sovrani francesi non hanno bisogno di tanti ministri ma solo di uno, che è quello dell'economia. Jacques Necker era un ministro francese, famoso per aver falsificato nel 1781 il bilancio, per evitare di dichiarare bancarotta. In realtà questa cosa non funzionò del tutto, perchè non fu abbastanza, dunque Necker propose al re di far pagare le tasse anche al clero e alla nobiltà. Il re non vuole perchè sa che questi potrebbero ribellarsi e il suo assolutismo verrebbe meno, chiaramente nessun re vuole liberarsi del potere.

Convocazione degli Stati generali

L'alternativa a questo è quella di convocare gli Stati generali (parlamento francese) che avverrà il 5 maggio 1789, non venivano convocati da moltissimo tempo perchè servivano solo per inserire nuove tasse o cambiare il sistema fiscale; il re non ha però considerato che durante tutto questo tempo la società è cambiata e che i borghesi hanno acquisito la consapevolezza.

La questione del voto negli Stati generali

A questi stati generali, presero parte il clero, i nobili e la borghesia. Tra questi però dobbiamo considerare che c'è la grande nobiltà e i nobili decaduti, i cardinali e i preti di campagna, i borghesi professionisti e i contadini arricchiti. I borghesi, essendo in maggioranza, chiesero di avere più rappresentati in parlamento e ciò fu accettato dal re. Negli Stati generali c'è un'altra questione, ovvero il sistema elettorale era totalmente sbagliato (voto per ordine), in quanto ogni classe esprimeva un voto, dunque il clero e la nobiltà per prevalere si sarebbero sempre messi d'accordo. I borghesi dunque chiesero anche di cambiare il sistema elettorale (voto per testa) che il re non gli concede. Il problema è che la borghesia ha degli ideali e sta lottando per avere questa votazione per testa, nonostante questo i borghesi si presentano all'assemblea. Durante questo periodo vi fu un periodo di grande democrazia, infatti il popolo presentò i cahiers de doléances (i quaderni delle lamentele) dove ognuno poteva esprimere il proprio disappunto riguardo ai vari problemi (diritti, salvaguardia) e che si dovevano discutere in parlamento. In realtà queste lamentele venivano lette, ma non servivano a nulla. Dunque furono convocati gli stati generali, dove vi è un cerimoniale particolare: prima entravano gli esponenti della nobiltà, poi il clero e infine i borghesi; che erano distinti per il loro modo di vestirsi. L'assemblea era formata da diversi gruppi:

> aristocratici e monarchici, che sostenevano l'antico regime, dunque volevano continuare a non pagare le tasse;

> democratici, borghesi e repubblicani, contrari alla monarchia;

> costituzionali, i borghesi delle professioni, che sostenevano il parlamento, la costituzione e anche il re, ma vogliono cambiare le cose e vogliono anche il loro peso politico (erano la maggioranza).

Il giuramento della Pallacorda

Il 20 giugno, il Terzo Stato chiese ancora una volta di poter votare per testa essendo il 98% della popolazione, il re non accettò. Proprio per questo decisero di abbandonare l'aula e ne crearono un'altra, chiamata Sala della Pallacorda (simile al tennis), inoltre fecero anche un giuramento dove si dichiaravano un'assemblea nazionale costituente, ovvero solo loro avrebbero potuto prendere le decisioni per il paese. Anche i piccoli nobili e il piccolo clero si aggregarono alla Sala della Pallacorda, dunque il re fu costretto ad accettare quello che i borghesi si erano presi con le loro mani. Il re li riconosce il 9 luglio come nuova assemblea costituente. Si chiama assemblea nazionale costituente, nazionale, perchè ne fanno parte tutti i rappresentanti e costituente, perchè hanno il diritto di legiferare.

Le cause della rivoluzione francese

Le cause della rivoluzione furono:

> ideologiche e sociali, ovvero si volevano cancellare tutte le disuguaglianze sociali, inoltre la Francia segue l'esempio della rivoluzione americana;

> immediate, ovvero la disoccupazione e l'inflazione che era davvero molto elevata, inoltre Luigi XVI e Maria Antonietta non sono molto amati in Francia;

Le tre rivoluzioni francesi

Inoltre ci furono tre rivoluzioni: quella parlamentare, dei sanculotti e dei contadini. Nonostante la rivoluzione dei sanculotti e quella dei contadini saranno strumentalizzate dai parlamentari, ci furono comunque tre rivoluzioni differenti. La rivoluzione parlamentare (1789) è avvenuta fino ad ora solo all'interno del parlamento, perchè il terzo stato hanno voluto creare la fine dell'assolutismo e la nascita di un paese più costituzionale. La rivoluzione dei sanculotti che avvenne nella città, i cittadini con i borghesi si ribellarono, si concluse poi la presa della bastiglia. La rivoluzione dei contadini si ha perchè vorrebbero abbattere le loro usurpazioni. La rivoluzione parte dal Parlamento ma poi si estende al di fuori, questo ci fa capire che la coscienza di classe non ce l'ha solo il borghese, ma anche i contadini la hanno perchè non vogliono più essere sfruttati. La differenza tra stati e assemblea è che nello stato si vota per ordine, mentre nell'assemblea si vota per testa. Oltre ad esserci una grave crisi economica, c'è anche una forte crisi agraria e quindi aumentano i prezzi. Aumentando il costo della vita, il popolo si rivolta ovviamente.

La presa della Bastiglia e la Grande paura

Il 5 ottobre 1789 un gruppo di rivoltosi andò ad assalire l'Hotel de Ville, che è il luogo dove ci sono le armi. In seguito vi fu la presa della Bastiglia il 14 luglio, era un carcere e dunque era il simbolo dell'ancient regime. Il popolo di Parigi organizza un piccolo esercito, chiamato Guardia Nazionale, con a capo il generale La Fayette, che combattè anche durante la rivoluzione americana. La cosa non rimane solo a Parigi, ma tutte le città (e soprattutto le campagne) della Francia cominciarono a insorgere. I contadini erano molto pericolosi, perchè utilizzavano il fuoco per incendiare le case degli aristocratici e ciò provocò un'ondata di panico che fu definito la Grande paura.

L'assemblea costituente e la Dichiarazione dei diritti

L'assemblea costituente deve sicuramente prendere delle misure per arginare questo fenomeno all'interno della Francia, i borghesi non pensavano che sarebbe successo tutto questo, infatti è il popolo che da vita a questa guerra civile. Il 4 agosto del 1789 l'assemblea costituente comincia a legiferare e elimina gli ordini feudali, che erano il principale motivo per il quale si stavano ribellando. Accanto a questo fecero anche la Dichiarazione dei diritti, fortemente voluta da La Fayette.

