Concetti Chiave
- Giuseppe Parini è un intellettuale illuminista che promuove riforme moderate, conciliando idee nuove con la tradizione classica.
- Parini critica l'aristocrazia per la sua oziosità e promuove una rieducazione della classe nobiliare per recuperare la sua funzione sociale positiva.
- Nel poema "Il Giorno", Parini utilizza la satira per descrivere la vita vuota e noiosa della nobiltà, contrapposta alla vita operosa delle classi lavoratrici.
- Nel testo "Salubrità dell'aria", Parini elogia la campagna per la sua aria pulita e critica la città per l'inquinamento causato dalla nobiltà e dagli speculatori.
- Influenzato dal neoclassicismo, Parini cerca di unire il linguaggio aulico con temi contemporanei per mantenere la dignità letteraria.
Indice
Infanzia e Carriera Ecclesiastica
Nacque a Bosisio nel 1729 da una famiglia di modeste condizioni. A dieci anni si trasferisce dalla prozia Anna, che morendo gli lascia una piccola rendita annua a condizione che intraprendesse la carriera ecclesiastica. Nel 1752, a ventitre anni scrive una raccolta di liriche chiamata Ripano Eupilino che gli contribuisce ad entrare nell’accademia dei Trasformati. Parini promuove le riforme illuministiche, ma sempre con posizioni moderate e conciliate alla tradizione classica.
Servizio presso i Serbelloni
Parini entra al servizio del Duca Gabrio Serbelloni, come precettore dei figli. Parini viene a contatto con il mondo aristocratico che lo spinge a scrivere un poema satirico, il Giorno.
Dopo una discussione con la duchessa Maria Vittoria, che aveva una relazione con Pietro Verri, Parini si licenzia dalla famiglia e diventa precettore di Carlo Imbonati, figlio del conte Giovanni Maria, che aveva riportato in vita l’accademia dei trasformati.
Parini scrive nel frattempo alcuni poemetti satirici contro la nobiltà improduttiva come il Mattino e il Mezzogiorno.
Riforme e Incarichi a Milano
L’assolutismo di Maria Teresa d’Austria vedeva con favore gli intellettuali di orientamento avanzato e tendeva ad offrire loro incarichi di responsabilità. Il conte di Firmian, governatore di Milano, affidò a Parini la direzione della gazzetta di Milano e l’anno successivo lo chiamo a fare il professore nelle scuole Palatine.
Parini nel frattempo conosce il nuovo orientamento neoclassico ispirato a criteri di armonia, nobile semplicità, ecc. Parini nel 1791 divenne sovrintendente delle scuole di Brera.
Parini, come gli altri intellettuali illuministi, stava al servizio dello stato riformatore, rivestendo ruoli amministrativi.
A Parini tuttavia non piacquero le riforme di Giuseppe II, in quanto erano dirette a contrarre in modo troppo autoritario l’organizzazione della cultura.
Durante la riv. francese all’inizio Parini la vide con fervore e speranza, come opportunità per rimarcare i principi i principi illuministici di uguaglianza e libertà; in un secondo momento la vide come un totale fallimento, in quanto gli eccessi autoritari assunsero posizioni più negative. Parini morì nel 1799.
Parini è un intellettuale impegnato nella battaglia civile e combatte con idee nuove che migliorino la vita sociale al fine di promuovere una pubblica felicità.
Parini non appoggia le posizioni antireligiose di Voltaire e Rousseau; ma appoggia l’ostilità ad ogni tipo di fanatismo religioso (intolleranza) e si scaglia contro l’oscurantismo degli ecclesiastici (atteggiamento di chiusura verso ogni forma di progresso sociale e culturale)
Parini è abbastanza vicino al deismo e crede molto nella religione in sé come principio di un’ordinata convivenza civile e garanzia di salvezza. Ritiene quindi perciò che le idee illuministiche siano pericolose per la convivenza sociale.
Critica alla Nobiltà
La critica della classe aristocratica da parte di Parini: è oziosa, vuota e improduttiva perché:
- sul piano economico sperpera tutte le ricchezze che ricava dalle rendite, cioè dal lavoro altrui;
- sul piano intellettuale non studiano, bensì oziano e non progrediscono la cultura;
- sul piano civile non si curano di coprire cariche pubbliche.
Inoltre gli illuminati sono immorali nei costumi: Parini denuncia l’adulterio del cavalier servente che distrugge la famiglia.
