
Gli studenti hanno ideato una vera e propria chat dell’odio, in cui avrebbero insultato la compagna a sua insaputa e in cui avrebbero organizzato scherzi di pessimo gusto da mettere in atto, come l’imitazione delle sue movenze, della sua camminata e della sua postura.
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Le sfide e le prove giornaliere
Sembra che nel gruppo fosse previsto, infatti, un vero e proprio regolamento volto a discriminare la vittima. Le azioni contro la ragazza dovevano essere svariate: oltre agli insulti che ognuno dei partecipanti avrebbe dovuto rivolgerle in chat privata, si aggiungevano i commenti sgradevoli sui social e prove giornaliere da superare, come quella che consisteva nel passarle accanto senza toccarla per non farsi “infettare”. La studentessa si è ritrovata da sola ad affrontare la crudeltà dei compagni che sembrerebbe siano addirittura arrivati a pensare che meritasse di morire.
Le difficoltà affrontate dalla ragazza
La ragazza per difendersi è stata costretta a limitare quanto più possibile il contatto con i compagni, per questo motivo era solita arrivare in classe all’ultimo minuto per evitare di trovarsi faccia a faccia con gli altri studenti prima dell’arrivo dell’insegnante. Anche il suo rendimento scolastico è stato influenzato dalla violenza a cui veniva sottoposta subendo un netto peggioramento. Ogni giorno vissuto come un incubo, con l’angoscia di non sapere perché la sua classe si fosse messa contro di lei. Quella classe che dovrebbe essere un ambiente inclusivo e accogliente, formato da amici insieme ai quali crescere e imparare. La situazione è cambiata solo quando una delle studentesse è uscita dal gruppo e ha confessato alla compagna le cattiverie che i compagni le muovevano gratuitamente. A quel punto, la ragazza ha trovato il coraggio di raccontare l’accaduto alla madre, che è immediatamente intervenuta.
L'indagine della Procura
Dopo la denuncia, è intervenuta la polizia Postale, che ha raccolto i messaggi scritti sul gruppo dai ragazzi per svolgere i dovuti accertamenti, mentre la Procura dei Minori ha già iniziato le indagini. Adesso il Centro Antiviolenza minorile di Latina sta organizzando degli incontri con gli studenti coinvolti per renderli consapevoli della gravità del loro comportamento.
Chiara Galgano