La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino

La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (p.212)

I principi enunciati sono: il diritto alla vita, alla libertà e all'uguaglianza. Inoltre è importante il principio della proprietà privata, considerata come un principio da difendere, in quanto solo così si possono evitare le derive da parte dei contadini, quindi per salvaguardare gli ideali di tipo comunistico. Il diritto di resistenza all'oppressione, dovuta all'oppressione esercita dallo stato e bisogna resistere però c'è un limite alle libertà individuali, ovvero la tutela dell'ordine pubblico. Per libertà si intende qualcosa di limitato che mantiene l'ordine pubblico.

Art. 1 – Tutti gli uomini hanno gli stessi diritti, ma sono diversi dal punto di vista sociale. Un esempio molto chiaro è che chi ha una proprietà si trova sicuramente in una posizione superiore rispetto a chi non ce l'ha.

Art. 2 – I diritti naturali dell'uomo sono la libertà, la proprietà (Rousseau) che evidenzia le differenze degli uomini, la sicurezza e la resistenza all'opressione, dunque io mi posso ribellare (diritti giusnaturalistici).

Art. 3 – La sovranità risiede nella nazione e non nel re, prima il sovrano era il re mentre da questo momento in poi il re diventa espressione dei francesi. Questo articolo è molto importante perchè in seguito servirà per la formazione della costituzione, quindi si ha il passaggio da monarchia assoluta a monarchia costituzionale.

Art. 4 – La libertà consiste nel fare ciò che non nuoce agli altri, perchè altrimenti deve intervenire la legge. Se io godo di determinati diritti non posso limitare quelli degli altri, perchè altrimenti non rispetto il principio della libertà.

Art. 5 – Questo è il principio della legalità, perchè può negare solo ciò che nuoce agli altri. Io faccio solo ciò che la legge mi ordina, in quanto la legge si occupa della sfera sociale.

Art. 6 – La legge è l'espressione della volontà generale, ne ha già parlato Rousseau. Come quando vengono fatte le leggi ad personam, ovvero ogni governo fa delle leggi che gli convengono. Ciò ci fa capire che le leggi non possono accontentare il singolo individuo, ma devono fare l'espressione del popolo. La legge è uguale per tutti, a prescindere dalle distinzioni sociali.

Art. 7 – Nessun uomo può essere arrestato se la legge non lo prevede, altrimenti si parla di abuso di potere.

Art. 8 – La legge punisce i colpevoli e ogni azione ha le sue conseguenze (Cesare Beccaria).

Art. 9 – Nessuno può essere dichiarato copevole fino a quanto non c'è stato un processo, perchè altrimenti si tratta di un abuso.

Art. 10 – Questo articolo enuncia la libertà di espressione, anche dal punti di vista religioso (Voltaire), a meno che turba l'ordine pubblico.

Art. 11 – Questo articolo esprime la libertà di parola e di pensiero.

Art. 16 – La società deve fondarsi sulla separazione dei poteri (Montesquieu), perchè se no si va verso un regime totalitario.

Art. 17 – Enuncia il diritto della proprietà privata (John Lock).

La rivoluzione, il re e la chiesa

La rivoluzione, il re e la chiesa

Il territorio francese è diviso in 83 dipartimenti entro cui c'è l'espressione della municipalità (corrisponde ai comuni più grandi).

La costituzione civile del clero

La Francia ha un grosso problema di carattere economico, dunque i costituzionalisti hanno deciso di fare la costituzione civile del clero (1790). La chiesa ha un grande territorio, per cui lo stato interviene requisendo i possedimenti della chiesa, vengono sciolti gli ordini contempletivi. Lo stato aveva intenzione di vendere queste terre a piccoli lotti, in modo da poter risollevare la sua economia, il problema è che lo stato non ha la moneta per cui emetto una sorta di cambiali, chiamati assegnati. Non avendo soldi cominciò la circolazione di questi assegnati, che sostituirono la moneta, ciò costituì un vero fallimento e portò all'inflazione. Il clero doveva essere stipendiato dallo stato e i preti venivano nominati dalla municipalità e dovevano giurare fedeltà a questa costituzione. Il problema è che all'interno della Francia non fu per nulla accettata, dunque i preti si divisero in preti refrattari (si rifiutano di giurare e rimangono sotto la chiesa di Roma, sono la maggioranza) e preti costituzionalisti (che aderirono alla costituzione). Tutte queste cose devo chiaramente essere firmate dal re, ma in realtà non gli convengono quindi cerca di temporeggiare.

La fuga del re e la reazione popolare

Il popolo e le donne soprattutto, iniziarono a marciare verso Versaille e trasferirono la sede del re a Parigi per poterlo tenere sotto controllo. Il re fu costretto a firmare gli atti e proprio per questo cominciò a prendere contatti con suo cognato, l'imperatore d'Austria, in modo da fargli credere che anche nel suo regno poteva esserci una ribellione come in Francia. Il re sta tramando contro il suo popolo, cosa gravissima, che lo porterà poi ad essere odiato e ucciso. Nel 1791 la regina e l'imperatore organizzarono la fuga, c'erano quasi riusciti quando furono catturati e riportati a Parigi. La fuga del re ha destato grande scalpore, in quanto il re viene identificato come un grande traditore, lui infatti voleva andare in Austria in modo che il cognato potesse aiutarlo a riappacificarsi con il popolo.

Club politici

Club politici e suffragio censitario

In Francia non c'era il suffraggio universale, perchè non tutti la volevano, la prima votazione che venne fatta era una votazione di tipo censitario, ovvero che il diritto di voto spetta solo a coloro che hanno un determinato reddito. I cittadini erano divisi in cittadini passivi (godono dei diritti civili e politici ma non possono votare) e attivi (si dividono in elettori e eleggibli). I cittadini attivi elettori erano coloro che avevano un reddito uguale o superiore a 5 franchi, per essere un cittadino eleggibile bisognava avere un reddito molto più superiore, intorno a 45 franchi. Dunque nell'assemblea andavano a confluire solo i ricchi. La Francia è il primo luogo dove nascono i club, ma in realtà si tratta dei partiti politici. Un partito si forma perchè un gruppo di persone hanno una coscienza politica e lottano per gli ideali che professano. I gruppi politici si riunivano in posti strani e prendono i nomi proprio dal posto in cui si riunivano. In realtà nasce dapprima un solo partito dal quale nascono poi tutti gli altri, questo movimento è quello dei giacobini. I giacobini, capeggiati da Massimiliano Robespierre, sono composti dalla piccola e dalla media borghesia, gli ideali portati avanti sono per lo più democratici e fortemente repubblicani, ovvero non vogliono più il re. Dai giacobini nascono i cordiglieri (repubblicani), capeggiati da Marat e Danton, ciò per cui lottano è il miglioramento delle condizioni del popolo e vorrebbero anche educarlo attraverso i giornali. Inoltre nascono anche i foglianti, con a capo La Fayette e Mirabeau, che si distanziano in quanto si schierano a favore del re e che vorrebbero la monarchia costituzionale.

