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Concetti Chiave

  • I Salons di Parigi, esposti nel Salon Carré del Louvre dal 1725, erano eventi chiave per artisti, selezionati da una giuria accademica e rappresentavano un'opportunità unica di visibilità e successo.
  • La pittura accademica del XIX secolo era dominata da soggetti storici, mitologici o religiosi, caratterizzata da un dettaglio minuzioso e sostenuta dalla classe dirigente per la sua esaltazione degli ideali neoclassici.
  • Géricault, con opere come "La Zattera della Medusa", introdusse elementi drammatici e realistici che sfidarono le convenzioni accademiche, generando critiche e dibattiti significativi al Salon.
  • Delacroix, con "La Libertà guida il popolo", affrontò temi rivoluzionari che portarono l'opera a essere considerata pericolosa, sebbene successivamente divenne un simbolo di cambiamento sociale e politico.
  • Corot, noto per la paesaggistica, integrò influenze classiche e impressioniste, anticipando la pittura realista e ricevendo un'accoglienza tiepida ai Salons, nonostante l'approvazione di alcune sue opere.

Indice

  1. L'origine dei Salon a Parigi
  2. L'evoluzione delle esposizioni artistiche
  3. Il prestigio e le sfide dei Salon
  4. La giuria e il gusto accademico
  5. L'influenza della pittura accademica
  6. Il Romanticismo e l'apertura artistica
  7. Opere iconiche e le loro controversie
  8. Il contributo di Corot e la scuola di Barbizon

L'origine dei Salon a Parigi

A partire dal XIX secolo si diffonde a Parigi l'arte dei Salon: esposizioni di opere d'arte. Qua si riunivano gli amanti dell'arte per ammirare opere selezionate da una giuria legata all'Accademia di Belle Arti, diramazione dell'Institut de France.

Per l'appunto queste mostre assunsero una certa rilevanza sotto la spinta dell'Accademia, a partire dal 1725, e vennero ospitate nel Salon Carrè (salone quadrato) del Louvre (=È situato all'estremità orientale della Grande Galerie, in cui sono ospitati attualmente alcuni fra i più noti capolavori della pittura italiana pre-rinascimentale e rinascimentale.

In esso fu ospitata, fino al furto del 1911, la Gioconda di Leonardo da Vinci).

L'evoluzione delle esposizioni artistiche

Tuttavia, da specificare che la prima esposizione di opere d'arte fu organizzata dall' Accademia reale di pittura e scultura (=fondata nel 1667 a Parigi:il suo scopo era quello di professionalizzare il lavoro degli artisti che operavano per la Corte francese. Si basa sul modello dell'Accademia di San Luca, Roma, fondata a fine 1500 con il proposito di elevare il lavoro degli artisti al di sopra del semplice artigianato) ed era riservata solamente ai membri dell'Accademia stessa; Inoltre, al principio, venivano allestite nella galleria del Palais-Royal (ospita il consiglio costituzionale e di Stato) e nel cortile dell'hôtel Richelieu, per trovare solo nel 1725 definitivamente posto nel Salon Carrè (fino al 1791 tutte le esposizioni furono inaugurate il giorno di san Luigi, onomastico del re).

Il prestigio e le sfide dei Salon

Inizialmente la manifestazione veniva organizzata ogni due anni, poi dal 1833, per il grande successo che riscontrò, divenne un evento annuale.

I dipinti venivano appesi a copertura totale delle pareti, come era di prassi al tempo, ma questa concezione cambierà nel 1900(= Brancusi, scultore francese, fu il primo ad esporre le sue opere nel suo studio, depurandole da ogni tipo di arredo e tappezzeria---> questo nuova concezione di arte e ambiente circostante sarà preso da quel momento come modello delle gallerie d'avanguardia del nuovo secolo).

L'esposizione dei propri dipinti nei Salon era considerato un gran privilegio e garanzia di successo, sia per gli artisti già affermati sia per i più giovani, poiché costituivano l'unica occasione per far conoscere le proprie opere ad un ampio pubblico.

