Concetti Chiave
- Il II secolo è noto come l'Età dell'oro dell'Impero Romano, caratterizzata da una coesistenza armoniosa tra imperatori e senatori, con molti provenienti dalle province delle Gallie e della Spagna.
- Furono istituite riforme agrarie come il sistema del colonato per affrontare problemi agricoli e demografici, con Traiano che sostenne attivamente l'agricoltura e la piccola proprietà terriera.
- La cultura del II secolo si concentrò sulla rielaborazione delle dottrine ellenistiche, con figure come Epitteto e Marco Aurelio nello stoicismo e scienziati come Tolomeo e Galeno che influenzarono la scienza successiva.
- Il principato per adozione fu un metodo di successione imperiale basato su meriti e capacità, prevenendo congiure sanguinose e garantendo un imperatore degno e preparato.
- Gli imperatori come Traiano e Adriano si distinsero per l'espansione territoriale e le riforme interne, mentre la politica si spostò verso il consolidamento sotto Adriano e la pax romana sotto Antonino Pio.
Indice
Imperatori del secondo secolo
Cocceio Nerva (96-98)
Proclamato dai congiurati con l'appoggio del senato
Ulpio Traiano(98-117)
Generale spagnolo
Elio Adriano (117-138)
Nobile di origine spagnola adottato dallo zio Traiano
Antonino Pio (138-161)
Nobile delle Gallie. Con lui ebbe inizio la dinastia degli Antonini
Marco Aurelio (161-180)
Adottato da Antonino su imposizione di Adriano insieme a suo fratello Lucio Vero
Commodo (180-192)
Figlio di Marco Aurelio
Età dell'oro dell'impero
Il secondo secolo fu un secolo definito Età dell'oro dell'impero perché grazie al fatto che Imperatori e senatori provenivano per lo più dalle province delle Gallie e della Spagna, senato e Impero riuscirono a coesistere in un rapporto definito ottimo. Per la prima volta i cittadini dell'impero si sentivano tutti parte di uno stato comune. Le aristocrazie provinciali convivevano civilmente con quella romana e le città erano governate dai decurioni, cittadini eminenti che investivano i loro soldi in opere pubbliche e un efficiente rete stradale collegava le regioni dell'impero.
Crisi agricola e demografica
Tuttavia non fu solo un'epoca di splendore perché ci furono segnali di crisi soprattutto in campo agricolo, demografico ed economico.
L'agricoltura era poco evoluta e stava avanzando il latifondo affidato al lavoro degli schiavi e per questo poco proficuo. Si affermò così il sistema del colonato: molti proprietari terrieri divisero i loro possedimenti in piccoli lotti e li affidarono a contadini e schiavi in semilibertà detti coloni che versavano al proprietario metà del raccolto. Per evitare che i proprietari terrieri e gli esattori delle tasse estorcessero più del dovuto occorse un attento controllo dello stato che promulgò leggi a tutela degli agricoltori. (Uno degli imperatori a sostenere l'agricoltura fu Traiano)
Cittadinanza romana e commercio
I soldati mandati ai confini spesso rimanevano a vivere lì, così la popolazione italica diminuiva.
Gli imperatori obbligarono allora i senatori a comprare terreni in Italia e vietarono vigneti fuori dall'Italia e l'emigrazione. Questo sforzo fu però pressoché inutile perché i cittadini romani erano ormai sparsi in tutto il territorio dell'Impero e godevano dei vantaggi di essere cittadini romani. Anzi il diritto di cittadinanza romana venne addirittura esteso.
I romani di origine coloniale erano più numerosi degli italici.
La bilancia commerciale era in passivo perché si compravano molti generi di lusso e l'artigianato cittadino non si era sviluppato.
La cultura
Cultura classica e scienze
La cultura era diffusa in tutto l'impero e gli autori provenivano spesse dalle aree periferiche. Nacque il concetto di cultura classica che univa letteratura, filosofia e civiltà greco-latina. Il secolo non produsse idee nuove ne in campo letterario né filosofico ma ebbe il gusto dell'arcaismo e della retorica. Furono rielaborate le dottrine ellenistiche come lo stoicismo che ebbe nel liberto Epitteto e Marco Aurelio le figure significative. Nel campo delle scienze due scienziati greci influirono sulla cultura successiva: Tolomeo che elaborò il sistema geocentrico che sopravvisse fino a Galileo e Galeno di Pergamo che fu un'autorità nel campo della medicina.