La costituzione del 1791

La costituzione del 1791

La Francia era passata da monarchia assoluta a monarchia costituzionale, ovvero hanno una costituzione. Il 3 settembre fu approvata la costituzione che prevede la separazione dei tre poteri: il re possiede il potere esecutivo, può respingere una legge ma poi passa (voto sospensivo) ed è il capo dell'esercito; il potere legislativo è affidato all'assemblea legislativa che si rinnova ogni due anni, inoltre Robespierre fece mettere una clausola, ovvero l'assemblea ogni due anni si doveva rinnovare del tutto in modo da eliminare la corruzione; il potere giudiziario è affidato alla magistratura, si tratta di un potere a sè. Se si dovesse fare la guerra non è il re a deciderlo, ma l'assemblea. Inotre l'assemblea venne sciolta e nel 1791 divenne Assemblea legislativa, perchè può fare le leggi.

La guerra del 1792

La guerra del 1792

A seguito della fuga del re, il popolo insorge e l'esercito interviene a Campo di Marte massacrando il popolo. Vediamo quindi, che l'assemblea sta andando contro il popolo stesso, il popolo vuole la testa del re, mentre i foglianti lo difendono e l'assemblea inizialmente non vorrebbe. Nel frattempo l'imperatore d'Austria e la Prussia vogliono dichiarare guerra alla Francia per quello che il popolo francese aveva fatto nei confronti del re, dunque nel 1792 decisero di dichiarare guerra contro la Prussia e l'Austria in modo da partire avvantaggiati. La crisi agraria non si è ancora risolta e nemmeno l'inflazione è stata risanata, infatti in Francia ci sono moltissimi problemi. Fare guerra viene visto come la risoluzione di tutti in problemi, infatti sicuramente avranno un bottino di guerra se la vincono quindi le risorse finanziarie possono aumentare, dal punto di vista della politica internazionale vorrebbero eliminare l'ancient regime, quindi vogliono espandere la rivouzione. Il re è d'accordo nel fare guerra, in quanto è d'accordo con l'imperatore Leopoldo (nipote di Maria Antonietta), perchè sa che l'esercito francese è malpagato dunque l'esercito nemico è sicuramente più forte e la perdita dei francesi era quasi sicura, in questo modo il re può poi restaurarsi. Robespierre è l'unico che si oppone alla guerra, perchè aveva compreso che non era il momento adatto per fare guerra. Dai giacobini in questo momento si scinde un altro gruppo, ovvero i girondini, che vedono la guerra come un opportunità che può dare interessi. Nell'assemblea a destra ci stanno i foglianti (moderati), alla sinistra ci stanno i giacobini e i cordiglieri. I foglianti cercano di proteggere il re, ma i sanculotti continuano a fare pressione sull'assemblea, dunque in attesa di un reale processo il re viene sospeso dalle sue funzioni, dunque non può esercitare il potere esecutivo. Al suo posto nasce la Comune, che si occupava del potere esecutivo. Inotre il popolo assale le prigioni, in quanto si venne a sapere che all'interno delle prigioni si stava complottando contro la rivoluzione, il popolo ha paura di perdere i diritti che erano stati dati durante questi anni, quindi vedono nemici da tutte le parti. Il 20 settembre 1792 si va a votare il suffraggio universale e non censitario e l'assemblea legislativa prende il nome di Convenzione. I deputati sono in tutto 749. Al centro si siedono i deputati senza orientamento politico (chiamati pianura e in seguito palude, in quanto sono opportunisti e dipendono da loro le decisioni), alla destra vi sono i girondini (gli interessa l'economia) e i moderati (vogliono il re) che erano portavoce del mondo degli affari e favorevoli al libero mercato, alla sinistra abbiamo i giacobini e cordiglieri (chiamati montagnardi) rappresentano il popolo e la piccola e media borghesia. La Guerra fu un disastro e l'esercito del re fu smantellato e vinse solo la battaglia di Valmy con l'aiuto dei Marsigliesi. In nome di questa vittoria, il 21 settembre la Convenzione abolisce la monarchia e nasce la repubblica.

La condanna a morte del re Luigi XVI

La condanna a morte del re Luigi XVI

Il re era stato precedentemente sospeso e il suo ruolo era stato dato alla Comune. I foglianti e i girondini vorrebbero salvarlo, perchè sono moderati; mentre Robespierre e Saint-Just portarono le prove che il re aveva tradito il popolo. Il re dunque viene processato con le prove portate da Robespierre, per cui anche i moderati compresero che il re non poteva essere difeso e lo condannarono a morte all'unanimità. Il 20 gennaio del 1793 Luigi XVI viene condannato a morte, il giorno seguente fu ghigliottinato. Per il popolo questo evento era una vera e propria festa a cui assistevano anche i bambini e i padri gli davano uno schiaffetto, per ammonirli nel diventare dei traditori. Maria Antonietta fu poi uccisa nell'ottobre del 1793.

Problemi esterni e interni

Problemi esterni e interni alla Francia

Nonostante fosse stata abolita la monarchia, vi erano comunque dei problemi all'interno del paese. La Convenzione si convinse del delirio di onnipotenza, ovvero decidono di muovere guerra anche contro la Gran Bretagna. L'inghilterra chiaramente era più forte, in quanto si alleò con molti paesi: Prussia, Austria, Spagna, regno di Sardegna, granducato di Toscana, stato della Chiesa e regno di Napoli. Esportare la rivoluzione con un esercito malpagato non era assolutamente possibile, infatti tutto quello che avevano conquistato lo hanno completamente perso. Chiaramente fare guerra comporta dispendio di denaro e anche di uomini, ma non c'era più nessuno disposto a farlo, per cui si decise di mettere la lega obbligatoria. A proposito di questo la Vandea (per lo più contadini) era una regione dove la gente pagava le tasse e inoltre si ritrovava a dover andare a combattere per il paese, ciò non fu per niente gradito e cominciarono a ribellarsi. Nella Vandea nasce dunque il partito dei controrivoluzionari, che non volevano più fare rivoluzioni. A seguito di questo nasce una vera e propria guerra civile, accanto a loro ci sono: il clero refrattario (costituzione civile del clero) e alcuni nobili. Ciò sottolineò la rottura tra il popolo di campagna e il popolo di città, il popolo di campagna diventa controrivoluzionario perchè a mala pena riesce a sopravvivere e non riescono a sostenere ancora l'inflazione. La Convenzione si ritrova dunque a dover combattere sia nella guerra civile che nella guerra contro mezza Europa, pur non avendo risorse economiche. I girondini hanno voluto la guerra, dunque i sanculotti insorsero e presero il potere i giacobini.

