Concetti Chiave
- Augusto consolidò il suo potere attraverso riforme politiche e sociali, mantenendo l'apparenza di istituzioni repubblicane mentre controllava l'impero.
- L'esercito giocò un ruolo cruciale nel mantenere la stabilità dell'impero, con ricompense come la cittadinanza e terreni per i soldati congedati.
- Durante il periodo della dinastia Giulio-Claudia e Flavia, gli imperatori affrontarono rivalità interne e sfide militari, con un crescente potere dei pretoriani.
- Il II secolo vide un periodo di stabilità e prosperità, con l'introduzione del principato adottivo, che privilegiava le capacità individuali rispetto all'eredità.
- Commodo segnò la fine del principato adottivo, ritorno a un sistema dinastico e affrontò l'opposizione interna dovuta al suo stile di vita e gestione del potere.
Indice
L'ascesa di Augusto
Nel 27 a.C. Ottaviano diventa Augusto, ovvero degno di venerazione. Nel 21 a.C. si dichiara console a vita, ma poi nel 23 a.C lasciò la carica da console e si fece proclamare proconsole.
Ottiene anche i poteri del tribuno della plebe (quindi un ruolo di opposizione). Successivamente, si fece dichiarare “primo tra i pari” ovvero il primo a votare in Senato, quindi essendo il primo a votare, influenza la decisione dei senatori. Augusto di fatto era un padrone, ma visto che i romani non amavano i padroni, decise di sembrare il meno possibile un padrone, quindi lasciò le istituzioni repubblicane, anche se di fatto governava queste istituzioni in un modo indiretto.
- Controllo di tutte le
- tiene in mano l’esercito;
- ha il controllo di tutto l’Impero.
Le riforme di Augusto
Augusto crea nuove cariche pubbliche, nominate direttamente da lui: i
- prefetto dell’annona: si occupava dell’approvigionamento alimentare;
- prefetto urbano: si occupava dell’amministrazione a Roma;
- prefetto vigile: aveva una funzione di controllo;
- prefetto del pretorio: era il comandante delle guardie principali di Augusto.
Divisione delle province
L’impero romano viene suddiviso in due provincie:
- provincie del popolo: i tributi contribuivano alle casse dello Stato (fiscus);
- provincie dell'impero: i tributi contribuivano alle casse personali di Augusto (erarius).
L’appoggio dei militari era fondamentale per Augusto. Le legioni venivano stanziate lungo i confini, quindi vivevano in condizioni di disagio. Quando un militare provinciale si congedava, in cambio otteneva la cittadinanza romana e otteneva un appezzamento di terra secondo dove aveva lavorato.
Augusto interviene in tutti gli ambiti:
- in ambito economico: conia le monete, quelle d’oro e d’argento per il senato, e quelle di bronzo per i cittadini normali. Instaurò anche una politica di tipo liberista.
- In ambito familiare: fece aumentare il numero delle nascite, così le famiglie più numerose, venivano retribuite. L’adulterio diventa un reato pubblico e non più privato, tutte le adultere venivano esiliate.
Politica estera e pax romana
- Nell’ambito della politica estera: le guerre venivano combattute solo nei confini per garantire la pace a Roma, quindi ci fu la pax romana, ovvero 30 anni di pace a Roma. Cio’ perché le guerre venivano combattute nei confini. Augusto fonda anche delle colonie ad Aosta. Secondo lui molti problemi potevano essere risolti solo con diplomazia e senza guerre.
Cultura e successione
Il periodo di Augusto fu un periodo di benessere, scambi, prosperità e commercio. Si sviluppò anche la cultura, infatti Mecenate prende sotto la sua protezione tutta l’arte romana del periodo di Augusto, nella sua corte vivevano molti poeti come Virgilio (scrisse l’Eneide, ovvero le origini di Roma).
Prima di morire Augusto propose di passare il potere a Tiberio, il Senato accetta, e così Tiberio succede Augusto per via politica e non per via ereditaria. Con Tiberio inizia una dinastia.
Nel 14 a.C. Augusto muore.
L’aristocrazia senatoria, diventa l’elemento fondamentale, cioè la classe dirigente, ma anche l’esercito ha una supremazia politica maggiore rispetto al senato, infatti i due si contrappongono e sono spesso in rivalità.
L’esercito, avendo un ruolo essenziale, godeva di diversi vantaggi, aveva una struttura numerosissima e un legame strettissimo grazie al prefetto del pretorio.
La plebe, aveva accettato Augusto perché non era un padrone ai loro occhi, proprio perché offriva cibo, pensioni e aiuti al popolo. L’imperatore era amato dal popolo ed odiato dalle istituzioni repubblicane.
