Concetti Chiave
- Donato Bramante, nato a Urbino nel 1444, è stato un influente architetto e pittore del Cinquecento, noto per aver rivoluzionato l'architettura di Roma durante il pontificato di Giulio II.
- Il "Nudo Maschile" di Bramante dimostra il suo studio delle proporzioni e della prospettiva, influenzato da Piero della Francesca, con dettagli anatomici evidenziati da chiaroscuro e tratteggio.
- Il dipinto "Cristo alla colonna" è celebre per il suo realismo, con dettagli come le vene visibili e la corda al collo che dimostrano l'abilità di Bramante nel creare immagini vivide e realistiche.
- Nel finto coro di Santa Maria presso San Satiro, Bramante utilizza illusioni prospettiche per creare un senso di spazio e armonia, dimostrando la sua abilità nel fondere pittura e architettura.
- Bramante è stato lodato da contemporanei come Giorgio Vasari e Sebastiano Serlio per il suo contributo all'architettura, considerato un "inventore e luce" nel campo.

Indice
Donato Bramante: biografia e fama
Donato di Angelo di Pascuccio, detto Bramante dal soprannome del padre, nacque presso Urbino nel 1444. Dopo gli studi presso il cantiere urbinate divenne attivo soprattutto a Milano, dove fu in rapporti strettissimi con Leonardo. Durante il pontificato di Giulio II però si recò a Roma dove cominciò grandi imprese architettoniche che segnarono gli albori dell’architettura del Cinquecento e modificarono profondamente l’assetto della Città Eterna. Giorgio Vasari scrisse di lui, paragonandolo a Brunelleschi: “Di grandissimo giovamento all’architettura fu veramente il moderno operare di Filippo Brunelleschi. Ma non fu manco utile al secol nostro Bramante, acciò, seguitando le vestigie di Filippo, facesse agli altri dopo lui strada sicura nella professione dell’architettura, essendo egli di animo, valore, ingegno e scienza in quella arte non solamente teorico, ma pratico ed esercitato sommamente”. L’architetto e trattatista Sebastiano Serlio anche dirà di lui “inventore e luce della buona e vera architettura”. L’artista morì a Roma nel 1514.
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Il disegno del Nudo Maschile
Nei suoi lavori da pittore Bramante avrà come costante riferimento Piero della Francesca per la pittura prospettica e l’Alberti e il Mantegna per la classicità. Ritroviamo infatti questo richiamo al loro stile già nei suoi disegni, come quello del “Nudo Maschile”, che rappresenta un uomo seduto, con il braccio destro sollevato e la mano sinistra appoggiata a un sostegno. Le gambe sono rappresentate leggermente divaricate e piegate (la sinistra leggermente) e la testa è sollevata. In questo modo il corpo segue un avvitamento dal basso verso l’alto e da sinistra a destra in maniera prospettica. Grande attenzione è dedicata alle proporzioni e all’anatomia: muscoli, articolazioni, nervi sono evidenziati dal tratteggio con la biacca e dall’utilizzo del chiaroscuro. Un segno sottile e leggero delinea poi i piedi, le mani e gli avambracci.
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Lo straordinario realismo del Cristo alla colonna
Tra le opere più famose e apprezzate di Bramante, il Cristo alla colonna spicca per il suo essere molto realistico. Realizzato nel 1490, il dipinto si trovava prima nell’Abbazia di Chiaravalle e ora in deposito nella Pinacoteca di Brera. L’interno della rappresentazione è classico, e il Cristo è appoggiato a una colonna (o pilastro) dai motivi vegetali dorati. Gesù è a mezzo busto e il colorito è realistico, come è realistico anche il dettaglio della corda al collo che gli annoda gli arti. La pelle e i muscoli lasciano affiorare le vene nel braccio destro e il costringersi delle carni alla stretta della corda nel sinistro. Le ombre modellano il corpo perfetto e classico nelle proporzioni e barba e capelli sono inanellati e illuminati dai riflessi luminosi. Gli occhi sono chiari e raffigurano un uomo misero e sofferente. Dalla finestra alla sua destra vi è un paesaggio con acque e rocce e penetra la luce che illumina un calice d’oro sul davanzale. Giovan Paolo Lomàzzo, poeta, pittore e trattatista d’arte del Cinquecento apprezzò molto l’opera e spese per essa importanti parole: “non sono da passar sotto silenzio le pitture, con grandissima ragione proporzionate, di Bramante, alle quali egli diede i lumi così fieri e regolati con le ombre et i lor mezzi, che natura propria gli resta appresso fredda e secca, come si vede nel Cristo legato alla Colonna, il quale è ora nel tempio di Chiaravalle poco lungi da Milano”.