I giacobini al governo

I giacobini al governo

All'interno della Convenzione vi è un ribaltamento, per cui la pianura non vota più, inotre i girondini perdono fiducia e quindi vi è un cambiamento al vertice della convenzione. I giacobini salgono al potere, prima di tutto deve essere modificata la costituzione anche se non entrò mai in vigore. Viene eliminata quella forma di riforma elettorale che era stata fatta, mentre viene ammesso il suffraggio universale per i cittadini al di sopra dei 25 anni. Il potere legislativo viene dato all'Assemblea, che viene eletta dal popolo. L'assemblea a sua volta crea un consiglio composto da 24 membri che detiene il potere esecutivo. Oltre ai diritti che erano stati sanciti precedentemente vengono introdotti anche il diritto al lavoro e il diritto all'opposizione. La costituzione del '93, non entrò in vigore perchè chiaramente dovevano affrontare i diversi problemi. Robespierre sosteneva che prima bisognava rafforzare il potere esecutivo, tramite il Comitato di salute pubblica, ovvero bisognava garantire il benessere collettivo (ciò dimostrava un retrocedere della democrazia). Accanto a questo nasce il Tribunale rivoluzionario, contro coloro che erano anti rivoluzionari anche se di per sè la rivoluzione si era conclusa con i giacobini al potere. Nel comitato vi era il trumvirato formato da Robespierre, Saint-Just e Couthon che prendevano tutte le decisioni. Il comitato come prima cosa deve sistemare il problema dell'inflazione, dunque viene emesso il carmiere dei prezzi, ovvero vi era un limite massimo per il costo di ogni prodotto. Inotre ci sono altri due problemi: la ribellione della Vandea e la guerra, che non può chiaramente essere fermata. Robespierre tentò una sorta di mediazione con la Vandea, ma non ne voglio sapere per cui gli manda l'esercito e li fa uccidere. Per sedare la ribellione lui spara sul suo stesso popolo. Inoltre viene ucciso Marat, per cui la guerra civile diventa eccessivamente pericolosa.

Il governo del terrore

Il governo del terrore

Robespierre trasformò tutto in una dittatura. Inoltre venne sancita anche la legge dei sospetti, ovvero una qualsiasi persona ne accusava un'altra e questa veniva uccisa, in modo che non vi fossero antirivoluzionari. In questo modo si va contro la costituzione, in quanto si sancisce che nessuno può essere ucciso senza essere processato e dichiarato colpevole. Solo a Parigi furono uccise più di 2600 persone a causa di questa legge. Robespierre inoltre crea un nuovo calendario, non essendo cristiano comincia ad eliminare tutte le feste dei santi e istaura il culto della Dea Ragione, inotre cambia i nomi dei mesi e l'ordine dei giorni nei mesi. Nonostante questo la popolazione rimane legata alla tradizione. Nel frattempo si formarono due partiti: indulgenti e hebertisti. Nella convenzione gli indulgenti chiesero a Robespierre di smetterla di mietere vittime, mentre gli hebertisti vogliono che continui, ma lui decide di ucciderli entrambi perchè pensa che tramino contro di lui. Proprio per questa ragione organizzarono un colpo di stato, Robespierre, Saint-Just e Couthon furono catturati dai loro stessi collaboratori il 9 termidoro (27 luglio 1794) e giustiziati senza processo. In seguito prenderanno il potere i girondini.

Donne, madri e cittadine

Donne, madri e cittadine

Le donne in questo periodo hanno un ruolo importante, scesero in campo per fare scendere il re, ad esempio Olympe de Gouges scrive la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, ovvero un documento inerente solo alle donne perchè vuole il diritto di voto, l'uguaglianza davanti alla legge e negli incarichi pubblici. Chiedono l'uguaglianza tra i due sessi.

La fine della rivoluzione

La fine della rivoluzione

La morte di Robespierre mise fine alla rivoluzione che era nata inizialmente. La Francia in questo periodo ha una grande istabilità e l'unica cosa che gli permise di andare avanti fu il rafforzamento del potere esecutivo, dando molto più potere all'esercito. Dopo la morte di Robespierre il potere torna nelle mani dei girondini, ciò significa che si tratta della borghesia benestante. Loro vogliono portare il paese verso la normalizzazione, eliminando tutti i conflitti, infatti i primi atti che furono fatti riguardano l'eliminazione dei tribunali speciali e del maximum dei prezzi, che fece nuovamente insorgere il popolo. In questo periodo nasce la lotta contro i giacobini rimasti che passa alla storia come "Terrore bianco" e inoltre rinasce il partito dei realisti, che fanno riferimento ai regnanti Borbonici ovvero al fratello del re Luigi XVI, Luigi XVIII, perchè vogliono restaurare la monarchia. I borghesi sono furbi in quanto si servono dei realisti per eliminare i giacobini e rimasti i realisti li massacrano con l'aiuto dell'esercito. Nel frattempo il problema economico è molto forte, dunque devono necessariamente continuare la guerra, con i generali Barras e Napoleone Bonaparte. Sul fronte della guerra vengono riconquistati il Belgio, l'Olanda e la Renania, ufficialmente si fa guerra per espatriare i principi della rivoluzione ma in realtà la Francia ha bisogno di soldi, dunque chiama queste regioni Repubbliche Sorelle, in modo che le regioni più ricche aiutassero la Francia. Inoltre la Costituzione del '93 che non era mai entrata in vigore, al suo posto fu emanata la Costituzione dei doveri nel 1795, dove si eliminava il suffraggio universale e si ritornava a quello censitario, inoltre fu promulgata come una carta dei diritti e dei doveri, ma è assurda perchè proclama l'uguaglianza civile ma non hanno la stessa uguaglianza politica. Viene restaurato il diritto della proprietà privata e viene eliminata la possibilità di ribellione. Inoltre vengono stabiliti anche poteri: il potere legislativo è affidato alla Camera dei 500 (borghesi che fanno le leggi) e a quella degli anziani (250 membri che approvano o rifiutano le leggi, inoltre scelgono i 5 membri che avranno il potere esecutivo); il potere esecutivo è affidato al Direttorio. In questo momento i girondini hanno problemi con i realisti che posso votare perchè sono benestanti, ma viene messa la legge che per rinnovare i deputati, 2/3 dovevano essere presi dai deputati uscenti, ciò fu fatto per evitare che i realisti fossero pochi all'interno della Camera (Decreto dei due terzi), chiaramente a questo si ribellarono. Nonostante questo in Francia cominciarono ad esserci delle congiure, la più famosa è la Congiura degli Eguali, dove Babeuf e Buonarroti cercarono di organizzare un colpo di stato in favore del popolo, loro vogliono che il popolo venga trattato alla stessa maniera. A questa congiura intervenne Napoleone e per questo Babeuf fu ucciso, mentre Buonarroti fu mandato in esilio. Grazie a questo intervento Napoleone si guadagnò la fiducia dei francesi.