I romani aspirano a costruire un impero omogeneo, perché inizialmente era una società complessa, perché ogni regione aveva la sua cultura. L’impero quindi vuole ridurre queste differenze. I popoli che rifiutavano la
I barbari, erano coloro che non parlavano il greco o il latino, non avevano una cultura e nemmeno uno stato. Vivevano con un economia di sussistenza, e avevano una vita primitiva. Vivevano in tribù nelle zone dell’attuale Germania, erano quindi persone nomadi. Nonostante ciò, avevano un pregio, ovvero quello di essere valorosissimi guerrieri. I romani quindi accetavano i Barbari solo come soldati. Per proteggersi dalle minacce da parte dei Barbari, i romani costruirono nuove linee di fortificazioni “limes”.
I barbari vivevano in un mondo non contaminato. La famiglia era il nucleo più importante e avevano una cultura basata sull’esercito. Infatti in paradiso ci andavano solo i guerrieri e c’erano tante divinità misteriose.
I parti invece avevano una vera organizzazione sia statale che militare. Infatti, spesso le loro guerre erano per motivi economici e commerciali. I parti combattevano anche per il motivo del mare, però non era possibile conquistarlo perché era di proprietà romana.
Tiberio e la dinastia Claudia
Tiberio era il figlio adottivo di Augusto e discendeva dalla famiglia Claudia. Per quanto riguarda la sua politica, aveva prudenza e rispetto nei confronti delle istituzioni repubblicane (Senato). Successivamente, l’imperatore diventa quasi una figura sacra. Fece una politica equilibrata e moderata. Nello stesso momento, però suo nipote Germanico, combatteva contro i barbari, i soldati lo ammiravano tanto, però dato che Tiberio era geloso di Germanico, lo uccise in modo indiretto e così fece uccidere gran parte dei suo familiari.
Anche Seiano che era un prefetto del pretorio, decise di prendere il potere di Tiberio, solo che quest’ultimo si arrabbia e quindi decide di uccidere Seiano.
Nel 37 d.C. Tiberio muore.
La politica di Tiberio
La sua forma di governo, in ambito della politica estera, era una politica di conservazione dei confini, quindi i confini erano più stabili. Era una politica che andava bene con il Senato, equilibrata nella quale le casse dello Stato erano sempre piene.
Ebbe un impero breve: dal 37 d.C. al 41 d.C. Egli sminuisce il Senato e, per dimostrare il suo forte odio verso questo, decise di nominare senatore un cavallo.
I pretoriani, iniziarono pian piano a prendere il potere, fino ad arrivare ad eleggere il nuovo imperatore (colpo di stato da parte dei pretoriani).
Il nuovo imperatore quindi fu
Ebbe un impero breve: dal 41 d.C. al 54 d.C. Era un uomo molto colto, amava la cultura, con lui il senato cambia ed iniziano ad essere inseriti nel senato anche i provinciali. Egli ebbe una vita abbastanza movimentata. Si sposò due volte, dall primo matrimonio ebbe
Nerone e il declino del senato
Nerone
Governò dal 54 d.C. al 68 d.C. Crebbe educato dai maggiori intellettuali del tempo fra cui Seneca, che era il più importante. Egli fece assassinare Britannico. La sua era una politica caratterizzata dalla moderazione, poi però ebbe un netto cambiamento. Infatti, nel 64 d.C. ci fu un incendio che distrusse Roma. Aveva speso tantissimo nelle casse dello Stato. Egli inizialmente fu sospettato dell’accaduto, ma lui diede la colpa ai cristiani. Nerone odiava il senato e tutte le istituzioni repubblicane, poi infatti si sentì isolato perciò si suicidò nel 68 d.C.
Il senato ormai aveva perso già da un po’ di tempo il potere. Infatti non c’è più serietà nel suo comportamento che era anche corrotto. Così il potere del senato era passato nelle mani dell’esercito, che ormai avevano fama, potere, ed erano i salvatori dell’Impero. Il 69 d.C. fu l'anno dei quattro imperatori:
Vespasiano e la diaspora ebraica
C’era una mancanza del potere centrale, ma con l’aiuto dell’esercito, Vespasiano ottenne il potere. Egli fece anche promulgare una legge. Vespasiano discendeva da una famiglia di cavalieri e veniva spesso definito come l’Avaro proprio perché era prudente in ambito economico, a differenza di Nerone.
Con Vespasiano si ebbe una lunga e pesantissima guerra contro gli ebrei perché non volevano cristianizzarsi. Nel 70 d.C. la battaglia finisce con la vittoria dei romani e la diaspora degli ebrei (abbandono delle proprie terre).
Governa per poco tempo dal 79 d.C. al 81 d.C. Egli guida l’esercito contro gli ebrei. Insieme a suo figlio Domiziano, costruisce il
Era il figlio di Tito. Fece una politica di autoritarismo, tirannita , in poche parole un governo dispotico. Partecipa a tante spedizioni militari e conquista nuove provincie. A Roma però non era gradito e venne fatto vittima di una congiura, quindi muore.
Nel 96 d.C. abbiamo la fine del peggior periodo di Roma.
