Concetti Chiave
- Nel III secolo d.C., l'impero romano affronta una crisi profonda con cambiamenti economici, politici e religiosi che influenzano il periodo medievale.
- Le cause della crisi includono pressioni esterne da popolazioni migranti e problemi interni di ordine politico, economico e sociale.
- I confini dell'impero diventano vulnerabili sotto la pressione delle popolazioni germaniche, costringendo Roma ad abbandonare regioni come la Dacia.
- I Sasanidi rappresentano una minaccia significativa dall'oriente, imponendo tributi a Roma e catturando l'imperatore Valeriano.
- L'anarchia militare caratterizza il periodo con 28 imperatori in 25 anni, dove il potere è determinato dalla forza militare e il senato perde influenza politica.
Indice
Crisi dell'impero romano
Nella seconda metà del III secolo d.C. l'impero attraversa una grande crisi. Durante questi decenni nascono problemi e tensioni che caratterizzano tutta l'epoca del tardo impero (III-V secolo d.C.). Durante questa fase l'imperò modificò molto la sua struttura economica, politica e religiosa; assumendo caratteri che sarebbero poi stati ripresi dall'età medioevale.
Cause della crisi
Le cause dell'entrata in crisi possono essere suddivise in esogene ed endogene.
Le cause endogene sono quelle esterne, cioè le pressioni esterne delle popolazioni straniere sui confini dell'impero, che stavano migrando a causa dei cambiamenti climatici nei loro luoghi di origine.
Le cause endogene, sono interne, vale a dire di ordine politico, economico e sociale.
Entrambe le cause sono però messe in comune dal fatto che l'impero, in tutta la sua estensione e complessità, era divenuto molto difficile da governare.
Pressioni esterne e interne
I controlli delle frontiere divennero sempre più precari; infatti le popolazioni confinanti premevano sempre più sui confini, in particolare le popolazioni germaniche.
Le pressioni furono talmente forti da costringere l'impero ad abbandonare alcune regioni come la Dacia (attuale romania).
Da oriente provenivano i pericoli maggiori, infatti i Sasanidi iniziarono una politica espansionistica con lo scopo di ricostruire il vecchio impero persiano, inflissero ai romani pesanti sconfitte. Nel 244 l'imperatore fu costretto ad una resa che imponeva all'impero di versare un tributo annuo ai Sasanidi. Inoltre Valeriano, un imperatore successivo, venne fatto prigioniero da questo popolo e morì in prigionia. Un grande segno della perdita della potenza di Roma.
Anarchia militare e instabilità
Dopo la morte di Alessandro Severo nel 235, si creò una grande crisi che portò Roma nell'epoca dell'anarchia militare.
Nei venticinque anni successivi si alternarono al trono 28 imperatori, questa estrema precarietà degli imperatori dipendeva dal fatto che ognuno di questi prendeva il potere grazie alla sua potenza militare, infatti tutti dei gerarchi militari che sfruttavano l'appoggio dei loro soldati per sconfiggere l'imperatore in carica e prendere il potere. Una conseguenza fu l'emarginazione totale del senato dalle decisioni politiche, l'aristocrazia senatoria continuava a mantenere le sue proprietà terriere ed i suoi beni, ma non aveva più un grande ruolo politico.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi dell'impero romano nel III secolo d.C.?
- Quali furono le conseguenze delle pressioni esterne sui confini dell'impero romano?
- Come si manifestò l'anarchia militare nell'impero romano?
Le cause della crisi furono sia esogene, come le pressioni delle popolazioni straniere sui confini, sia endogene, di natura politica, economica e sociale, che resero difficile governare l'impero.
Le pressioni esterne, in particolare delle popolazioni germaniche, resero i controlli delle frontiere precari e costrinsero l'impero ad abbandonare regioni come la Dacia.
L'anarchia militare si manifestò con l'alternanza di 28 imperatori in 25 anni, ognuno dei quali prendeva il potere grazie alla sua potenza militare, emarginando il senato dalle decisioni politiche.