Le tre costituzioni francesi

Le tre costituzioni francesi

La rivoluzione francese può essere spiegata anche attraverso le diverse costituzioni, in quanto si può vedere l'evoluzione dei francesi e quindi si può rivedere il cammino che la Francia ha fatto in questi anni.

Costituzione del 1791: è la prima dopo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e sancisce i diritti in 17 articoli. La prima parte riguarda i diritti dell'uomo, che si possono dividere in diversi campi:

- libertà: libertà nel poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri, la legge ha diritto di eliminare ciò che è nocivo, nessuno deve essere indagato senza prove;

-uguaglianza nelle tasse e nelle leggi: gli uomini nascono e rimangono liberi con uguali diritti;

- la proprietà: è un principio sempre stabilito, perchè distingue il pensiero liberale da quello socialista. In una costituzione socialista non può mai essere sancita la proprietà privata. Nella seconda parte invece si parla dell'esistenza dei diritti della nazione, dell'idea che le leggi sono espressione generale e della necessità di separare i tre poteri (Montesquieu).

I poteri: esecutivo spettava al re; legislativo all'Assemblea Legislativa; giudiziario alla magistratura. Inoltre potevano votare solo coloro che avevano una certa estrazione sociale purchè avessero più di 25 anni.

Costituzione del 1793: Viene considerata in contrasto con quella dell'89, vengono inseriti il diritto alla felicità, all'istruzione, all'assistenza per chi non può lavorare, di insorgere contro ogni forma di oppressione. I poteri erano affidati ad un'assemblea eletta ogni anno a suffraggio universale. Il suffraggio è esteso a tutti gli uomini che aveva compiuto 25 anni.

Costituzione del 1795: viene eliminata l'idea che gli uomini abbiamo tutti gli stessi diritti, viene riconosciuta solo l'uguaglianza civile. Scompare la nozione di libertà di diritto di fare ciò che non nuoce agli altri; non viene più affermato che si ci possa ribellare. Viene considerata la proprietà privata. Viene poste forte accento sul sacro dovere del rispetto delle leggi e dei valori come la famiglia: Art 3. Gli obblighi di ognuno verso la società consistono nel difenderla, nel servirla, nel vivere sottoposti alle leggi e rispettarle; Art 4. Nessuno è buon cittadino se non è buon figliolo, padre, fratello, amico, marito; Art 5. Nessuno è uomo perbene se non è osservatore delle leggi.

Storiografia

Storiografia della rivoluzione francese

Georges Lefebvre, Il contributo della mentalità collettiva

L'autore è uno dei più grandi storici che si è occupato della rivoluzione francese. Se la mentalità collettiva si unisce, le sorti del popolo posso variare. In Francia in questo periodo vi erano molti poveri che vennero identificati come briganti, ovvero che compiono azioni contro le leggi. Con briganti si indica tutta la fascia di povertà, anche se questo non è un termine adeguato. Si ebbe paura dei briganti che insorsero nelle campagne, ma non va confusa con la Grande paura dell'89 nelle città, perchè sono due fenomeni distinti. La grande paura spinse l'assemblea a creare delle leggi in favore del popolo e quindi ad eliminare i privilegi.

Alfred Cobban, Rivoluzione o riforme?

Secondo l'autore il 1789 non è stato l'anno che ha diviso l'ancient regime e il nuovo ceto borghese, inoltre mette in dubbio che ci sia stata una rivoluzione francese vera e propria. Ma cosa fu la rivoluzione francese? Quando è iniziata e quando è finita? Convenzionalmente inizia con la convocazione degli stati generali, ma i problemi c'erano anche prima, e si conclude con il terrore di Robespierre o con Napoleone? L'interpretazione è molto diversa perchè ognuno deve capire il periodo storico. All'interno della rivoluzione in realtà vi furono più rivoluzioni, ad esempio i borghesi, i sanculotti ecc. Nella rivoluzione è finito l'ancient regime e si è affermato il governo della borghesia, ma questo è un luogo comune, infatti lui inventa una favola dove Jack, un borghese, che si era arrampicato nel progresso economico fino a quando riuscì ad affermare la società borghese capitalista. Chiaramente queste rivoluzioni non si sono attuate immediatamente ma gradualmente. Secondo l'autore questto periodo non può solo essere visto in termini economici, è vero che l'economia detta la politica, ma non è l'unica cosa che spinge la storia. E' chiaro che gli uomini abbiamo delle proprie idee e che le idee hanno valore fondante nel cambiamento, quindi gli ideali illuministici.

Francois Furet e Denis Richet, Lo "slittamento" della rivoluzione

Gli autori in questo brano si dedicano a ciò che ha compiuto Robespierre. Secondo gli autori anche il periodo del terrore è stato mitizzato, in quanto è stato paragonato alla rivoluzione della Russia (1917) come se fosse la stessa cosa. Chiaramente il terrore è stato in qualche modo utilizzato per superare la crisi e lo stesso avviene oggi. Durante il terrore la Convenzione ha ceduto molte cose alla popolazione, ma ha sempre mantenuto il potere.

