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liceo manzoni milano questionario salute mentaleSono tristemente noti i suicidi che avvengono in ambito universitario di studenti che, indietro con gli esami, decidono di togliersi la vita schiacciati dal peso delle aspettative non raggiunte. Ultimamente però si sta parlando di salute mentale degli studenti a tutto tondo, e per questo il collettivo “Manzoni antagonista” del liceo linguistico comunale Manzoni di Milano, da anni primo nella classifica di Eduscopio, ha deciso di sottoporre ai propri colleghi studenti un sondaggio per verificarne le condizioni di stress.

I risultati non sono eccellenti e anzi, sono alquanto preoccupanti: sette studenti su dieci denunciano di soffrire, spesso o qualche volta, di crisi di pianto o crolli emotivi dovuti alla scuola.

Pressione scolastica troppo forte: a rischio la salute mentale degli studenti

Il focus del questionario era proprio inerente al grado di salute mentale e alla pressione dei ritmi scolastici e ai loro effetti sui ragazzi, si evince dal post pubblicato sul profilo Instagram del collettivo. Il quadro che ne viene fuori non è affatto buono e per denunciare la situazione, una parte dei risultati del test è stata appesa dal collettivo nelle classi dell’istituto, prima delle vacanze pasquali.

Uno dei punti più critici coinvolge anche i professori, accusati da uno studente su due di non valorizzare l’impegno nello studio. Sempre un alunno su due denuncia quindi che l’intero ambiente scolastico influisce direttamente sulla propria salute mentale, percentuale che arriva a nove ragazzi su dieci se si aggiungono le risposte di chi ha segnato “abbastanza”.

Oltre il 50% degli intervistati manifesta il suo disagio nel sentirsi classificato solo in base ai voti raggiunti e si dice forzato a raggiungere l'eccellenza. Il questionario era volto proprio a concretizzare il malessere sperimentato dagli studenti, e forte dei risultati, il collettivo autore del test critica il sistema scolastico attuale: “Lo studio è generalmente accompagnato da sentimenti quali ansia e stress, con evidenti conseguenze sul benessere psicologico, come testimoniano le percentuali dei riscontri ottenuti”, scrive il gruppo studentesco in un post su Instagram nel quale presenta i dati ottenuti, e continua sottolineando la tossicità dell’ambiente vissuto dai ragazzi in quanto fondato su “concetti come il merito e la competitività, alimentando un continuo stato di pressione che trasforma lo studio da una forma di accrescimento personale ad un'interminabile prestazione delle proprie nozioni volta a dimostrare di essere, per l'appunto, meritevoli.”

La risposta della preside del liceo Manzoni

La preside Maria Rossi non è rimasta indifferente davanti all’iniziativa studentesca e dalle pagine de ‘Il Corriere’ ha annunciato che i professori discuteranno i risultati dell’indagine in collegio docenti: “Ho chiesto ai ragazzi una relazione sul sondaggio con i risultati. Finora ne hanno diffusi solo una parte, sotto forma di grafico” ha affermato la preside, che però ha ammesso di essere già a conoscenza delle difficoltà lamentate dai ragazzi: “Ci accorgiamo che gli studenti fanno più fatica ad affrontare lo studio rispetto a quanto avveniva in passato. In particolare, le classi prime e le seconde sono quelle che hanno risentito di più della chiusura delle scuole nel lockdown - racconta la dirigente scolastica -. Anche la psicologa ci ha segnalato un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante. Su questo ci stiamo interrogando anche noi, per mettere in atto strategie di aiuto. Abbiamo già incrementato il monte ore del servizio di ascolto psicologico. E nelle classi prime da due anni abbiamo, introdotto la figura del docente tutor, dedicato al metodo di studio e all’organizzazione del tempo in base al carico di lavoro”, ha concluso la dirigente scolastica.