Principato per adozione
L'epoca del principato per adozione
Gli imperatori del II secolo non ebbero discendenti diretti per cui fu istituito il principato per adozione: l'imperatore adottava un discendente estraneo alla famiglia basandosi sulle caratteristiche della persona, le sue capacità e il suo “indice di gradimento” fra senatori e militari. Questo metodo impedì:
sanguinose congiure
la possibilità di avere per diritto di nascita un imperatore non degno e impreparato
e realizzò:
l'ideale filosofico di Platone e degli Stoici di porre al vertice dell'impero un optimus princeps, persona degna, saggia i cui meriti fossero palesi a tutti e la .cui autorità fosse accettata da tutti.
Gli intellettuali e gli uomini di cultura antichi furono favorevoli agli imperatori di questo secolo, cosa che difficilmente era successa con i precedessori
Tornando agli imperatori, a Domiziano successe un anziano e autorevole senatore Cocceio Nerva, proclamato dai congiurati che avevano ucciso Domiziano e dal senatore.
Nerva ebbe l'intuito dell'importanza dell'appoggio militare e per questo adottò come suo successore un generale, Ulpio Traiano, un generale nato in Spagna, dislocato sul confine sul Reno.
La successione fu così pacifica che Traiano non interruppe neppure le sue campagne militari per farsi incoronare.
Traiano fu il primo imperatore di origine non italica
Traiano e l'espansione dell'impero
Traiano
Sotto il suo governo, l'impero raggiunse la sua massima espansione sia ad occidente che ad oriente
fece una politica di grandi lavori pubblici
Riorganizzò la burocrazia
promulgò leggi a favore della piccola proprietà terriera contro il latifondismo
abolì le tasse arretrate e istituì una cassa di risparmio popolare per i prestiti ai contadini indebitati
impose ai senatori di investire in Italia un terzo dei capitali
Traiano era un generale e per questo motivo fu adottato da Nerva come suo successore. In campo militare sottomise la Dacia che venne incorporata come provincia. Molti coloni si stabilirono là per contribuire ad una veloce romanizzazione della provincia ricca fra l'altro di miniere d'oro. Grazie ai proventi da queste miniere, fu possibile proseguire nelle campagne militari, infatti Traiano sconfisse i Parti e tutta la Mesopotamia fino al Golfo Persico divenne provincia romana. Il regno dei parti rimase un semplice stato vassallo. Con i soldi provenienti dalle miniere della dacia, Traiano frce anche una politica di grandi opere pubbliche e furono costruiti:
Il foro di Traiano
I mercati traianei
la famosa colonna trionfale che celebrava le sue imprese, la colonna Traiana
Traiano ebbe a cuore l'agricoltura e i contadini e promulgò leggi e costituì fondi che aiutassero gli agricoltori, in più impose ai senatori di investire un terzo dei loro averi in Italia
Adriano e la cultura ellenistica
Elio Adriano
Uomo istruito e colto
Fine della politica espansionista
riorganizzazione dell'apparato statale e della vita economica
Grandi meriti in campo culturale con valorizzazione della cultura ellenistica.
Adriano, proveniente dall'aristocrazia spagnola, fu un uomo di letteratura ed arte. Fu adottato da Traiano, ma immediatamente abbandonò le mire espansionistiche del suo predecessore rinunciando alla Mesopotamia e ponendo fine alle campagne militari per il consolidamento dei confini. In Britannia fece costruire il famoso vallo di Adriano, una muraglia di 118 km al confine con la Scozia per proteggere la provincia dalle razzie dei popoli settentrionali.
Adriano fu un attento amministratore e compì molti viaggi nelle province allo scopo di controllo.
Fu un estimatore della cultura greca e per questo favorì la rinascita urbanistica di Atene grazie al mecenate Erode Attico.. Diffuse la cultura greco-romana anche nei piccoli villaggi dell'Impero allo scopom di trasformare gli abitanti in cittadini.
Migliorò l'educazione scolastica, scelse cortigiani e funzionari di stato fra uomini molto colti, promulgò leggi a favore degli schiavi
A Roma costruì la celebre Villa Adriana e ristrutturò il Pantheon trasformato nella fortezza nota come Castel Sant'angelo.
