
Ormai qualche settimana fa il Governo ha trasmesso al Parlamento e poi all’Unione Europea il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il nostro Paese. Tra le critiche e i plausi a questo imponente documento nel quale sono riassunti gli investimenti e i fondi stanziati per decine di settori e progetti diversi, vi è anche una ambiziosa riforma del reclutamento degli insegnanti.
Nel Piano sono previsti una formazione iniziale irrobustita e concorsi regolari per l’assunzione di nuovi docenti; tuttavia dal 2022 è probabile che i prof, come riportato dal Corriere, potranno accedere alle cattedre solo attraverso il concorso. Scopriamone di più.
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Come diventare prof dal 2022: cosa dice il Pnrr?
Per assoldare nuovi insegnanti, categoria che sta invecchiando sempre più e nella quale il ricambio generazionale fa fatica a venir assunto stabilmente, il Governo prevede di agire su due fronti: da un lato semplificando la procedura dei concorsi in modo da garantire che si svolgano in modo regolare ogni tot anni. Mentre dall’altro lato, per poter essere certi di avere insegnanti all’altezza e preparati, si interverrà sulla formazione iniziale dei docenti tramite dei corsi. Infatti il Pnrr insiste sulla strada della formazione dei nuovi prof asserendo che solo una volta assicurata la qualità della formazione iniziale si può procedere con la nuova procedura di selezione semplificata. Quindi, una volta settati alti standard di formazione, il progetto prevede di facilitare il concorso e ridurlo a una prova al computer, e da lì si sommerebbero: il punteggio ottenuto nello scritto combinato con quello derivante dai titoli culturali e di servizio darà diritto a un anno di prova in una scuola, al termine del quale i vincitori possono essere confermati o meno nel posto, a quel punto a tempo indeterminato.
Cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi
Ma se questo progetto dovrebbe partire nel 2022, durante questi mesi il Governo starebbe per chiudere la trattativa con i sindacati sulla “procedura urgente e transitoria di reclutamento” dei precari, come riportato dal Corriere, per il prossimo settembre prevista dal Patto per la scuola che dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni. Ma effettivamente cosa sarà? Dovrebbe essere una procedura volta ad aggirare il concorso, e garantendo così ai supplenti la possibilità di entrare di ruolo solo in base ai titoli e agli anni di servizio. Tuttavia, la Ragioneria di Stato ha chiesto ai rappresentanti dei lavoratori di ridimensionare le proprie richieste di assunzione, che si aggiravano tra i 50 e i 60 mila posti. Infatti secondo le ultime indiscrezioni provenienti da ItaliaOggi, si parla di un massimo di 15 mila posti: 7.000 posti nuovi ai quali se ne aggiungerebbero altrettanti che non si è riusciti ad assegnare con il concorso straordinario da 32 mila posti appena concluso, a causa dei pochi candidati e dei troppi bocciati. È quindi definibili come “mini-sanatoria” la manovra che si vorrebbe mettere in pratica in questi mesi, e che avrebbe però il vantaggio di essere condivisibile anche da una larga platea politica.
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