Parini predilige infatti la nobiltà di una volta che aveva una funzione sociale: difendere i cittadini in guerra; rivestire le magistrature; dedicarsi agli studi.
Parini tuttavia non è ostile alla nobiltà in sé, bensì alla sua degenerazione che c’era in quell’epoca. Egli propone quindi una rieducazione della classe aristocratica.
Parini non promuove il cosmopolitismo degli intellettuali illuministi e non gli piacevano le posizioni di quello francese: asservito solamente all’utile.
Parini apprezza le scoperte scientifiche, convinto che possano migliorare la vita sociale ed essere fonte di progresso e benessere per l’umanità.
Egli sostiene che la letteratura non debba avere solo fini utilitaristici, bensì dev’essere illuminata dallo spirito filosofico e che serva a ristabilire il buonsenso e la ragione.
Parini unisce l’utile degli illuministi, come la battaglia per risolvere i problemi della realtà contemporanea, al lusinghevol canto - al dilettevole-, tipico della tradizione classica.
Parini è un fervente delle idee fisiocratiche: l’agricoltura è l’origine della ricchezza, in quanto fonte di vita semplice, sana, felice e a contatto con la natura, pertanto il poeta guarda con ostilità la possibilità che si potessero estendere i commerci in maniera incontrollata.
Parini riprende dei modelli di poetica greca e latina e scrive odi dai contenuti elevati e i toni solenni. Le odi che fece possiamo dividerle in tre gruppi:
1756-9 quello più folto e indirizzato alla battaglia illuministica; l’ultimo riguarda temi come il composto armonico e classico.
Parini non rivoluziona il linguaggio poetico illuminista, bensì tiene a legittimare le materie impoetiche accantonando gli aggettivi aulici tipici del linguaggio classico. Parini utilizza infatti: espressioni elette e auliche; perifrasi e metonimie; aggettivi esornativi.
Parini e la Campagna
Opposizione campagna-città: prime quattro strofe dedicate all’elogio della campagna, non più come luogo ameno, bensì concreta, studiata con lo spirito del geografo e elogiata per avere un’aria pulita. In contrasto con la città: acque stagnanti delle risaie che favoriscono la propagazione del morbo, fango fetido. Parini individua i responsabili di questo inquinamento negli speculatori che per avidità estendono la coltivazione del riso fino alle porte della città. Emergono qui i caratteri dell’impegno civile e illuministico della poesia al fine del miglioramento delle condizioni della collettività.
In città: coltivatori di riso pallidi e malaticci; in campagna: i contadini brianzoli che nonostante la fatica sono vegeti e robusti. Questo dibattito non è solo letterario, bensì anche culturale, al fianco dei fisiocratici.
Il poeta considera la campagna come luogo di evasione.
Alla campagna è associata l’innocenza del paradiso terrestre; mentre la città viene considerata superba.
I nobili secondo Parini sono i colpevoli dell’inquinamento della città, per i quali vengono allagati i prati per produrre più fieno per i cavalli. Parini si sofferma inoltre sul patto sociale, tipico della cultura illuministica, quello di unire gli uomini in società, vincolandoli al rispetto degli altri. Parini denuncia una serie di particolari come il letame, i liquami e le carogne.
Parini persegue l’utile illuministico, denunciando un problema sociale, riuscendo comunque a tenere un linguaggio dilettevole.
Parini affronta realtà crude e basse con un linguaggio aulico e prezioso. Attraverso questo linguaggio le materie impoetiche ottengono il permesso di entrare nello spazio della poesia. A volte succede tuttavia che queste materie prosaiche perdano la loro carica stravolgente.
Descrizione della Città Moderna
Storia di 2 giovani milanesi. Uno contrario alla città inquinata e irrespirabile si trasferisce in Umbria.
caratterizza nella città di Milano nel 1989: Traffico pesante; rumore e scie di gas irrespirabili; CLIMAX (serie di termini che si intensificano) Macchine che grattavano, laceravano e centrifugavano l’aria; Marciapiede sporco con chiazze d’olio, polvere nerastra, cacca di cane, ecc; Alberi pochi e capitozzati, usati come spartitraffico. Facce dei passanti cadaveriche e bambini senza colore.
