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Balla, Giacomo - Bambina che corre sul balcone scaricato 1 volte

Concetti Chiave

  • L'opera "Bambina che corre sul balcone" di Giacomo Balla rappresenta un momento di quotidianità con un forte focus sul dinamismo e il movimento.
  • Balla utilizza una tecnica divisionista con colori saturi e vivaci per trasmettere la vitalità e il movimento continuo della bambina.
  • L'opera si inserisce nel contesto del Futurismo, un movimento artistico che puntava a coinvolgere i sensi e abbattere le barriere tra le discipline artistiche.
  • Balla, influenzato dal Futurismo e dal Cubismo, si concentra sull'analisi del movimento e degli effetti della luce, creando una composizione altamente dinamica.
  • La rappresentazione della bambina in movimento è ottenuta attraverso la ripetizione di forme in posizioni diverse, creando un effetto di sovrapposizione e fusione con l'ambiente circostante.

Indice

  1. Bambina che corre sul balcone
  2. Iconografia
  3. Composizione dell'opera

Bambina che corre sul balcone

Titolo: bambina che corre sul balcone.
Autore: Giacomo balla Datazione: 1912.
Dimensioni: 125x125 cm L.C.: Milano, Collezione Grassi.
Tecnica: olio su tela.

Iconografia

In quest'opera, Balla, riproduce un momento di quotidianità, con un punto di vista molto ravvicinato: la corsa di una bambina su un balcone. Contesto storico Il Futurismo nacque come movimento letterario: le premesse teoriche, infatti, furono espresse dal poeta Filippo Tommaso Marinetti.
I primi spunti apparvero sulla rivista “Poesia”, fondata nel 1905: benché ancora di influenza simbolista, la rivista fu il laboratorio di un’arte incentrata sul coinvolgimento totale dei sensi e sull’abbattimento degli steccati tra discipline diverse. Gli esperimenti di scrittura di Marinetti portarono alle estreme conseguenze il verso libero, che acquistò una dimensione visiva, con risultati che anticiparono l’automatismo psichico dei Surrealisti e che si rivelarono una fonte importante. Il 20 febbraio 1909 pubblicò a proprie spese il testo principale del nuovo movimento, primo di una lunga serie: il Manifesto del Futurismo, che apparve, in francese, sul quotidiano parigino “Le Figaro”. Cubismo e Futurismo sono legati da una relazione stretta e dibattuta; ciascun esponente ne trasse spunti personali ed elaborò una poetica autonoma anche dal pensiero di Marinetti, di cui nessuno fu un mero ripetitore. Il Cubismo insegnò loro a infrangere gli oggetti rappresentati, a liberarsi dal puntinismo e a trattare il colore in modo più smorzato. Lo spazio figurativo futurista fu fortemente debitore di quello cubista. Futuristi concepirono il soggetto in modo maggiormente metaforico: che dipingessero madri, macchine, lampioni elettrici, tendevano sempre a scegliere temi dal forte valore simbolico, un’eredità, appunto, del Simbolismo divisionista. Inoltre, i Futuristi cercarono di immettere nelle loro opere la forza del movimento, inteso sia come il dinamismo proprio degli oggetti sia come quello interno ai soggetti, ovvero gli stati d’animo di chi percepisce l’opera d’arte. nel 1914, ebbe inizio la Grande Guerra. Il Futurismo, in realtà, fu profondamente indebolito dall’esperienza al fronte: alcuni suoi esponenti morirono, altri subirono violenti contraccolpi psicologici e il movimento perse la sua carica provocatoria. La seconda fase futurista, che si aprì sotto il patrocinio di figure come Giacomo Balla e Fortunato Depero.

