
Nei guai sono finiti in 170, tra ragazze e ragazzi, a fronte di un corpo studentesco che conta oltre 1.000 iscritti.
E prosegue senza sosta lo scontro con la presidenza e parte del corpo docente, che ormai sembrano intenzionati a tirare dritto: l'aria in uno dei licei più blasonati della Capitale è particolarmente tesa.
-
Leggi anche:
- Tasso e Mamiani, dopo l'occupazione gite annullate, sospensioni e 5 in condotta: Valditara approva, studenti in rivolta
- Al Tasso gli studenti dell'occupazione rischiano dieci giorni di sospensione e 5 in condotta
- Orientamento superiori: 5 consigli per scegliere la scuola adatta a te
Studenti contro Preside e insegnanti: il botta e risposta
La linea dura del preside è stata apprezzata di recente anche dal Ministro del MIM Giuseppe Valditara. E proprio lo scambio ha contribuito ad accendere il dibattito. In una lettera aperta indirizzata al Preside del liceo Tasso, ma anche al Ministro Giuseppe Valditara, gli studenti scrivono: ”Ci aspettavamo le conseguenze e sapevamo che sarebbe successo qualcosa, quando ci siamo autodenunciati. Ma ad attirare l'attenzione non sono state le nostre richieste, le nostre proteste, bensì le sanzioni. Che sono state punitive e non educative”. I 170 studenti responsabili dell'occupazione, infatti, vedranno il loro voto in condotta ridursi a 5, e saranno sospesi per 10 giorni, di cui otto da scontare in lavori socialmente utili.Ai ragazzi non è andato a genio il fatto che le istituzioni si fossero scambiate parole di approvazione reciproca: ”Questa non è la scuola democratica che tanto viene decantata”. Per questo motivo domani, 19 gennaio, è atteso un sit-in degli studenti in via Sicilia, sotto la sede del liceo ”aperto anche a personale docente, Ata, genitori, compagne e compagni di altre scuole, per riprenderci la libertà di espressione e dissenso" .
I vertici dell'istituto hanno poi prontamente risposto con una nota - che leggiamo su 'Il Corriere della Sera' - che porta la firma del preside e di ben 32 docenti (circa metà del corpo insegnante). Nella missiva si denuncia ”la strumentalizzazione” di un fenomeno (le occupazioni) ”che da anni appare triste, ripetitivo e vuoto a chi lo osservi senza pregiudizi ideologici”. Ma, su tutto, i docenti condannano la decisione ”presa nell’ambito dei collettivi politici da un manipolo di studenti che impone la scelta a tutti gli altri e nottetempo entra a scuola bloccando la didattica curricolare a vantaggio di lezioni tenute da ospiti più o meno famosi e corsi su fumetti, fotografia, burraco tenuti da sedicenti rivoluzionari”. A questo, concludono i prof, si aggiungono i danni e il conseguente spreco di denaro pubblico per ripararli.