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La dispersione scolastica e la formazione professionale
Come ha sottolineato il Ministro Bianchi, intorno ai 16 anni "abbiamo il massimo di dispersione: dobbiamo portare i ragazzi ad una qualifica altrimenti o si disperdono o hanno livelli retributivi bassissimi”. Mentre, riferendosi agli apprendistato per la formazione professionale degli studenti, ha ribadito come quest'ultima sia "materia che viene normata Regione per Regione, anche se sentiamo tutti il bisogno di cornici che regolino il tema in tutto il territorio nazionale. Sono rapporti non di lavoro, anche se si parla di tirocini”.In merito a quest'ultima bisogna, secondo il titolare del dicastero dell'Istruzione, "ragionare di più su cosa avviene una volta che un ragazzo si è diplomato". Anche perché i dati risalenti al 2019 citati dal Ministro mostrano "una situazione che desta preoccupazione": su 100 diplomati, il 51% ottiene un rapporto a tempo determinato, il 10% di apprendistato, un altro 10% intermittente; i tirocini sono l’ 8,8%, i contratti di collaborazione il 3%, a tempo indeterminato il 3,4%.
Il preoccupante Gap territoriale e gli Its
A preoccupare nei dati ministeriali è anche il forte gap territoriale: se metà gli studenti che escono dalla scuola trovano lavoro al Nord, al Sud la percentuale è meno del 30%. Anche la durata dei contratti fa riflettere: per il 25% è tra 1 e 3 mesi, per il 18% tra 3 e 6 mesi e per il 15% tra 8 e 30 giorni.Un altro grande tema su cui il governo sta lavorando è quello degli Its:"I dati sono contraddittori, abbiamo un numero consistente di Its, sono 117 con 713 corsi e gli iscritti sono aumentati: sono 18 mila, con quasi il 90% di persone che trovano lavoro. Stiamo facendo una riforma degli Its e dei tecnici professionali, la prima è all’esame del Senato in fase di conclusione".
La riforma della scuola media
L'ultimo punto affrontato è quello di una riforma della scuola media di cui aveva già parlato qualche giorno fa a Corriere.Tv dove aveva detto che quest'ultima attualmente "non è né carne, né pesce".Secondo il Ministro dell'Istruzione occorre "superare la rigida divisione disciplinare e proiettarsi di più verso quel modo di lavorare della scuola primaria. La scuola secondaria ha bisogno di essere ripensata, in particolare la scuola media: su questo stiamo lavorando e su questo chiederemo l’aiuto delle Camere".
Paolo Di Falco