L'impero napoleonico

L'impero napoleonico

Possiamo dire che a partire dal 1796 la Repubblica ha le ore contate, in quanto con l'asesa del Direttorio si era conclusa la rivouzione francese. Napoleone ripristinerà l'impero, ma è comunque figlio della rivoluzione per cui rimangono alcuni principi in questa restaurazione che lui fa, inoltre con Napoleone non si torna del tutto indietro ma subito dopo la sua sconfitta nasceranno le nazioni proprio perchè gli ideali permangono. La rivoluzione francese ha impresso quegli ideali di libertà e uguaglianza che gli uomini si portano dietro e che renderanno la Restaurazione, successiva a Napoleone, un vero fallimento. Napoleone ha una visione del potere fortemente personalistico, infatti il suo unico scopo è quello di diventare potente. Napoleone è il portavoce del cesarepavismo, ovvero la sua visione del potere è legata alla sua persona, per cui non fidandosi di nessuno affida i suoi possidimenti solo ai suoi familari. Napoleone è un ragazzo intraprendente a cui a 26 anni viene affidato l'esercito, perchè ha sconfitto la congiura degli eguali e viene mandato in Italia. Nel 1796-1797 è intermente dedicato all'Austria, mentre nel 1798 si dedica all'Inghilterra. La Francia internamente era pacificata con l'aiuto dell'esercito, l'unico modo per sollevarsi era quella di fare guerra. Si decise di attaccare l'Austria su due fronti: sulla riva del Reno e della Mosa. Nel Direttorio vi era Barras che era stato amante di Josephine Tascher, in seguito quando si lasciarono, lei divenne amante di Napoleone, dunque per portarlo avanti lo raccomanda a Barras, ma non potendolo mandare in Austria lo manda in Italia. Il compito affidato a Napoleone era quello di fare azioni di disturbo, in modo che gli austriaci si andassero a difendere, anche se di fatto Napoleone farà tutt'altro. Napoleone prima di essere un capo politico è stato un condottiero militare, le sue vittorie sono legate al suo rapporto con l'esercito, infatti si comportava da "allenatore" nei loro confronti spronandoli psicologicamente a migliorarsi. L'esercito sul fronte austriaco fu subito sconfitto, mentre Napoleone con i pochi soldati che aveva riesce ad avere le sue conquiste. In Italia Napoleone inizia piano piano, prima in Liguria, poi in Piemonte e costinge Vittorio Amedeo a firmare l'Armistizio di Cherasco, che stabilisce il possesso francese di Nizza e della Savoia, poi arriva a Milano e nei territori del Papa, conquistando questi territori e rendendoli repubbliche. La prima repubblica è la Repubblica cispadana in Emilia, in seguito fu aggiunta quella cisalpina, creata a Milano e alla quale si aggiunsero Bergamo, Brescia e Crema. La repubblica di Genova fu chiamata Repubblica ligure e quella dello stato pontificio Repubblica romana e infine quella a Napoli, Repubblica partenopea. I rappresentanti austriaci firmarono inizialmente la pace di Leoben e dopo il 17 ottobre 1797 il trattato di Campoformio, con cui la Francia si impossessò dei Paesi Bassi e della riva sinistra del Reno, della Lombardia e dell'Emilia; mentre gli Austriaci ricevettero l'Istria, la Dalmazia e il Veneto. Il popolo italiano (per lo più borghesi) ha favorito l'ascesa di Napoleone, in quanto l'Italia è composta da ducati e potrebbe dare una nazionalità, per cui gli intellettuali sono a favore di Napoleone. In realtà Napoleone non voleva rendere l'Italia una nazione, ma faceva credere di si, per cui creò le Repubbliche il cui guadagno doveva essere mandato in Francia, perchè erano come Repubbliche sorelle. Napoleone ritorna vittorioso in Francia per cui gli danno più peso nel direttorio, infatti alla fine del 1797 vengono fatte le elezioni e lui organizza un colpo di stato il 18 fruttidoro, in modo da impedire ai realisti di assumere ancora più potere. Essendo lui ad aver dato questo consiglio diviene membro del direttorio.

Secondo Francesco Coco in Italia la rivoluzione è stata passiva. In Italia la rivoluzione è stata fatta da Napoleone che è stato accolto dai borghesi, che hanno la sensiblità politica. Ma a differenza della Francia dove il popolo e i borghesi hanno collaborato, il popolo italiano non ha mai avuto il potere. I borghesi hanno assistito passivamente.

Napoleone vuole inziare la campagna contro l'Inghilterra, ma è molto difficile, in quanto hanno una flotta navale molto forte. Così decide di attaccare l'Inghilterra nei suoi interessi commerciali, proprio per questo fa la campagna in Egitto. Inizialmente vince, ma in seguito dopo l'arrivo della flotta inglese comincia a avere delle dure sconfitte. Nel frattempo essendosi permesso di attaccare gli Ottomani e gli inglesi, l'Europa si allea contro di lui (Lega europea). Dunque il generale russo Suvorov va verso l'Italia per ripristinare i vecchi ducati che Napoleone aveva eliminato. Fino al 1800 viene considerato l'anno nero.

Napoleone al potere

Napoleone al potere

Alcuni storici hanno considerato il 9 novembre 1799 come la fine della rivoluzione francese, date in cui vi fu il colpo di stato. Questa data in realtà segnò la fine della Repubblica francese e l'ascesa di Napoleone. Napoleone rimase in Egitto, inoltre in Europa ha perso le repubbliche e all'interno della Francia vi sono nuovamente problemi. Napoleone riuscì a ritornare in Francia e decise di organizzare, con suo fratello Luciano, Sieyes e Ducos, un colpo di stato in modo da eliminare il direttorio e impadronirsi del potere. Il direttorio viene eliminato e viene cancellata anche la costituzione del 1795, così nacque il consolato. Il consolato è fatto inizialmente da tre membri: Napoleone (primo console), Sieyes e Ducos (collaboratori). Viene inoltre sancita una nuova costituzione (1799) che prevede che il potere legislativo e quello esecutivo sono nelle mani del consolato, le cui leggi venivano poi decise solo da Napoleone. In seguito Napoleone vuole rendere la sua carica a vita, in modo da poter restringere ancora di più i poteri, per la prima vota nella storia fece attuare le nuove costituzioni con il Plebiscito, ovvero una sorta di votazione complessiva, ma solo in questo modo poteva coinvolgere le masse. In queste nuove costituzioni viene stabilito: tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, il diritto della proprietà privata, l'uguaglianza davanti alla legge, ecc.. quindi Napoleone porta avanti anche i principi che erano stati sanciti durante la rivoluzione francese. In realtà non rispetta tutti quei principi che erano legati alla parte giacobina (popolo), in quanto a lui non interessa nulla del popolo, il suo unico intento è quello di rendere la Francia di nuovo una forte nazione, proprio perchè a capo ci sta lui (costruzione del suo potere). Dopo il colpo di stato, Napoleone decide di riprendersi le repubbliche che aveva perso, per cui nel 1800 inizia la guerra contro gli austriaci, che furono sconfitti nella battaglia di Marengo e furono costretti a firmare la pace di Lunèville, che confermava ciò che era sancito nel trattato di Campoformio. Per la prima vota compare in questo periodo il termine "italia" infatti, la repubblica cisalpina verrà chiamata repubblica italiana, di cui Napoleone si proclama inizialmente re e in seguito da a suo fratello. Napoleone non possedeva solo i territori dello Stato pontificio, anche se in parte li aveva già persi, del Veneto e del regno di Napoli, che tuttavia nel 1801 aveva firmato un armistizio con la Francia. Oltre a questi trattati dovette firmare anche la pace di Amiens con l'Inghilterra, che sancisce: Napoleone deve ritirare le sue flotte dall'Egitto che rimane in mano agli ottomani, le Antille vengono consegnate ai francesi in cambio dell'isola di Ceylon, inoltre l'Inghilterra doveva impegnarsi a dare Malta all'ordine dei cavalieri di San Giovanni, anche se di per se non se ne vanno in quanto è un punto strategico. Napoleone ingrandisce ancora di più il suo impero e nel 1802 si proclama console a vita, escludendo gli altri due consoli, e nel 1804 si autoproclama imperatore. Non fu incoronato dal papa in quanto crede poco in Dio e quindi non crede che il potere gli venga dall'alto ma è una sua volontà. Dopo essere divenuto imperatore decide di riformare il suo stato.

