Concetti Chiave
- Il Dadaismo è un movimento artistico radicale nato durante la Prima Guerra Mondiale, caratterizzato da un approccio anarchico e anticonvenzionale, con radici in Svizzera e sviluppi in Germania e Stati Uniti.
- Tristan Tzara, con il Manifesto del Dadaismo del 1918, sottolinea il rifiuto dello status quo, l'anticonformismo e l'importanza del caso come principio regolatore dell'arte.
- Il movimento Dadaista si oppone al Futurismo, rifiutando la guerra e il progresso, e promuove la "morte della bellezza" attraverso l'uso di oggetti comuni e l'assemblaggio di elementi incongruenti.
- Marcel Duchamp, figura centrale del Dadaismo, introduce il concetto di "ready-made" con opere come "Fontana" e "Ruota di bicicletta", sfidando le convenzioni artistiche e utilizzando oggetti quotidiani.
- Il Dadaismo ha anticipato molte caratteristiche dell'arte contemporanea, influenzando in particolare l'arte concettuale e aprendo la strada al Surrealismo di André Breton.
Indice
Origini del dadaismo
Il Dadaismo (o movimento Dada) è una corrente artistica che fa parte delle Avanguardie e, tra queste, è quella che ha un approccio più radicale. Il substrato nel quale si colloca è la crisi legata alla prima guerra mondiale.
Il primo gruppo nasce in Svizzera nel 1916-17 con gli spettacoli a Zurigo al Cabaret Voltaire aperto dal tedesco Hugo Ball con Tzara, Janco e Arp (la Svizzera durante il conflitto era rimasta neutrale così da accogliere rifugiati di nazionalità diverse).
In quel periodo gli artisti qui rifugiati recitano poesie, ascoltano musica afroamericana (come il Jazz) in un clima goliardico, anarchico, anticonvenzionale ed estremamente creativo.Espansione e influenze
Quasi contemporaneamente anche negli Stati Uniti troviamo Man Ray, fotografo e designer. Nel 1919, con la fine della guerra, le correnti si riuniscono a Parigi con Duchamp e Picabia, trovando poi terreno fertile in Germania. Qui, con la sconfitta cocente della guerra, i dadaisti tedeschi cercano di promuove un cambiamento politico-sociale (sono quasi tutti iscritti al Partito Comunista) attraverso una critica e una polemica irriverente molto forte verso il loro paese che si esprime già nella prima manifestazione berlinese del 1920, con il manichino in abiti militari con testa di maiale appeso al soffitto e dal titolo “L'arcangelo prussiano” (da notare il gioco di parole ironico, per cui l'angelo in realtà non è portatore di qualità angeliche ma, piuttosto, del loro contrario). In seguito, i dadaisti tedeschi prendono posizione sempre più apertamente (vedi la raffigurazione nel fotomontaggio “Adolfo il superuomo: ingoia oro e dice sciocchezze” del 1932, in cui le monete d'oro nella colonna vertebrale simboleggia l'appoggio dei capitali al futuro dittatore).
Manifesto e filosofia dadaista
Nel 1918 il poeta rumeno Tristan Tzara scrive il Manifesto del Dadaismo, che si apre con la sua contrarietà ai Manifesti (e alle stesse Avanguardie), ai principi e al buon senso, scrivendo (in perfetto stile dadaista) che “Dada non significa nulla”. Il rifiuto dello status quo, l’irriverenza, l'anticonformismo, come scrive lo stesso Tzara è messo in relazione al rigetto profondo per la guerra, come se nel rifiuto a questa, si rifiutasse anche l'arte come era stata concepita in passato, ritenuta probabilmente complice o, comunque, figlia di quello stesso sistema che aveva generato il conflitto armato.
Quindi il movimento si esprime da subito come un’organizzazione contraria alle regole codificate, libera, senza un programma preciso diventando così un modo di concepire la realtà e l’arte. All’interno di questa apertura, sono rintracciabili però alcuni elementi comuni e trasversali.