L'unico neo nel suo governo fu una nuova ribellione degli ebrei, soffocata nel sangue; sulle rovine di Gerusalemme venne fondata una colonia latina popolata da veterani: Elia Capitolina.
Antonino Pio e Marco Aurelio
Antonino pio
Con lui ebbe inizio la dinastia degli Antonini e anche lui fu promulgatore della pax romana. Infatti dette poca importanza alla politica estera.
Adottò due fratelli, Marco Aurelio e Lucio Vero che presero il potere insieme ma fu Marco Aurelio a governare.
Marco Aurelio
Fu un uomo di profonda cultura, seguace dello stoicismo. Durante il suo impero iniziò il periodo della decadenza di Roma motivato dal fatto che Germani e Parti assalirono dalle frontiere contemporaneamente. Lucio Vero respinse i Parti che volevano invadere la Siria ma un'epidemia di vaiolo uccise milioni di persone. Questa calamità mise in ginocchio la vita cittadina, l'artigianato e i commerci. In campo militare, sin dovettero arruolare anche schiavi e gladiatori per sopperire alla mancanza di uomini.
Tribù germaniche dei Quadi e Marcomanni forzarono il confine del Reno e nel 166 arrivarono ad Aquileia dove furono fermati. Marco Aurelio assunse il comando dell'esercito e nel 175 sconfisse definitivamente le tribù e le costrinse a stanziarsi oltre il limes come alleati di Roma e fornitori di soldati. Nel 180 ci fu una nuova ribellione di queste tribù ma Marco Aurelio morì di peste a Vienna.
Commodo e la fine del principato
Commodo
Con Commodo, figlio di Marco aurelio finì l'epoca del principato d'adozione e si tornò al sistema dinastico. Alternò atti popolareschi, come esibirsi come auriga e gladiatore, con atti autocratici come quello di farsi ritrarre nelle vesti di Eracle. Commodo voleva ottenere i consensi della plebe romana, ma il suo atteggiamento non fu apprezzato dal senato che fu quasi completamente esautorato da Commodo. Commodo deluse anche l'esercito quando pose fine alla guerra contro i Quadi e i Marcomanni versando loro un'indennità.
Commodo sperperò le finanze in spèttacoli e feste.
Scampò ad una congiura e si circondò di pretoriani fedeli iniziando dei feroci processi contro l'aristocrazia ma alla fine venne ucciso in un complotto di palazzo nel 192.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali caratteristiche dell'Età dell'oro dell'impero nel II secolo?
- Come funzionava il sistema del colonato e quali misure furono adottate per proteggere gli agricoltori?
- In che modo Traiano contribuì all'espansione e alla prosperità dell'impero?
- Quali furono i contributi culturali e amministrativi di Elio Adriano durante il suo regno?
- Quali furono le conseguenze del regno di Commodo sull'impero romano?
L'Età dell'oro fu caratterizzata da una coesistenza armoniosa tra senato e impero, con imperatori e senatori provenienti dalle province delle Gallie e della Spagna. Le città erano ben governate e collegate da un'efficiente rete stradale, ma ci furono anche segnali di crisi agricola, demografica ed economica.
Il sistema del colonato prevedeva che i proprietari terrieri dividessero i loro possedimenti in piccoli lotti affidati a contadini e schiavi in semilibertà, detti coloni, che versavano metà del raccolto al proprietario. Lo stato promulgò leggi per tutelare gli agricoltori e Traiano sostenne l'agricoltura con leggi e fondi.
Traiano espanse l'impero sottomettendo la Dacia e incorporando la Mesopotamia come provincia romana. Utilizzò i proventi delle miniere d'oro della Dacia per finanziare campagne militari e grandi opere pubbliche, come il foro di Traiano e la colonna Traiana, e promosse leggi a favore della piccola proprietà terriera.
Adriano abbandonò le mire espansionistiche, consolidò i confini e migliorò l'apparato statale. Favorì la cultura ellenistica, migliorò l'educazione scolastica e promosse leggi a favore degli schiavi. Costruì il vallo di Adriano in Britannia e ristrutturò il Pantheon a Roma.
Con Commodo finì l'epoca del principato d'adozione e si tornò al sistema dinastico. Il suo comportamento autocratico e popolaresco non fu apprezzato dal senato e dall'esercito. Commodo sperperò le finanze in spettacoli e feste, e il suo regno terminò con un complotto di palazzo che portò alla sua morte.