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Concetti Chiave

  • Ottaviano Augusto consolidò il suo potere trasformando gradualmente la Repubblica Romana in un Principato, mantenendo solo formalmente le istituzioni repubblicane.
  • Riorganizzò l'Impero dividendo le province in senatorie e imperiali, centralizzando il controllo e migliorando la riscossione delle imposte per garantire stabilità economica.
  • Riformò l'esercito riducendo il numero di legioni e istituendo la Guardia Pretoriana, assicurandosi così lealtà e controllo militare.
  • La politica di Augusto favorì l'ascesa dei cavalieri e la ripresa agricola, riducendo l'influenza del Senato e mantenendo la plebe urbana tranquilla con distribuzioni gratuite e spettacoli.
  • L'età di Augusto fu caratterizzata da un fiorente sviluppo culturale e artistico, sostenuto da Mecenate, ma anche da tentativi di ritorno agli antichi costumi, spesso considerati anacronistici.

Indice

  1. L'ascesa di Ottaviano
  2. Strategie politiche di Ottaviano
  3. Il Principato e il Senato
  4. Riforme provinciali e fiscali
  5. Riforme militari di Augusto
  6. Politica estera e monumenti
  7. Crescita dei cavalieri e del Senato
  8. Cultura e mecenatismo sotto Augusto
  9. Dissenso intellettuale e leggi morali

L'ascesa di Ottaviano

La vittoria su Marco Antonio nel 31 a. C. fece di Ottaviano il padrone di Roma. Tutti si attendevano grandi cose da lui: soprattutto una pace duratura. Ottaviano doveva anche mantenere la promessa di difendere l’istituzione repubblicana , ma non ne aveva alcuna intenzione. Egli era convinto che per guidare un impero vasto come quello di Roma fosse necessario il governo forte di un uomo solo. Per lui il Senato era ormai un’istituzione inadeguata. La più grande abilità di Ottaviano fu quella di costruire il suo potere per gradi, dando ai cittadini romani l’impressione che nulla stava cambiando. In realtà Ottaviano rese il Senato un’assemblea più docile ai suoi voleri inserendovi uomini di sua fiducia.

Strategie politiche di Ottaviano

In primo luogo egli rinunciò a tutti i poteri che gli erano stati conferiti durante la guerra. I senatori però lo pregarono di continuare a reggere lo Stato e nel 27 a. C. gli conferirono i seguenti titoli:

PRINCIPE cioè primo nel Senato;

AUGUSTO cioè degno di venerazione, protetto dagli dei.

Nel 23 a. C. Ottaviano si fece conferire la potestà tribunizia: acquisì in tal modo i diritti dei tribuni della plebe, otteneva cioè il diritto di imporre ai cittadini l’obbedienza, di proporre le leggi e di convocare assemblee; la sua persona diventava sacra e inviolabile

Si aggiunsero infine il comando di tutte le truppe stanziate nelle province e il pontificato massimo, ossia la massima carica religiosa.

Il Principato e il Senato

Ottaviano sapeva come i Romani fossero avversi alla monarchia, dunque rispettò nella forma le leggi repubblicane: si limitò ad acquisire uno dopo l’altro i principali poteri previsti dalle leggi in vigore. Tale accumulo di poteri fece di lui un principe o, come più tardi si chiameranno i suoi successori, un imperatore (termine che in età repubblicana designava colui che deteneva il comando supremo dell’esercito, cioè il console). Ottaviano così trasformò la repubblica in un nuovo sistema politico: il Principato, che poi prese il nome di Impero; le leggi repubblicane erano solo apparentemente rispettate. Il capolavoro politico del giovane Ottaviano fu proprio questo: aver fondato un sistema nuovo, il Principato, senza che apertamente fosse abbattuto l’ordinamento della Repubblica.