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Il finto coro di Santa Maria presso San Satiro
Se la pittura e il disegno di Bramante erano realistici, l’architettura dell’artista si serve di giochi prospettici e illusioni. Ne è un esempio il finto coro della chiesa milanese di Santa Maria presso San Satiro, su cui egli lavorò tra il 1480 e il 1486. L’edificio, che consta di un corpo longitudinale a tre navate e un transetto, è coperto, nell’intersezione tra i due da una cupola emisferica cassettonata. A causa della mancanza di spazio, dovuta alla strada lungo il fianco del transetto, Bramante inventa un finto coro che riesce a restituire armonia alla struttura offrendo il senso di armonia e dilatazione spaziale di cui la cupola aveva bisogno. In circa 90 centimetri egli grazie a trovate prospettiche (disegno e modellamento in rilievo con lo stucco), ricava un coro a tre arcate con ampia volta a botte e adorna il tutto con ori luminosi che contribuiscono a creare maggiore illusione di realtà. Questi giochi illusionistici dimostrano come in questa prima fase del suo studio dell’architettura Bramante veda ancora il tutto con gli occhi del pittore, unito però ad uno studio prospettico dell’architettura classica che egli ricava dai trattati vitruviani.
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Domande da interrogazione
- Chi era Donato Bramante e quale impatto ha avuto sull'architettura del Cinquecento?
- Quali influenze artistiche si riflettono nei disegni di Bramante, come nel "Nudo Maschile"?
- Cosa rende il dipinto "Cristo alla colonna" di Bramante particolarmente realistico?
- In che modo Bramante ha utilizzato l'illusione prospettica nel finto coro di Santa Maria presso San Satiro?
- Quali sono le caratteristiche distintive dell'architettura di Bramante?
Donato Bramante, nato nel 1444 vicino a Urbino, è stato un architetto e pittore che ha profondamente influenzato l'architettura del Cinquecento, in particolare a Roma, durante il pontificato di Giulio II. È stato definito "inventore e luce della buona e vera architettura" e paragonato a Brunelleschi per il suo contributo significativo all'architettura.
Nei suoi disegni, come il "Nudo Maschile", Bramante si ispira alla pittura prospettica di Piero della Francesca e alla classicità di Alberti e Mantegna. I suoi lavori mostrano un'attenzione particolare alle proporzioni e all'anatomia, con un uso sapiente del chiaroscuro e del tratteggio.
Il "Cristo alla colonna" di Bramante è noto per il suo straordinario realismo, con dettagli come la pelle e i muscoli che mostrano vene e tensioni, e l'uso delle ombre per modellare il corpo. L'opera è apprezzata per la sua proporzione e l'uso dei riflessi luminosi, che conferiscono un aspetto vividamente realistico.
Nel finto coro di Santa Maria presso San Satiro, Bramante ha utilizzato illusioni prospettiche per creare un senso di spazio e armonia in un'area limitata. Ha progettato un coro a tre arcate con una volta a botte in soli 90 centimetri, utilizzando rilievi in stucco e ori luminosi per amplificare l'illusione di profondità.
L'architettura di Bramante è caratterizzata dall'uso di giochi prospettici e illusioni ottiche, come dimostrato nel finto coro di Santa Maria presso San Satiro. Egli combina la visione pittorica con uno studio approfondito dell'architettura classica, influenzato dai trattati vitruviani, per creare strutture armoniose e spazialmente dilatate.