Concetti Chiave
- La scultura "La capra Amaltea" si basa su un mito in cui Zeus viene allattato da una capra di nome Amaltea, poi trasformata in costellazione.
- Creata tra il 1616 e il 1617, è considerata una delle prime opere giovanili di Bernini, caratterizzata da alcuni difetti, come la rappresentazione grossolana dei capelli.
- La scultura è esposta nella Galleria Borghese a Roma e mostra influenze ellenistiche, tanto che inizialmente si pensava fosse un'opera alessandrina.
- Rappresenta una capra con due putti, uno dei quali beve latte da una conchiglia, mentre l'altro, identificato con Zeus, munge l'animale.
- La tecnica del marmo crea effetti cromatici notevoli e la scultura simboleggia i quattro sensi: vista, tatto, gusto e udito.
Indice
Il mito di Zeus e Amaltea
Alle radici di questa scultura, esiste un racconto mitologico. Secondo il mito, Zeus fu allattato da una capra, chiamata Amaltea e, come ricompensa ,l’animale fu trasformato in costellazione. In quel tempo, Zeus era nascosto sulla terra affinché potesse evitare di essere divorato dal padre Saturno, il quale, sistematicamente divorava sempre i propri figli per evitare di essere spodestato.
Secondo un’altra versione, questo sarebbe invece il nome di una giovinetta che si prese cura del piccolo dio.La creazione dell'opera
L’opera fu scolpita tra il 1616 e il 1617, quando l’artista era ancora collaboratore del padre ed aveva circa diciotto anni. Addirittura, sembra che sia la prima opera realizzata dallo scultore. Che si tratti di un’opera giovanile si capisce da alcuni difetti, come il modo grossolano di rappresentare i capelli. Essa è esposta nella Galleria Borghese, a Roma.
L'ispirazione ellenistica
L’ispirazione è chiaramente ellenistica, a tal punto che per molto tempo gli storici dell'arte hanno creduto che si trattasse di una testimonianza originale del periodo alessandrino ed è soltanto nei primi anni del XX secolo che si arrivò all’attribuzione del vero autore. Comunque, tutto ciò sta a dimostrare che il patrimonio classico ha sempre costituito le basi dell’ispirazione del Bernini, anche in presenza di alcuni aspetti estrosi tipici dell'arte barocca.
Descrizione della scultura
L’opera rappresenta una capra accucciata, circondata da due putti, uno dei quali sta bevendo del latte da un recipiente a forma di conchiglia, mentre l’altro, Zeus, sta mungendo l’animale.
Con una tecnica particolare, il marmo viene adattato alle esigenze del soggetto e trattato in modo diverso a seconda delle zone; infatti, esso diventa levigato per sottolineare la morbidezza delle carni dei due paffutelli bambini e si fa più scuro quando si tratta di scolpire il vello della capra o, addirittura, bianchissimo per rappresentare il latte. Questa tattica produce, ovviamente, anche degli effetti cromatici notevoli.
Metafora dei quattro sensi
Nella scultura, possiamo individuare una metafora dei quattro sensi:
1) la vista è rappresentata dagli sguardi dei tre soggetti che si incrociano
2) il tatto è rappresentato con Zeus neonato che sta mungendo la capra
3) il gusto è simboleggiato dal piccolo satiro che sta bevendo del latte servendosi di una conchiglia
4) l’udito messo in risalto dall’espressione della stessa capra: sembra che l'animale stia belando e la campanella che porta al collo dà la sensazione che sia sul punto di suonare.
Domande da interrogazione
- Qual è la storia mitologica dietro la scultura "La capra Amaltea" di Bernini?
- Quali sono le caratteristiche tecniche e stilistiche della scultura?
- Come vengono rappresentati i quattro sensi nella scultura?
La scultura si basa sul mito in cui Zeus fu allattato da una capra chiamata Amaltea, che fu poi trasformata in costellazione come ricompensa. Zeus era nascosto per evitare di essere divorato dal padre Saturno.
Bernini utilizza il marmo in modo da adattarlo alle esigenze del soggetto, creando effetti cromatici notevoli. La scultura mostra influenze ellenistiche e presenta difetti giovanili, come la rappresentazione grossolana dei capelli.
La vista è rappresentata dagli sguardi incrociati dei soggetti, il tatto da Zeus che munge la capra, il gusto dal satiro che beve latte, e l'udito dall'espressione della capra e dalla campanella al collo.