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valditara torna sul bullismoIl Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, torna sul tema delle umiliazioni tra i banchi di scuola. Che tanto ha fatto discutere nelle scorse settimane.
fonte foto: via Il Corriere della Sera

In audizione di fronte alle Commissioni Cultura congiunte di Camera e Senato, il numero uno di Viale Trastevere ha infatti ribadito la necessità di intervenire sulla problematica del bullismo con il pugno di ferro.

La grande domanda però è: come punire lo studente che compie un atto di bullismo? ”Mettendo dei limiti al proprio 'io'” ha spiegato Valditara, come si legge su “La Tecnica della scuola”.

Valditara: "L'umiliazione? Risentite il mio intervento"

L’umiliazione? Risentite il mio intervento - chiarisce il Ministro - ho usato il riflessivo ‘umiliarsi’, proprio della cultura cristiana. Il ragazzo deve accettare la sanzione, deve riconoscere di avere sbagliato, mettere dei limiti al proprio io. Deve essere seguito. La bocciatura non è adeguata. Dobbiamo aiutarlo con i lavori socialmente utili. Questa è la sfida vera che va nella valorizzazione della persona”. Stando alle parole dell'esponente leghista gli atti di bullismo, dunque, necessitano di una soluzione ferma e severa: ”Come rimediare agli atti di bullismo, che sono persecuzioni sistematiche? Queste portano alla diminuzione dell’aspettativa di vita, all’insuccesso scolastico. I lavori socialmente utili sono previsti dal nostro ordinamento, dallo statuto degli studenti del 1998. Spesso non ci sono le condizioni per poterli applicare”, ha aggiunto Valditara.

I 5 Stelle contro il Ministro: “Visione della scuola anacronistica e autoritaria”

Il Ministro dell'Istruzione e del Merito è stato però duramente contestato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle facenti parte la Commissione Istruzione alla Camera e al Senato: “Al ministro Valditara evidentemente non basta aver sbagliato una volta. Oggi persevera tornando a parlare di umiliazione per gli studenti, con un artifizio retorico che non basta a nascondere una visione della scuola anacronistica e autoritaria. Siamo d’accordo sulla necessità di mettere in campo strumenti per stimolare i ragazzi lontano da comportamenti antisociali, ma perché tornare a usare il termine umiliazione?” hanno polemizzato i 5 Stelle.

Il punto – secondo i pentastellati – è che il bullismo è una problematica che poggia le proprie radici nel profondo. Non solo quindi la sanzione non sarebbe sufficiente, ma rischierebbe di distorcere l'insegnamento di base: in sintesi, il “bullo” non capirà mai di aver sbagliato. ”Il rimedio al bullismo non può essere solo la sanzione, va compreso il disagio anche con la presenza di una figura professionale apposita negli istituti come lo psicologo. A tal proposito abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio per rifinanziare e rendere strutturale questa misura istituita nel 2020 dal Governo Conte II. La scuola è il luogo in cui si forma la personalità dei cittadini, e chi la amministra deve comprendere che i messaggi che si danno devono essere adeguati al proprio ruolo”, concludono gli esponenti 5S.