La politica di Augusto si reggeva sull’ambiguità:

Proprio lui che aveva distrutto la Repubblica, affermava di volerla restaurare

Proprio lui che si presentava come il pacificatore era stato fino a pochi anni prima responsabile di spargimenti di sangue e stragi civili.

Ottaviano fu molto abile: il conflitto contro Antonio non venne presentato come una guerra civile tra Romani, ma come il conflitto tra i civili Romani e l’Oriente barbaro capeggiato da una donna, Cleopatra.

Al livello formale il potere del Senato fu mantenuto inalterato; continuò ad essere la sede in cui venivano discussi i principali poteri politici. In realtà il Senato fu a poco a poco esautorato, in quanto le decisioni venivano prese dal Principe (cioè Ottaviano-Augusto) e dai suoi più stretti consiglieri.

Le antiche magistrature furono mantenute ma svuotate di peso politico reale:

i consoli rimanevano in carica tre mesi;

i tribuni erano eletti direttamente dal Senato e non più dall’assemblea popolare

le decisioni dei comizi, le assemblee popolari, venivano pilotate dal principe

Riforme provinciali e fiscali

Una delle più importanti riforme introdotte da Augusto fu la riorganizzazione delle 41 province: assegnò quelle pacificate a proconsoli nominati dal senato (province senatorie); quelle di confine, più importanti strategicamente, furono controllate direttamente da lui o da funzionari a lui fedeli (province imperiali). Tutte le province pagavano delle imposte allo Stato romano: le tasse delle province senatorie finivano nel tesoro pubblico, detto erario, che serviva per il fabbisogno statale; quelle delle province imperiali finivano nel fisco, che era il tesoro privato dell’imperatore, del quale poteva disporre come fosse un suo patrimonio personale. Alla riscossione delle imposte Augusto prestò la massima attenzione: le sottrasse ai publicani e le affidò ad un’apposita categoria di funzionari statali per mettere così fine allo sfruttamento dei provinciali. Le province si sentirono così più tutelate e più vicine all’Impero. Con questi saggi provvedimenti la pax romana (la pace romana) non era solo uno slogan.

Quanto all’Italia, essa ottenne un importantissimo privilegio: fu esentata da tutte le imposte dirette. Iniziava così un periodo di prosperità e sviluppo: furono costruite strade, acquedotti, ponti, nuove città, furono operate delle bonifiche. Inoltre vi fu una fioritura artistica e culturale che distinguerà l’Italia per molti secoli da tutti gli altri territori europei.

Riforme militari di Augusto

Un nodo da sciogliere era quello dell’esercito. Le truppe erano state le protagoniste infatti delle tre guerre civili e costituivano un pericolo per la stabilità dello Stato. Augusto riformo l’esercito: ridusse il numero delle legioni da 50 a 28 e il reclutamento fu organizzato tra gli Italici di cittadinanza romana, i più fidati. La ferma durava da 10 a 20 anni e per assicurarsi l’appoggio dei militari congedati, Augusto li ricompensò con terre coltivabili e con denaro.

Augusto istituì anche una speciale guardia armata dell’imperatore: i pretoriani, si trattava di circa novemila soldati scelti, i più valorosi e ben addestrati. I pretoriani restavano sempre a Roma ed erano comandati dal prefetto del pretorio, un fidato collaboratore di Augusto.

Politica estera e monumenti

Per quel che riguarda la politica estera, essa fu pacifica, fu rivolta essenzialmente alla difesa dei confini dell’Impero, all’azione militare fu affiancata la diplomazia. Venne costruita l’ARA PACIS, l’altare della pace, dedicata da Augusto alla PACE. Questo monumento rappresenta e simboleggia la pace raggiunta durante l’età di Augusto.

Crescita dei cavalieri e del Senato

L’ascesa dei cavalieri. Il ceto dei cavalieri crebbe di importanza, furono favoriti nelle loro attività economiche. Ai cavalieri aprì nuove carriere: la prefettura dell’Egitto, una zona strategica dal punto di vista militare da cui Augusto voleva tenere lontani i senatori; l’importantissimo compito di distribuire il cibo per la plebe (la prefettura dell’annona).