Politica interna

Politica interna di Napoleone

Tra il 1800 e il 1804 Napoleone fa una serie di riforme: religiosa, amministrativa, scolastica e giudiziaria. L'Italia è figlia della riforma ammistrativa di Napoleone, in quanto a capo dello stato vi è il presidente (ai tempi di Napoleone era definito primo console) che emana le leggi che per essere rispettate hanno bisogno di qualcuno che rappresenti lo stato nelle varie provincie, questa figura è il prefetto. Nei vari comuni vi è il sindaco, anche questa una figura istituita da Napoleone. Inoltre crea anche la polizia di stato, che ha il ruolo di far rispettare le leggi e di mantenere la sicurezza. A capo degli apparati burocratici vi mise i borghesi e i nobili di cui si fidava. Per quanto riguarda la chiesa, lui fece un concordato dove si dice che la religione cattolica non è quella ufficiale in quanto tutte le religioni sono tollerate, inoltre come oggi Napoleone decide di pagare i preti, infine il Papa può nominare i vescovi solo a patto che piacciano a Napoleone. Per quanto riguarda la riforma scolastica, Napoleone è un amante della cultura e per questo crea le scuole politecniche, dove si preparano gli ingegneri e gli ufficiali nelle discipline tecniche e scientifiche. Inoltre divide la scuola in scuola inferiore e scuola secondaria. La scuola inferiore è quella elementare di cui se ne occupano i preti. Invece la scuola secondaria che è quella superiore è affidata allo stato. Inoltre Napoleone crea la banca di stato, in modo da potersi rendere conto della circolazione monetaria. Per quanto riguarda la riforma giudiziaria, tutti sono uguali davanti la legge e garantisce la giustizia e della pena. La riforma più importante è quella del Codice civile napoleonico. In questo codice i capisaldi sono i valori della famiglia e dell'educazione dei figli, però introduce il divorzio. Napoleone ha una visione fortemente maschilista, in quanto sostiene che la donna sia incapace di intendere e di volere; inizialmente dipende dal padre, poi si sposa e passa sotto il marito. La donna non può disporre nemmeno dei beni che porta, in quanto tutto dipende dal marito, allo stesso modo per quanto riguarda i figli. Il divorzio è ammesso solo nel caso in cui sia il marito a volerlo, la donna può chiedere il divorzio solo quando il marito porta l'amante a vivere a casa. Il marito può tradire, ma la moglie no in quanto verrebbe messa in una sorta di riformatorio, dove deve pentirsi delle sue azioni. Questo codice elimina due privilegi, quello della primogenitura e del fedecommesso. La primogenitura garantiva l'eredità solo al primogenito ed escludeva gli altri figli. Il principio del fedecommesso dice che sul punto di morte si può indicare a chi devono andare i beni, anche per le generazioni future.

Il Codice civile napoleonico

Il Codice civile napoleonico

Il Codice civile napoleonico in Francia viene promulgato nel 1804, mentre viene tradotto e adottato in Italia nel 1806. Una delle leggi sancite dice "La legge non dispone che per l'avvenire, essa non può avere effetto retroattivo", ciò significa che quando entra in vigore una legge non può modificare ciò che è avvenuto in passato. Inotre nella parte rigurado i diritti civili, vi è un tema molto attuale in quanto si parla dell'acquisizione della cittadinanza dei figli degli stranieri solo dopo la maggiore età. Al contrario se i nostri figli dovessero nascere in altri paesi come America o Francia, questi diverebbero automaticamente cittadini americani o francesi. Alle persone che commettono gravi crimini la cittadinanza viene tolta. Tutti i cittadini italiani hanno eguali diritti civili.

Le gerarchie familiari nel Codice civile napoleonico

Le gerarchie familiari nel Codice civile

Napoleone deve la sua ascesa a sua moglie, anche se poi dopo la sua incoronazione a imperatore divorzia dalla moglie per sposare la figlia dell'imperatore d'Austria. Il matrimonio fatto in chiesa e quello civile non hanno la stessa validità, ma affinchè un matrimonio sia lecito deve essere civile. Il padre governa sui figli fino a 21 anni, ovvero fino a quando raggiungono la maggiore età. Inoltre se si devono sposare devono chiedere al padre l'autorizzazione.

L'Europa contro Napoleone

L'Europa contro Napoleone

Dopo aver costruito questo regno, Napoleone vuole costruire un grande impero. Per questo si mette contro l'Austria, la Russia, la Prussia, l'Inghilerra e la Spagna, per poter costruire un grande impero forte anche economicamente. L'Europa si muove contro lo strapotere di Napoleone che sta cercando di invadere troppi territori. Il significato politico è che purtroppo non è più possibile creare un impero, in quanto si sta affermando il principio della nazionalità. Napoleone per certi versi è stato un bene in Italia, in quanto ha cercato di unificare i diversi staterelli. In particolare i diversi paesi rivendicano il diritto della nazionalità a partire dal 1812 con la Costituzione di Carice.