Il contributo futurista alle Avanguardie, infatti, è stato a lungo sottovalutato: la storiografia francese e americana, ma anche lo stesso Stato italiano, hanno evitato di valorizzarlo, riscoprendone il contributo e il potenziale innovativo solo dagli anni Sessanta del Novecento. Autore Giacomo Balla, figlio di un fotografo, rimasto orfano iniziò a dedicarsi alla pittura e al disegno, ed ereditò dal padre l'interesse della fotografia, tanto da dedicarsi principalmente allo studio del movimento e degli effetti della luce. Tra il 1889 e il 1893 frequenta l'Accademia Albertina ed entra in contatto con la pittura divisionista. Nel 1895, il suo interesse principale fu il verismo, e si dedica principalmente allo studio della luce. Nel 1910 si dedica al futurismo, firmando il manifesto dei pittori futuristi. Tra il 1880 e il 1890, ideò la cronografia, cioè una fotografia che riassume in unica immagine varie frazioni di tempo, come appunto fa Balla nei suoi dipinti. In questo stesso periodo, il fotografo inglese, Muybridge, stava studiando il movimento dei cavalli, per farlo ha posizionato delle fotocamere, una di seguito all'altra, su un lato della pista dove stava correndo il cavallo. In questo modo ha ottenuto una serie di fotografie che messe una dopo l'altra davano un senso di dinamicità. Balla fu fortemente interessato allo studio della luce: ne indagò i riflessi, rappresentò le diverse forme che è in grado di assumere e sviluppò studi sistematici sui moti luminosi. tra il 1912 e il 1914 Balla sviluppa un’indagine sempre più accurata dei fenomeni dinamici, approfondendo gli studi ottico-percettivi che lo conducono all’abbandono della figurazione per concentrare lo sguardo solo sugli effetti della luce, l’unica vera protagonista dei nuovi quadri. Nel 1912 hanno inizio le Compenetrazioni iridescente. Non più, dunque, pennellate frantumate e brillanti, ma un caleidoscopio ordinato, un sistema regolare di moduli che si intersecano l’uno nell’altro. Si tratta dell’analisi del raggio della luce, scomposto nei colori che la compongono. In tal modo i due movimenti dell’oggetto e del soggetto si saldano in un’unica composizione altamente dinamica. La rappresentazione sintetica e in sequenza degli uccelli nella parte inferiore del dipinto mostra inoltre una prospettiva invertita, mentre è più confuso e lontano il centro della scena, luogo che convenzionalmente era il focus della prospettiva tradizionale.

Composizione dell'opera

Il movimento della bambina, ossia lo spostamento continuo del suo corpo nello spazio, è sottoposto a un'analisi capillare. Le linee verticali e orizzontali del parapetto si sovrappongono alle parti del corpo della ragazzina, fondendosi in un'unica visione dinamica. Per ottenere questo effetto il pittore ripete più volte, in posizioni diverse, ma sempre molto ravvicinate, la stessa forma: la testa rotondeggiante, il ginocchio e il gomito piegati della bambina e il tacco e la punta del suo stivaletto. I colori sono saturi e vivaci e il loro accostamento restituisce la vitalità della bambina in corsa, la tecnica usata dal pittore è quella divisionista. Se ci soffermiamo sui singoli particolari ci rendiamo conto che l'immagine perde la sua forza espressiva quando viene divisa in tasselli

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale dell'opera "Bambina che corre sul balcone" di Giacomo Balla?
  2. L'opera rappresenta un momento di quotidianità, con un focus sul movimento dinamico di una bambina che corre su un balcone, utilizzando tecniche futuriste per esprimere il dinamismo e la vitalità.

  3. Come si collega il Futurismo al Cubismo secondo il testo?
  4. Il Futurismo e il Cubismo sono legati da una relazione stretta, con i futuristi che hanno tratto ispirazione dal Cubismo per infrangere gli oggetti rappresentati e trattare il colore in modo più smorzato, pur sviluppando una poetica autonoma.

  5. Qual è stato il contributo di Giacomo Balla al Futurismo?
  6. Giacomo Balla ha contribuito al Futurismo con il suo interesse per il movimento e la luce, firmando il manifesto dei pittori futuristi e sviluppando tecniche come la cronografia per rappresentare il dinamismo nei suoi dipinti.

  7. In che modo Balla ha rappresentato il movimento nella sua opera?
  8. Balla ha rappresentato il movimento attraverso la ripetizione di forme in posizioni diverse e ravvicinate, utilizzando linee verticali e orizzontali che si sovrappongono alle parti del corpo della bambina, creando una visione dinamica.

  9. Quali sono le caratteristiche cromatiche dell'opera "Bambina che corre sul balcone"?
  10. I colori nell'opera sono saturi e vivaci, e il loro accostamento restituisce la vitalità della bambina in corsa, utilizzando la tecnica divisionista per esprimere il dinamismo e la forza espressiva.

Domande e risposte