Concetti Chiave
- Nel III secolo, l'Impero Romano affrontò una crisi politica dovuta alla sua vastità e difficoltà di controllo, con il potere imperiale indebolito dall'influenza dell'esercito e dalle incursioni barbariche.
- La crisi economica fu aggravata da un'epidemia di peste che causò un crollo demografico, portando all'abbandono delle terre coltivate, carestie, e un aumento della pressione fiscale sui ceti più poveri.
- Socialmente, la popolazione dell'Impero si ridusse drasticamente a causa delle epidemie, mentre il Cristianesimo iniziò a diffondersi, contrastando il sistema culturale e sociale romano.
- Il Cristianesimo era mal visto a Roma per il suo rifiuto del culto imperiale e della struttura sociale basata sulla schiavitù, portando a processi ed esecuzioni di massa contro i cristiani.
- La reazione pagana al Cristianesimo fu per lo più inefficace, con intellettuali come Plinio il Giovane che suggerivano di affrontare l'ideologia cristiana piuttosto che ricorrere alla violenza fisica.
Indice
Dissesto dell'impero romano
Nel III secolo si assistette ad un dissesto politico, economico e sociale dell’Impero Romano.
Le motivazioni sono di tre tipi:
1. Politico: l’Impero andava sgretolandosi, poiché era troppo vasto e quindi difficile da controllare; inoltre vi erano anche delle debolezze istituzionali, con il senato e l’imperatore che avevano perso potere a discapito dell’esercito, infatti capitava che l’imperatore dovette dipendere dalle esigenze dei militari; altro fattore di crisi furono le incursioni di popolazioni barbariche che si fecero sempre più frequenti.
2.
Crisi economica e sociale
Economico: un’epidemia di peste aveva provocato un crollo demografico; a conseguenza di ciò molte furono le terre coltivate a venire abbandonate, provocando una crisi agricola e una serie di carestie; di fronte alle ingenti spese militari venne aumentata la pressione fiscale sugli strati sociali più bassi.
3.
Diffusione del cristianesimo
Sociale: la popolazione si era ridotta del 40-50% a causa di diverse epidemie; inoltre si era diffuso il Cristianesimo dal Medio Oriente fino a Roma, dove era mal visto, poiché secondo questa religione la figura imperiale doveva essere rifiutata, così come metteva in discussione il sistema schiavistico romano (“tutti gli uomini sono uguali”), senza il quale a Roma mancherebbe gran parte della manodopera a costo zero.
Il Cristianesimo non venne ben visto a Roma fino al 343 quando con l’Editto di Milano Costantino lasciò libertà di culto agli abitanti dell’Impero.
Reazioni al cristianesimo
Inizialmente non vi era compatibilità tra il Cristianesimo e gli aspetti sociali e culturali dell’Impero; i Cristiani esaltavano il pauperismo, rifiutavano il culto degli dei e dell’imperatore, non volevano distinzioni sociali e avevano una vita appartata.
Molti furono, infatti, i processi e le esecuzioni di massa contro i cristiani.
Dal punto di vista letterario, la reazione pagana al cristianesimo fu scarsa e vana; migliore furono le opere filocristiane di intellettuali come S. Agostino o S. Ambrogio.
Uno degli autori pagani che si schierò contro l’avanzata dei cristiani fu Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio e governatore della Bitinia (attuale Turchia – Asia Minore).
Scrisse delle Epistole, nelle quali si rivolgeva alle autorità imperiali per chiedere come intervenire contro l’avanzata cristiana.
Egli credeva che la battaglia fisica contro i cristiani fosse inutile, poiché era troppi; pensava sarebbe stato più utile cercare di cambiare i loro fondamenti ideologici piuttosto che procedere all’eliminazione fisica.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della crisi del III secolo nell'Impero Romano?
- Come veniva percepito il Cristianesimo nell'Impero Romano durante il III secolo?
- Qual era la posizione di Plinio il Giovane riguardo al Cristianesimo?
Le cause principali furono di natura politica, economica e sociale. Politicamente, l'Impero era troppo vasto e difficile da controllare, con debolezze istituzionali e frequenti incursioni barbariche. Economicamente, un'epidemia di peste causò un crollo demografico e una crisi agricola, mentre le spese militari portarono a un aumento della pressione fiscale. Socialmente, la popolazione si ridusse drasticamente e il Cristianesimo, che metteva in discussione l'autorità imperiale e il sistema schiavistico, non era ben visto.
Il Cristianesimo era mal visto a Roma poiché rifiutava la figura imperiale e il sistema schiavistico, esaltava il pauperismo e non accettava distinzioni sociali. Questo portò a processi e esecuzioni di massa contro i cristiani, fino a quando l'Editto di Milano nel 343 concesse libertà di culto.
Plinio il Giovane, un autore pagano e governatore della Bitinia, si oppose all'avanzata del Cristianesimo. Nelle sue Epistole, suggeriva che la battaglia fisica contro i cristiani fosse inutile a causa del loro numero e proponeva di cambiare i loro fondamenti ideologici piuttosto che procedere con l'eliminazione fisica.