Il ruolo del Senato. Continua a diminuire il peso politico del Senato al cui interno ormai sono ammessi “uomini nuovi” provenienti dalle città italiche o addirittura dalle province

La ripresa degli agricoltori. Augusto che si presentava come colui che voleva custodire le antiche tradizioni, volle tutelare i contadini e la campagna. Lanciò il programma di ritorno alla campagna favorendo i piccoli proprietari.

La plebe. Per tenere quieta la plebe urbana (vivevano a roma quasi 1 milione di persone) fece distribuire gratuitamente cibo e abiti e organizzò giochi del circo e spettacoli di gladiatori: tutto serviva a riempire le giornate di una massa di cittadini che poteva essere molto pericolosa.

Cultura e mecenatismo sotto Augusto

L’epoca di Augusto conobbe un grande sviluppo delle arti e della cultura. Letterati, storici ed artisti furono chiamati a corte da Augusto per celebrare la gloria di Roma e gli ideali del Principe. Tra questi ricordiamo Virgilio, autore dell’Eneide; Tito Livio, uno storico che scrisse la storia di Roma esaltando il valore dei generali e dei soldati; l’architetto Vitruvio; Orazio, Properzio. Tutti furono sovvenzionati da Mecenate il “ministro della cultura”: la sua azione in favore di arte e cultura fu tale che oggi si definisce con il termine mecenatismo l’atteggiamento di chi sostiene le arti.

Dissenso intellettuale e leggi morali

Ci furono però intellettuali che manifestarono il loro dissenso ad Augusto. Tra questi vi fu Ovidio che venne allontanato da Roma perché colpevole di avere scritto dei versi irrispettosi della morale imposta dal nuovo imperatore.

Egli infatti voleva riportare Roma alla semplicità e alla purezza dei tempi antichi. Egli emanò una legge che puniva l’adulterio; limitò il lusso. Per dare l’esempio stabilì che moglie e figlia non dovessero ricevere visite di estranei e che si occupassero solo della tessitura. Chiaramente tutto ciò era anacronistico e irrealizzabile tanto che anche l’antica religione romana stava lasciando il posto ai culti religiosi provenienti dall’Oriente.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le strategie di Ottaviano per consolidare il suo potere senza apparire come un dittatore?
  2. Ottaviano costruì il suo potere gradualmente, mantenendo l'apparenza delle istituzioni repubblicane e inserendo uomini di sua fiducia nel Senato, mentre accumulava poteri chiave come la potestà tribunizia e il comando delle truppe.

  3. Come Augusto riorganizzò le province dell'Impero Romano?
  4. Augusto divise le province in senatorie, governate da proconsoli nominati dal Senato, e imperiali, controllate direttamente da lui o da suoi funzionari, assicurando una gestione più efficiente e riducendo lo sfruttamento fiscale.

  5. Quali furono le riforme militari introdotte da Augusto?
  6. Augusto ridusse il numero delle legioni, organizzò il reclutamento tra gli Italici, istituì la guardia pretoriana e ricompensò i militari congedati con terre e denaro per garantirsi il loro appoggio.

  7. In che modo Augusto influenzò la cultura e l'arte durante il suo regno?
  8. Augusto promosse lo sviluppo delle arti e della cultura, sostenendo letterati e artisti come Virgilio e Tito Livio, attraverso il mecenatismo di Mecenate, mentre alcuni intellettuali dissidenti come Ovidio furono allontanati.

  9. Quali furono le misure di Augusto per promuovere un ritorno agli antichi costumi romani?
  10. Augusto emanò leggi contro l'adulterio, limitò il lusso e promosse la semplicità e la purezza dei tempi antichi, sebbene queste misure fossero spesso anacronistiche e difficili da realizzare.

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