
L’anno scolastico è quasi terminato e appare doveroso iniziare a fare un primo bilancio sulla base delle esperienze raccontate dagli studenti. L’emergenza sanitaria da Covid-19 e le inesorabili disposizioni governative dedicate al mondo della scuola non hanno sicuramente contribuito a dare uno spiraglio di normalità a studenti e docenti. Da Repubblica.it, arriva la storia di Riccardo, uno studente iscritto al terzo anno di Meccanica e meccatronica che dopo quattro mesi di buio in didattica a distanza è riuscito a trovare la motivazione grazie ai suoi docenti.
Guarda anche
Dalla didattica a distanza alla scuola in presenza: la storia di Riccardo
Dopo l’istituzione dell’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura degli istituti scolastici, le lezioni a distanza hanno consentito a docenti e studenti di proseguire con la didattica. I diversi approcci, la distanza, la mancanza di vera socialità, però, hanno fin da subito fatto notare le differenze tra le lezioni frontali e quelle virtuali. A testimoniarlo è Riccardo, uno studente con alle spalle due bocciature che frequenta il terzo anno di un istituto tecnico con specializzazione in Meccanica e meccatronica. A Repubblica.it ha raccontato le difficoltà che ha dovuto affrontare una volta giunto in Dad, malgrado i buoni propositi per il nuovo anno scolastico: “Mi ero confrontato con i miei genitori, dopo due bocciature volevo riuscire a fare questo terzo anno in Meccanica e meccatronica perché avevo riconosciuto il mio grande errore: non studiavo”. Le disposizioni governative emanate in funzione dell’andamento epidemiologico l’hanno poi fatto restare a casa, in didattica a distanza. È stato quello il momento in cui lo studente si è reso conto che la scuola in presenza “non è solo un luogo di istruzione, ma è il posto dove si cresce”. Visti i brutti voti sul registro elettronico e la delusione generata dalle circostanze aveva deciso di mollare, di ritornare al punto di partenza. Riccardo ha raccontato che a peggiorare la situazione è stata anche l’impossibilità di dedicarsi alla sua passione, il calcio, e di incontrare i suoi amici.
La storia (a lieto fine) di Riccardo: l’aiuto dei docenti
Lo studente ha descritto così quel periodo: “Ho vissuto quattro mesi di buio, mi sentivo persone, per me quella non era scuola. E così ho preso dentro di me una decisione”. Decisione che lo avrebbe portato a mollare tutto, a ripetere l’anno ma in un istituto professionale per trovare subito un lavoro e terminare subito il percorso di studi. Proprio quando pensava che tutto sarebbe andato per il peggio, i suoi docenti gli hanno teso la mano e l’hanno invitato a tornare in classe, seppur con un piccolo gruppo. Quell’invito è stato per Riccardo “una rinascita”: era felicissimo e sebbene fossero in quattro in classe a lui bastava. Lezione dopo lezione, Riccardo ha ripreso a studiare e ha incominciato a seguire corsi di recupero: “Ho scoperto di avere una forza dentro di me che non credevo di avere, non pensavo di rialzarmi. E voglio arrivare al diploma, ho una buona carica per resistere”. Il suo augurio? Che il prossimo anno non sia più con la pandemia.
Hai bisogno di consigli su come affrontare l'ultimo mese di scuola? Guarda il video!