Le coalizioni antifrancesi

Nel 1805 ricominciano le ostilità con l'Inghilterra in quanto non ha lasciato Malta, che era una base commerciale importante. In seguito vi è la sconfitta della Francia a Trafalgar, dove morì Horatio Nelson. In questo anno nasce anche la terza coalizione antifrancese, composta da Austria, Russia e Gran Bretagna. L'esercito francese riportò la vittoria contro l'Austria a Austerlitz. Dopo la sconfitta della terza coalizione si sciolse con l'uscita dell'Austria, che firmarono la Pace di Presburgo, dove gli Asburgo perdettero la Germania, il Veneto, l'Istria e la Dalmazia. Inoltre nacque la Confederazione del Reno con il quale terminava dopo 8 secoli il Sacro romano impero creato da Carlo Magno. Nel 1806 nasce la quarta coalizione antifrancese, organizzata dalla Prussia; anche se Napoleone riuscì a sconfiggere la Prussia. Napoleone stabilì il blocco continentale, per poter indebbolire l'Inghilterra che non riusciva a sconfiggere nelle guerre, per cui impediva ai paesi da lui conquistati e a quelli con cui aveva accordi di commerciare con l'Inghilterra. Inoltre nacque il regno d'Olanda che affidò a suo fratello Luigi Bonaparte. Napoleone riuscì a conquistare anche il regno di Napoli, cacciando via i Borboni, che affidò al fratello Giuseppe. I Borboni andarono in Sicilia, che era occupata dagli inglesi. Nel 1807 Napoleone vince contro la Russia e firmano l'accordo di Tilsit, con cui si stabiliva che la parte occidentale toccava all'imperatore di Francia e quella orientale alla Russia. In questo periodo nasche anche il Regno di Westfalia (Germania) che affida a suo fratello Gerolamo. Il regno di Napoli lo affida ad un suo parente, Gioacchino Murat; mentre il regno di Italia lo affida al figlio di Josephine Tascher. Nel 1808 fa la guerra in Spagna e vi mette a capo Giuseppe; mentre le sue sorelle le manda a Parma e a Piacenza. Nasce la quinta coalizione antifrancese (Austria, Inghilterra e Prussia), che vede la guerra contro l'Austria e la vincita di Napoleone. Nel 1809 l'Austria firma il trattato di Schonbrunn che sancissce che l'Austria cede al granducato di Varsavia la Galizia settentrionale e alla Francia la Crinzia, la Croazia, Lubiana, Gorizia, Trieste e Fiume, che insieme all'Istria e alla Dalmazia costituiscono le zone illiriche, annesse all'impero. Nel 1810 Napoleone divorzia da sua moglie e decide di sposare la figlia dell'imperatore austriaco, Maria Luisa. L'anno successivo nasce il suo erede, Napoleone Bonaparte junior a cui da il titolo di re di Roma.

La campagna di Russia e la sconfitta

Nel 1812 Napoleone si accorse che nonostante avesse attuato il blocco continentale, l'Inghilterra si era indebolita ma non troppo, per cui comprese che la causa poteva essere solo la Russia perchè con tutti gli altri paesi era o alleato o erano possedimenti francesi. Napoleone per questo organizza la Campagna in Russia, parte con un esercito di 700000 uomini e torna con circa 10000. Ciò non fu dovuto agli scontri, ma lo zar adottò la tecnica della terra bruciata, per cui i soldati non avevano cosa mangiare e inoltre in quel periodo arrivò il grande freddo, a cui i soldati non erano pronti. I soldati morirono di fame, ma soprattutto di freddo. Nel frattempo gli spagnoli si rivoltano contro Giuseppe, che è costretto a dare la Costituzione di Cadice, che sancisce la sovranità popolare, la separazione dei poteri e il principio di nazionalità.

La sesta coalizione e l'esilio di Napoleone

Nel 1813 vi fu una sesta coalizione antifrancese alla quale parteciparono Austria, Prussia, Svezia e Russia. Napoleone fu sconfitto a Lipsia, che alla fine firma l'editto di Fontanableau che sancisce l'esilio di Napoleone nell'isola d'Elba. Nel 1814 la Francia restaura il re Luigi XVIII, inoltre viene fatta la Conferenza di Parigi dove si sancisce che la Francia deve ritornare ai confini del 1792.

I 100 giorni e la sconfitta finale

Napoleone chiaramente venne a sapere questo, per cui decise di scappare dall'isola di Elba per poter riconquistare la Francia e inizia i 100 giorni. Napoleone non è più quello di una volta e il suo esercito non è forte come prima, per cui nel 1815 viene sconfitto a Waterloo, in seguito fu esiliato nell'isola di Sant'Elena, dove morirà il 5 maggio del 1821. Nello stesso anno vi fu anche il congresso di Vienna.

Emmanuel de Las Cases, Ricordi di Napoleone

Le memorie di Napoleone a Sant'Elena

Napoleone mentre si trova a Sant'Elena detta le sue memorie a de Las Cases. In questo brano dopo aver parlato delle sue imprese militari, parla della famiglia. Napoleone diceva che avrebbe dovuto morire a Mosca, ovvero senza subire disfatte. Il conte che lo assiste gli dice che l'avvenire è nelle mani di Dio e che nessuno sapeva cosa sarebbe successo dopo. In seguito parla della sua famiglia, che nonostante tutto non l'hanno mai tradito. Secondo Napoleone i suoi fratelli hanno sbagliato a non identificarsi in nessun popolo, ciò fu dovuto probabilemente al fatto che lui conquistava dei territori e poi li dava loro, per cui chiaramente i suoi fratelli non avevano nessun rapporto con i paesi. Comunque non li incolpa perchè non tutti posso essere uomini di stato, alcuni di loro hanno avuto troppo, altri troppo poco. Definisce ognuno dei suoi fratelli: Giuseppe era un ornamento della società; Luciano era ornamento di qualsiasi assemblea; Gerolamo era quello più intelligente, in quanto era quello più adatto a governare perchè aveva delle buone potenzialità; Luigi era simpatico e intelligente; Elisa è in gamba in quanto ha una mente maschile; Carolina era molto abile e capace; Paolina era la più bella creatura del suo tempo ma allo stesso tempo anche la più stupida. Napoleone è moto legato alla famiglia e ciò ci riporta alle concezioni italiane, in quanto lui era di origine italiana.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della Rivoluzione Francese?
  2. Le cause principali furono ideologiche e sociali, come l'eliminazione delle disuguaglianze sociali ispirate dall'Illuminismo, e immediate, come la disoccupazione e l'inflazione elevate.

  3. Qual era la struttura sociale della Francia prima della Rivoluzione?
  4. La società era divisa in tre stati: l'aristocrazia e il clero, che possedevano la maggior parte delle terre e non pagavano tasse, e il Terzo Stato, composto principalmente dalla borghesia, che rappresentava il 98% della popolazione e su cui gravavano tutte le tasse.

  5. Quali furono le tre rivoluzioni menzionate nel testo?
  6. Le tre rivoluzioni furono quella parlamentare, dei sanculotti e dei contadini. La rivoluzione parlamentare mirava a porre fine all'assolutismo, quella dei sanculotti avvenne nelle città culminando con la presa della Bastiglia, e quella dei contadini mirava a eliminare le usurpazioni.

  7. Quali furono i principi fondamentali della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino?
  8. I principi fondamentali includevano il diritto alla vita, alla libertà, all'uguaglianza, alla proprietà privata, e il diritto di resistenza all'oppressione, con un limite alle libertà individuali per tutelare l'ordine pubblico.

  9. Come si concluse la Rivoluzione Francese e quale fu il ruolo di Robespierre?
  10. La Rivoluzione si concluse con la morte di Robespierre, che aveva instaurato un governo del terrore. Fu catturato e giustiziato dai suoi stessi collaboratori, segnando la fine della rivoluzione iniziale e il ritorno al potere dei girondini.

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