Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nell'arte greca classica, i ritratti puntano a rappresentare l'ideale umano, piuttosto che i veri tratti fisionomici.
  • I ritratti ellenistici celebrano virtù come il coraggio e la saggezza, spesso idealizzando i soggetti, specialmente dopo la loro morte.
  • Nel periodo repubblicano romano, i ritratti acquisiscono un realismo maggiore, influenzati dalla tradizione delle maschere mortuarie.
  • Sotto la Roma imperiale, i ritratti dell'imperatore assumono un aspetto ieratico e simmetrico, prefigurando l'arte bizantina.
  • Nell'epoca bizantina, il ritratto diventa simbolico del ruolo del soggetto, piuttosto che rappresentare il suo carattere individuale.

Indice

  1. Il ritratto nell'arte egiziana
  2. Il ritratto a Roma
  3. Il ritratto in epoca bizantina

Il ritratto nell'arte egiziana

Il ritratto è la rappresentazione della fisionomia o dell’intera figura di una determinata persona. Per motivi diversi, l’aspetto può subire delle trasformazioni ed è questo che fa la differenza nel corso dei secoli.

Nell’arte egiziana, il ritratto è piuttosto impersonale e l’identificazione si basa non tanto sulla fisionomia quanto sull’abbigliamento, sull’acconciatura e sulle iscrizioni a tal punto che una statua potrebbe rappresentare un personaggio od altro, cambiandone solo il nome.

Nell’arte egizia, tale schema convenzionale, fissato dalla tradizione, rimarrà identico per secoli.

Anche nell’

Il ritratto a Roma

Tuttavia, verso la fine dell’età repubblicana, a Roma, il ritratto acquista un aspetto più realistico, probabilmente perché era sorta l’abitudine di conservare le maschere mortuarie nell’atrio della “domus”. Pertanto i personaggi sono rappresentati con grande fedeltà, con volti ossuti e rugosi, il che produce spesso dei forti chiaro scuri. Questo vale per i ritratti funerari, mentre in quelli ufficiali continua a dominare il gusto per le sfumature sottili e raffinate. A partire dal IV secolo d.C. sotto l’influenza della religione orientale e della concezione assolutistica dell’imperatore, a Roma si afferma una nuova concezione della ritrattistica. Infatti, l’imperatore è considerato una divinità e le sue forme devono essere regolari e simmetriche. In genere esso è rappresentato con gli occhi spalancati che danno al volto un aspetto ieratico, preannunciando così l’arte bizantina.

Il ritratto in epoca bizantina

In epoca bizantina, il ritratto serve a dare una forma simbolica al ruolo ricoperto dal soggetto, invece di tendere a rappresentare il carattere o la fisionomia, aspetto che resterà attuale anche per tutto il Medio Evo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione del ritratto nell'arte greca classica?
  2. Nell'arte greca classica, il ritratto non mira a rappresentare i veri caratteri della fisionomia, ma piuttosto l'ideale della figura umana.

  3. Come cambia la rappresentazione del ritratto nell'arte romana verso la fine dell'età repubblicana?
  4. Verso la fine dell'età repubblicana, il ritratto romano diventa più realistico, con una rappresentazione fedele dei volti, spesso ossuti e rugosi, influenzata dall'abitudine di conservare le maschere mortuarie.

  5. Qual è l'approccio del ritratto nell'arte bizantina?
  6. Nell'arte bizantina, il ritratto assume una funzione simbolica, rappresentando il ruolo del soggetto piuttosto che il suo carattere o fisionomia, un aspetto che persiste anche nel Medio Evo.

Domande e risposte