Caso e spontaneità nell'arte
Il primo filo conduttore del Dadaismo è il “caso”: l’esperienza tragica della prima guerra mondiale insegna, infatti, che il progresso non porta sempre al miglioramento e che la storia non è un percorso lineare verso il bene ma, piuttosto, un insieme disordinato e caotico nel quale l’umanità non ha un controllo significativo, quindi il caso ne diventa il principio regolatore. Come scrive lo stesso Tzara un caso non fine a se stesso ma generatore di nuove possibilità, quindi “regista” creativo dell'opera d'arte.
E’ interessante notare che, secondo una delle tante versioni relative alla scelta del nome, sembra che questo venga scelto “a caso”, aprendo un vocabolario e trovando la parola. Di fatto, il nome non ha un significato letterale/intenzionale come i precedenti movimenti artistici e questo è coerente con la filosofia alla base che vede al centro il dissenso (come molteplicità di sensi e ignificati) e il non-sense.
Differenze con il futurismo
Questo aspetto di sfiducia nel progresso è una delle differenze con il Futurismo che, invece, vede la fiducia nel futuro, così come nella velocità e nella guerra (i pittori futuristi partiranno volontari nella prima guerra mondiale). Inoltre, ha come conseguenza un altro caposaldo del Dadaismo, ovvero la “morte della bellezza” che secondo loro è impossibile perché legata al caso, come esprimono in una frase: “Bello come un incontro casuale di una macchina da cucire e un ombrello su un tavolo operatorio” (viene così utilizzato l'assemblaggio di oggetti che non hanno relazioni tra loro (come nella Ruota di Duchamp).
Connesso al caso, sempre nel Manifesto, troviamo l’importanza della spontaneità contrapposta al calcolo e alle scuole di pittura che sarebbero create per arricchirsi. Così l'arte diventa la forma di un gesto, un'azione; non a caso gli artisti utilizzano la performance, il “ready-made” e la scultura ambientale (Hans Arp, importante artista del periodo svizzero, diceva che “tutta la Terra è arte”).
Tzara utilizza uno stile narrativo vicino a quello di Proust e di Svevo, utilizzando spesso una modalità a “flusso di coscienza”, scrivendo cioè per associazioni, senza apparente filo logico. Per certi versi ricorda le sperimentazioni linguistiche delle Parole in libertà dei futuristi, così come il tono esaltato e il gusto per la provocazione; insieme a questo, altra somiglianza del Dada con il Futurismo può essere trovata nell'utilizzo del collage e del fotomontaggio.
Però ci sono molte differenze, innanzitutto il disprezzo per la guerra (che per i futuristi era “igiene del mondo”), per l'ordine costituito (mentre i futuristi si avvicinano al Fascismo) e, inoltre, la sfiducia del futuro dei dadaisti è l'opposto del mito del progresso e della velocità.
Marcel Duchamp e il ready-made
Tra gli artisti, Marcel Duchamp è probabilmente quello che ha avuto un'influenza maggiore sia all'interno del movimento che successivamente, quando si trasferisce negli Stati Uniti creando un ponte tra i due Stati diventando un grande curatore di mostre (oltre che, pare, un ottimo scacchista). Nasce in Francia nel 1887, il nonno materno è pittore ed incisore e anche due suoi fratelli dipingono. Agli inizi del Novecento è a Parigi dove frequenta un'Accademia privata di arte, che poi abbandonerà.
Nel libro di testo, le sue opere sono suddivise in quattro tipologie: i dipinti; le installazioni; gli oggetti comuni; quelli in movimento.