La giuria e il gusto accademico

Inoltre, se le proprie opere venivano esposte in queste mostre, significava che eri un ottimo artista: i canali di accesso erano assai ristretti, di fatto. La partecipazione dipendeva dal parere di una giuria di accademici, che rispondevano a un gusto artistico ben preciso: i canoni dell'Institut erano quelli definiti del gusto ufficiale---> ovvero della pittura accademica e neoclassica.

Emile Zola(= essendo stato testimone di quegli eventi, nel suo romanzo L'opera descrisse l'esposizione e la reazione del pubblic) evoca il lavoro dei componenti della giuria: "Tutti i giorni essi trovavano in terra, messe lì dai custodi, interminabili file di quadri, addossate alla cimasa, sparpagliate lungo le sale del primo piano (...) I giudizi venivano formulati in piedi, l'ingrato compito veniva il più delle volte liquidato rifiutando su due piedi le tele peggiori; a volte, tuttavia, il lavoro era bloccato da discussioni nel corso delle quali i giurati discutevano animatamente per svariati minuti (...)."

L'influenza della pittura accademica

Per una buona parte del XIX secolo, la pittura promossa dalla Scuola delle belle-arti domina la produzione artistica. È l'espressione di un lavoro in cui la pratica del disegno fa da padrona e che esige la "rifinitezza" così come la cura del dettaglio (nessun dettaglio viene trascurato).

Questa pittura si distingue anche per la scelta dei soggetti da affrontare tratti dalla Storia, dalla mitologia o dai testi religiosi.

La pittura accademica prevaleva nel XIX secolo, ma anche precedentemente, in quanto era gradita al potere: la classe dirigete esaltava gli ideali neoclassici di armonia e di bellezza--> si ha la massima rappresentazione di questo gusto classico con l'impero di Napoleone (opere Canova).

Non a caso i canoni di pittura presi a modello dai giuristi sono: lo stile di David – per altro personalmente contrario a qualunque Accademia poiché premiava sempre i soliti allievi (i dipinti di David prima furono infatti bocciati parecchie volte a causa del nudo)– e poi di quello dell'allievo Ingres (si ispirerà profondamente a David e accolse la teoria di Winckelmann).

L'impostazione accademica e neoclassica rimase prevalente anche durante la Rivoluzione Francese, periodo durante cui il Salon si allargò ''a tutti gli artisti viventi'' in nome degli ideali di uguaglianza e libertà---> l'esposizione divenne libera e accessibile a tutti e fu istituita una giuria di ammissione eletta a suffragio universale, anche se mostrò un indirizzo sempre più rigido a lungo andare rifiutando molti candidati e qualsiasi opera non conforme ai gusti accademici.

Il Romanticismo e l'apertura artistica

Solo nel Romanticismo la politica artistica dell'Accademia iniziò ad essere più aperta: addirittura nel 1848 la giuria fu soppressa, anche se reintrodotta l'anno seguente. Inoltre, vediamo l'esposizione di opere non allineate ai canoni accademici , ma che comunque conservavano un gusto neoclassico.

Opere iconiche e le loro controversie

Vennero esposte opere dei pittori più rappresentativi dell'arte francese dell'epoca: Gèricault. Delacroix, Constable e Corot.

''la zattera della Medusa'' (1818-19): il dipinto una volta esposto al Salon di Parigi del 1819, come egli stesso aveva previsto, generò diverse controversie, attirando in misura uguale commenti positivi e feroci condanne. Fu criticata la drammaticità dell'opera, priva di equilibrio ed armonia. Inoltre erano presenti elementi troppo realistici come il calzino indossato da uno degli uomini morti. Fu criticato anche il colore poiché rese l'immagine spiacevole alla vista.

Solo in seguito venne rivalutato dalla critica, che lo riconobbe come uno dei lavori destinati ad incidere di più sulle tendenze romantiche all'interno della pittura francese.

''il corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia'' (1814)- connesso alla disfatta napoleonica, che avverrà definitivamente a Waterloo nel 1815- : la lontananza dal campo di battaglia, la mancanza di ogni espressione di sofferenza nel volto del soldato ferito e l'attenzione tutta rivolta alla perfezione formale denunciano la dipendenza del dipinto dal sistema compositivo neoclassico.