Città moderna immersa in un’atmosfera allucinata: meritano attenzione gli aggettivi e i verbi adoperati: vengono infatti utilizzati per fare una violenta carica polemica: ritmo sfrenato della collettività; follia collettiva che toglie ogni senso di vita; L’assenza di vita e il grigio nelle facce dei passanti sottolinea un inferno senza via d’uscita.
incubo vecchissimo, ma ancora vivo: tempo immobile e terrificante. Termine “vomitavano” si riferisce al disgusto e alle immagini di: chiazze d’olio, polvere nerastra, ecc.
Alberi crudelmente potati danno idea di mutilazione e morte.
A contrasto con ciò: società dei consumi con facce grigie, vitalità false e facce cadaveriche.
Parini era ancora in un mondo pre industriale, agricolo. De Carlo: mondo industrializzato in cui sono presenti: inquinamento acustico; automobili; città inquinata dai fumi delle fabbriche.
Il Poemetto Satirico
Poemetto in endecasillabi sciolti che mirava a rappresentare satiricamente la nobiltà dell’epoca con atteggiamento battagliero e polemico, tipico della cultura illuministica e anche dei moderati come Parini.
Giornata del Giovin Signore
Descrizione della giornata del giovin signore in tre parti, ma poi due: Mattino e Mezzogiorno.
Genere didascalico ma anche descrittivo, utilizzato sia dai classici che dagli illuministi.
Il poeta vuole insegnare al giovin signore a come riempire le sue giornate noiose. L’impianto del poema è principalmente descrittivo, con la descrizione di una giornata tipo di un aristocratico.
Uno dei motivi centrali è la condanna al cicisbeismo, per cui ogni donna (ma anche uomo) sposata aveva diritto ad un cavalier servente, che doveva essere inteso solo come servitore, ma che era di fatto una forma di adulterio, che distruggeva la famiglia.
Nel mezzogiorno il giovin signore è invitato a pranzo dalla dama per conversare su vari argomenti.
Impianto didascalico derivante dagli insegnanti del precettore verso il pupillo su come occupare il suo tempo si sviluppa maggiormente nella prima parte; mentre nella seconda è più sensibile alla descrizione.
La struttura didascalico-descrittiva serve a veicolare la satira attraverso ironia e antifrasi.
Il precettore finge di accettare i gusti e i giudizi del giovin signore, ma questa fatua illusione viene rotta con l’immagine del lavoratore e dell’artigiano, con vita operosa e sana, che si dedicano ad attività utili alla collettività umana.
Non viene descritta una giornata particolare del nobile, bensì una giornata tipo, per dare il senso di una vita banale, dove non succede mai nulla di importante.
Il Tempo è lungo e vuoto, dove si ripetono i medesimi gesti e le medesime parole. La noia è uno dei temi centrali, il precettore si offre al nobile per aiutarlo a colmare i tempi vuoti.
L'azione si svolge in uno spazio chiuso, prima nel palazzo del giovin signore, poi in quello della dama e successivamente in uno spazio aperto, ma limitato e in quello chiuso delle carrozze. La ristrettezza dello spazio contribuisce a dare l’idea di un mondo morto, privo di energie vitali.
Nobiltà oziosa ed effeminata contrapposta a quella rude del passato (quella guerriera, che doveva affrontare le battaglie per difendere i cittadini)
Piano di rappresentazione delle classi popolari: vita operosa e sana del contadino e dell’artigiano e culto della famiglia, stravolta dalla nobiltà.
Contraddizioni della Nobiltà
Il mondo nobiliare viene condannato, ma viene fatto al solo fine di rieducarlo, in modo tale che recuperi la sua originale funzione positiva. Ad esempio facendo fruttare le proprie terre e accrescendo il benessere comune, avendo una posizione attiva nella cultura e nella politica.
Ciononostante, il poeta ha un atteggiamento ambiguo verso la nobiltà: se da una parte la condanna, dall’altra dai suoi discorsi traspare che egli sia compiaciuto nell’accarezzare gli oggetti dei nobili, come se fosse affascinato dall’eleganza.
A Parini piace la sensualità dei nobili e il gusto figurativo dell’epoca. Nelle sue poesie si fondono quindi il senso di severità razionale e compiaciuta eleganza, questo corrisponde quindi al fascino dell'opera.
Lo scopo principale di Parini, ma anche il suo problema: inserire una poesia di materia contemporanea e realistica in un linguaggio classico per salvare la sua dignità letteraria.
Parini utilizza infatti un linguaggio aulico, preciso, eletto per descrivere argomenti mediocri.
