
Anche dopo la seconda chance concessa dai giudici amministrativi, l'esito non è cambiato e lo stesso Tribunale scrive: ammetterla all’anno successivo sarebbe stato uno svantaggio per l’alunna.
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Una seconda opportunità
Come segnala 'Il Giorno', il Tar della Lombardia, a settembre, aveva offerto un’opportunità alla studentessa, dopo il primo tentativo fallito, permettendole di sostenere un esame orale di matematica. La decisione del Tar era stata presa in seguito a una richiesta dei genitori della ragazza, che avevano impugnato i provvedimenti scolastici. Infatti, durante l’esame scritto di recupero del debito, lo scorso 12 luglio la studentessa aveva una valutazione di “2” ed è stata quindi bocciata dal Consiglio di classe.
La prova orale conferma il giudizio
Purtroppo, l'esame orale ha confermato le gravi lacune della studentessa in matematica. Il giudice, nel respingere l'ennesima istanza presentata dai genitori, ha sottolineato come promuovere la loro figlia potrebbe essere controproducente per la minorenne, evidenziando un problema più ampio nella valutazione degli studenti. Nel primo giudizio, i giudici avevano chiesto anche la prova orale. Pur non essendoci norme specifiche che regolano gli esami di riparazione in questo senso, il principio è quello di garantire un processo di valutazione equo e omogeneo che sia coerente con le modalità utilizzate durante l’anno scolastico
In aumento il numero di debiti formativi
Sempre secondo quanto segnala 'Il Giorno', nel 2023, è stato registrato un aumento del numero di studenti in Lombardia con un "debito" da saldare per poter essere promossi: il 23%, rispetto al 22.5% del 2022. Questa situazione porta con sé domande legate all'efficacia delle prove di riparazione post-vacanze estive, e se queste rappresentino una soluzione valida per colmare le lacune formative degli studenti.Non solo, il caso della studentessa milanese solleva numerose questioni sul sistema di valutazione scolastico e su come si tratti il fallimento, il recupero educativo e su come, in particolare, le famiglie accettino la bocciatura dei propri figli.