''la libertà guida il popolo'' (1831): La tela, esposta al Salon del 1831, fu acquistata dal governo francese che voleva esporla nella sala del Trono del palazzo del Lussemburgo come monito/avvertimento solenne per il «Re Borghese» Luigi Filippo, asceso al trono francese dopo la fuga di Carlo X. L'opera, tuttavia, venne giudicata troppo pericolosa e «rivoluzionaria» e, pertanto, venne prudentemente confinata in un attico, sprofondando nell'oblio. Da quell'anno in poi fu esposta solo nel 1848, in occasione della Rivoluzione (ma solo per alcune settimane), e nel 1855 all'Esposizione Universale di Parigi, con il permesso del nuovo imperatore Napoleone III. Dal 1874, invece, l'opera fa parte delle collezioni del museo del Louvre, dove è tuttora esposta.

''il carro da fieno'', esposto ai Salon nel 1824: riscosse un grande successo ma anche critiche dagli artisti classici, i quali biasimarono la preminenza del colore rispetto al disegno, le modalità di applicazione del colore con la giustapposizione di tocchi e la presenza di forme abbozzate e non definite.

Il contributo di Corot e la scuola di Barbizon

era un pittore di paesaggistica , che ebbe la possibilità di studiare le opere e il paesaggio italiano durante il Grand Tour. Corot di fatto nelle sue opere si occupò di rielaborare gli schizzi eseguiti durante il viaggio in Italia secondo canoni classicheggianti, così da poterli esporre ai Salon parigini. Un esempio ne è:

''ll ponte di Narni'' (1826), opera in cui riprese il bozzetto di un acquedotto romano diroccato e lo trasformò in uno scenario pastorale falsamente idillico con l'aggiunta di grandi alberi frondosi e immense distese di prati. Fu una ricomposizione che in effetti piacque alla giuria del Salon: ciò malgrado, molti già ravvisarono nel dipinto una trattazione della luce che già prelude alla pittura impressionista. Di fatto la sua arte fu accolta assai freddamente nei saloni parigini.

Inoltre da sottolineare che Corot condivideva principi formali e estetici con la scuola di Barbizon, considerata l'origine della pittura realista.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'importanza delle esposizioni dei Salons a Parigi nel XIX secolo?
  2. Le esposizioni dei Salons a Parigi erano un evento di grande rilevanza, poiché rappresentavano un'opportunità unica per gli artisti di far conoscere le proprie opere a un vasto pubblico. Erano considerate un privilegio e una garanzia di successo, dato che l'accesso era limitato e dipendeva dal giudizio di una giuria accademica.

  3. Quali erano le caratteristiche principali della pittura accademica nel XIX secolo?
  4. La pittura accademica nel XIX secolo era caratterizzata dalla predominanza del disegno, dalla cura del dettaglio e dalla scelta di soggetti storici, mitologici o religiosi. Era apprezzata dal potere per i suoi ideali neoclassici di armonia e bellezza, e dominava la produzione artistica dell'epoca.

  5. Come fu accolta l'opera "La zattera della Medusa" di Géricault al Salon del 1819?
  6. "La zattera della Medusa" di Géricault, esposta al Salon del 1819, suscitò diverse controversie. Fu criticata per la sua drammaticità e per l'uso di elementi troppo realistici, ma successivamente venne rivalutata come un'opera influente sulle tendenze romantiche nella pittura francese.

  7. Perché l'opera "La libertà guida il popolo" di Delacroix fu considerata pericolosa e rivoluzionaria?
  8. L'opera "La libertà guida il popolo" di Delacroix fu considerata pericolosa e rivoluzionaria perché rappresentava un monito per il re Luigi Filippo e fu giudicata troppo sovversiva. Per questo motivo, fu confinata in un attico e esposta solo in rare occasioni.

  9. Quali critiche ricevette "Il carro da fieno" di Constable al Salon del 1824?
  10. "Il carro da fieno" di Constable, esposto al Salon del 1824, ricevette critiche dagli artisti classici per la preminenza del colore rispetto al disegno, l'applicazione del colore con tocchi giustapposti e la presenza di forme abbozzate e non definite.

Domande e risposte