Oltre al linguaggio utilizza: giro sinuoso della sintassi, uso calibrato di enjambements, aggettivi in funzione esonerativa. In tal modo legittima materie prosaiche (banali) a entrare nel regno della poesia. Questo linguaggio tuttavia finisce per confermare il compiacimento del poeta verso l’eleganza e la grazia del mondo nobiliare.
Parini era contrario alle riforme di Giuseppe II e prova un senso di delusione e scontento.
Come tutti gli altri intellettuali milanisti, soprattutto quelli milanesi, Parini odiava il fatto che venisse regolato ogni aspetto della vita amministrativa, civile e culturale, soffocando ogni autonomia e iniziativa individuale. Inoltre veniva promosso lo sviluppo scientifico a discapito di quello umanistico. Anche Pietro Verri era in pieno disaccordo con le riforme di Giuseppe II in quanto erano imposte dall’alto e volte a soffocare e spegnere le energie vive della società.
Influenza del Neoclassicismo
Parini viene influenzato dalla corrente del neoclassicismo, che si diffonde dopo le scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano. Il Neoclassicismo si rifà all'attenzione delle forme armoniche e nitide dell’arte antica, il bello ideale, la semplicità delle linee e la serenità. Parini ne condivideva i gusti e questa svolta neoclassica deriva probabilmente dall’idea di rifugiarsi in un mondo di forme ideali al fine del raggiungimento di uno stato d’animo più equilibrato ed armonico dopo le delusioni portate da Giuseppe II. Era quindi un modo per rifugiarsi dai suoi traumi.
Conclusione del Poema
Nelle ultime due parti del giorno la polemica si fa più tenue, resta comunque la struttura dell’ironia verso i nobili, ma è meno malvagia, quindi più tenue e sfumata.
Il poema si concentra quindi sulla commedia mondana e la satira di costume, in particolare sulla malinconia, il senso inarrestabile del declinare dell’età, lo svanire della bellezza e della forza vitale e il rafforzamento del lusso, della grazia e dell’eleganza. Viene a mancare la volontà pedagogica correttiva poiché non c’è più la spinta politica e civile. Essendo che Parini non ha più speranza che i nobili migliorino ed è meno polemico e aspro, risulta per certi versi più crudele della parte iniziale.
Ricapitolando:
Giornata tipo del giovin signore, esponente della nobiltà contemporanea.
Poema narrativo-descrittivo con impostazione didascalica al fine di favorire la satira.
Poema articolato in quattro diverse parti del giorno: il Mattino, il Mezzogiorno, il Vespro e la Notte.
Voce narrante del precettore che si rivolge espressamente al giovin signore.
Gli atteggiamenti consigliati e i valori celebrati dallo scrittore sono in realtà quello che Parini vuole criticare.
Personaggi generalmente appartenenti alla nobiltà contemporanea, bollata come oziosa e superficiale; in contrapposizione con i valori dei ceti inferiori che sono laboriosi e hanno un danno valore alla famiglia.
Il tempo della storia coincide con l’arco della giornata, mentre quello del discorso è rallentato dalla descrizione di dettagli futili per rimarcare il senso di una vita inutile e noiosa.
Lo spazio è chiuso e circoscritto alla città. Il fatto che l’azione si svolge in luoghi chiusi come i palazzi e le carrozze deve dare il senso di un mondo chiuso in se stesso.
Metrica: endecasillabi sciolti e non raggruppati quindi in rime e strofe.
Linguaggio aulico e sostenuto, caratterizzato dall’uso frequente di aggettivi in funzione esornativa con lo scopo di sublimare elementi banali.
Domande da interrogazione
- Dove è nato Giuseppe Parini?
- Quali sono le riforme che Parini promuoveva?
- Chi era il precettore dei figli del Duca Gabrio Serbelloni?
- Quali sono le critiche di Parini alla nobiltà?
- Qual è l'atteggiamento di Parini nei confronti delle riforme di Giuseppe II?
Giuseppe Parini è nato a Bosisio nel 1729.
Parini promuoveva le riforme illuministiche, ma sempre con posizioni moderate e conciliate alla tradizione classica.
Il precettore dei figli del Duca Gabrio Serbelloni era Giuseppe Parini.
Parini critica la nobiltà per essere oziosa, vuota e improduttiva sul piano economico, intellettuale e civile.
Parini è contrario alle riforme di Giuseppe II, in quanto le considera troppo autoritarie e limitanti per l'organizzazione della cultura.