
Il perché? Presto detto: nell'ottica della massima inclusività, l'ateneo ritiene che "Natale" sia una parola estremamente cristiano-centrica e che come tale non sia adatta a esprimere gli auguri a un'ampia platea studentesca come quella presente nel campus.
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Al posto di "Buon Natale" sarebbe meglio dire "Buone Vacanze"
Secondo il documento inviato allo staff dell'ateneo, contenente le linee guida per un linguaggio più inclusivo, "Natale", per le ragioni di cui sopra, è stata quindi considerata inadatta a esprimere un augurio adeguato a tutte le religioni e culture. La nota dell'Università, inoltre, fa anche notare come le parole e il loro significato siano fortemente condizionati dalle norme dominanti della cultura nella quale sono inserite.Per questo, l'ateneo invita le persone che lavorano al suo interno a fare attenzione agli atteggiamenti predominanti, alle idee veicolate e agli stereotipi che sono incorporati nei modi in cui abitualmente si comunica con gli altri. Ciò vuol dire che, vista la varietà delle lingue, provenienze, religioni e sensibilità che si confrontano ogni giorno, alcune formule potrebbero risultare offensive, seppur non sia quello l'intento originale di chi le pronuncia. Se proprio si vuole essere educati, dunque, sarebbe meglio fare un più generico augurio legato alla pausa invernale o alle feste che si festeggeranno in questo periodo.
Non sono mancate però le critiche da parte di chi crede che l'Università, in quanto luogo di scambio e crescita, possa beneficiare delle diversità di culture presenti , spingendo affinché ognuno possa portare avanti le proprie tradizioni.