Il principato adottivo
Il secondo secolo si presenta come un bel secolo, un secolo in cui ci sono buoni rapporti con il senato, anche perché gli imperatori non erano sempre romani, ma a volte derivavano dalle provincie. Nel II secolo, inizia il principato adottivo, ovvero che la scelta non sarà più per via ereditaria, ma in base alle capacità e intelligenza di una persona. In poche parole servivano delle persone competenti. Nonostante tutti questi cambiamenti positivi, però ci sono sempre degli elementi di debolezza, per esempio ci fu uno spopolamento della periferia, quindi un calo demografico. Questo perché i contadini, venivano chiamati all’esercito, ma non tornavano più in Italia perché ricevevano terre nelle periferie dell’Impero. Questo porta al fatto che in Italia non ci sono più agricoltori che mantengono le terre, quindi i campi diventano incolti. L’unico grande problema del II secolo è appunto l’agricoltura (base per vivere). Quindi si pensò di far obbligare ai senatori ad acquistare terreni in Italia, anche se poi questa non era la vera soluzione. Si formarono così grandi latifondi, dove i terreni venivano parzialmente utilizzati e quindi assistiamo ad un calo di produttività. Così abbiamo un agricoltura che produce solo il necessario, il guadagno di ciò non veniva investito per la città, ma per se stessi (per i senatori).
Si introduce il sistema del colonato, lo scopo è quello di riaprire le piccole proprietà. Gli appezzamenti del grande latifondo venivano coltivati dagli schiavi semiliberi oppure dai contadini che non avevano più niente, e queste persone venivano comandate dal colone. Gli imperatori, riuscirono così a governare bene questa riforma. Solo che questa riforma diventerà elemento di crisi nel III secolo.
Il II secolo quindi è il periodo classico dell’impero, sereno e prospero. I personaggi che ispirano i romani in questo secolo sono Plutarco, Pericle, Cesare, e Alessandro Magno. Per quanto riguarda la scienza, Tolomeo diffonde la teoria geocentrica, che sopravvive fino al periodo di Galileo. Pergamo Galeno scrisse un libro sulla medicina.
Dannatio memoria: se un imperatore si comportava male, veniva cancellato tutto cio’ che lo ricordava.
Rimase al potere solo per un anno ed era un imperatore pacifico. Rappresenta il momento di passaggio dalla dinastia ereditaria a quella adottiva.
Era un valoroso militare, divenne imperatore, e fu il primo imperatore di origini differenti. Con
Adriano e le sue opere
Adriano aveva una cultura umanistica elevata e amava l’arte. Non per questo egli trascurò le campagne militari e abbellì e consolidò l’impero. Costruì il Vallo di Adriano, una grande muraglia nella Gran Bretagna che serviva per difendersi dagli scozzesi. Egli riorganizzò l’apparato statale e favorì nuove città “Adrianopoli”. Fece una ribellione contro gli ebrei e distrusse Gerusalemme.
Anche
Con Commodo finisce il principato adottivo e si ritorna al principato dinastico ovvero quello ereditario. Commodo non era come il padre (Marco) infatti amava partecipare a feste, spettacoli e giochi, l’esercito lo odiava, e quindi iniziò a fare delle congiure per tutti quelli che lo odiavano.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali poteri e riforme introdotte da Augusto durante il suo governo?
- Come si caratterizzò il periodo di romanizzazione e quali furono le sue conseguenze?
- Quali furono le principali caratteristiche della dinastia Giulio-Claudia?
- In che modo la dinastia Flavia influenzò l'Impero Romano?
- Quali furono le principali riforme e sfide durante il II secolo d.C.?
Augusto controllava tutte le province, l'esercito e l'intero Impero. Creò nuove cariche pubbliche come i prefetti e suddivise l'impero in province del popolo e dell'impero. Introdusse riforme economiche, familiari e di politica estera, promuovendo la pax romana e lo sviluppo culturale.
Il periodo di romanizzazione mirava a creare un impero omogeneo riducendo le differenze culturali. Tutti gli abitanti, compresi gli schiavi, divennero cittadini romani. Si formò una cultura greco-latina, ma i popoli che rifiutavano la romanizzazione venivano sterminati.
La dinastia Giulio-Claudia iniziò con Tiberio, che mantenne un equilibrio con il Senato. Caligola e Nerone furono noti per il loro disprezzo verso il Senato e le istituzioni repubblicane. La dinastia terminò con Nerone, dopo il quale il potere passò all'esercito.
La dinastia Flavia, iniziata con Vespasiano, consolidò il potere centrale con l'aiuto dell'esercito. Vespasiano fu noto per la sua prudenza economica e la guerra contro gli ebrei. Tito e Domiziano continuarono le politiche militari e di costruzione, ma Domiziano fu vittima di una congiura.
Il II secolo d.C. vide l'introduzione del principato adottivo, con imperatori scelti per capacità. Ci furono riforme agrarie per riaprire le piccole proprietà, ma l'agricoltura rimase un problema. Traiano espanse l'impero, mentre Adriano e Marco Aurelio affrontarono minacce esterne e crisi interne.