Tra i dipinti più noti troviamo “Nudo che scende le scale” (1912) opera in cui la figura del nudo non è facilmente percepibile, e che ricorda, piuttosto, un manichino. Lo stile sembra ispirarsi al dinamismo futurista e alle cronofotografie. I toni sono monocromi, basati su giallo e ocra, delimitati da linee scure (come alcune opere cubiste). Le parti chiare fanno risaltare le parti del corpo nude. La figura è quindi più chiara e si staglia avanza a livello percettivo. La meccanicità della figura (che non sembra umana) se per i futuristi aveva una valenza positiva, qui invece fa emergere i lati negativi del rapporto uomo-macchina (oggi anche declinato in uomo e nuove tecnologie-robot) che è più complesso e caratterizzato anche da ombre.
Mentre tra gli “oggetti comuni” un'opera diventata molto nota è “Fontana” (1950) in cui utilizza una tecnica di sua creazione, il “ready made” in cui l'artista utilizza un urinatoio estrapolato dal suo contesto, messo capovolto a rappresentare un gesto artistico. Gesto frutto, come da premesse teoriche, del caso e del non-sense (ribaltamento di senso). L'apetto ironico, scherzoso è ancora più evidente perchè in quest'opera inizialmente Duchamp aveva usato uno pseudonimo (e così l'opera viene rifiutata) e solo successivamente ne rivendica la paternità (e verrà così esposta).
Sempre nei “ready-made” si trova la “Ruota di bicicletta” del 1951 (anche se un primo oggetto di questa tipologia è del 1913) montata anche questa (come la Fontana) al contrario e appoggiata su uno sgabello in legno. Anche qui, l'accostamento fuori luogo, azzardato e casual, una sorta di “antiscultura”. Duchamp chiama questi ready made “rettificati” quando, come in questo caso, sono dati dall'unione di due oggetti differenti e assemblati-modificati.
Eredità del dadaismo
Il Dadaismo anticipa molte caratteristiche dell'arte contemporanea. In particolare, l'arte concettuale è debitrice verso i dadaisti, che hanno rigettato non solo la realtà ma anche la tecnica, che diventa il gesto, l'azione (anche corporea) auto-refernziale e rimane così tutta da interpretare e codificare.
La fine del Dadaismo coincide con il lancio del primo manifesto del Surrealismo ad opera di Andrè Breton che raccoglierà l’eredità Dada per aprire una nuova corrente artistica.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del Dadaismo e in quale contesto storico si sviluppa?
- Quali sono i principi fondamentali del Manifesto del Dadaismo di Tristan Tzara?
- In che modo il Dadaismo si differenzia dal Futurismo?
- Qual è il contributo di Marcel Duchamp al Dadaismo?
- Come si conclude il movimento Dadaista e quale corrente artistica ne raccoglie l'eredità?
Il Dadaismo nasce in Svizzera nel 1916-17, durante la crisi legata alla prima guerra mondiale, con spettacoli al Cabaret Voltaire a Zurigo. È un movimento artistico radicale che si sviluppa in un clima goliardico e anticonvenzionale.
Il Manifesto del Dadaismo di Tristan Tzara esprime contrarietà ai manifesti, ai principi e al buon senso, rifiutando lo status quo e l'arte tradizionale. Promuove il caso come principio regolatore e la spontaneità come contrapposizione al calcolo.
Il Dadaismo si differenzia dal Futurismo per il disprezzo verso la guerra e la sfiducia nel progresso, mentre i futuristi esaltano la guerra e il progresso. Inoltre, il Dadaismo rifiuta l'ordine costituito, a differenza del Futurismo che si avvicina al Fascismo.
Marcel Duchamp ha avuto un'influenza significativa nel Dadaismo, introducendo il concetto di "ready-made" con opere come "Fontana" e "Ruota di bicicletta". Ha creato un ponte tra Europa e Stati Uniti, influenzando l'arte contemporanea.
Il Dadaismo si conclude con il lancio del primo manifesto del Surrealismo da parte di André Breton, che raccoglie l'eredità Dada per aprire una nuova corrente artistica.