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di paolodifalco01
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chat studenti professori

Dopo i diversi casi di cronaca che hanno posto la scuola al centro dell'attenzione mediatica, l'Associazione presidi di Roma ha deciso di promuovere una revisione del codice deontologico scolastico mettendo un freno alle chat tra studenti, professori e genitori.

Ma vediamo perché e cosa ne pensano gli studenti.

A cosa serve lo stop delle chat tra famiglie e docenti?

L'intenzione dei presidi è quella di emanare un regolamento utile per le scuole italiane e di dedicare un capitolo di quest'ultimo ai social network e alla comunicazione scuola-famiglia. Così come ha detto Mario Rusconi, presidente del'Associazione presidi di Roma al Corriere della Sera: "Vanno evitate le chat con genitori e con studenti, se non per questioni di natura urgentissima come una gita che salta all'improvviso".

Alle parole di Rusconi si aggiungono quelle di Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, per il quale le chat non dovrebbero essere abolite ma regolamentate, sulla base di un codice di autodisciplina redatto dalle scuole. Giannelli ha evidenziato come "l'utilizzo sfrenato delle chat non porta a nulla di buono, le comunicazioni devono avere un carattere di ufficialità".

Stop alle chat tra studenti e professori? La replica degli studenti

A non essere d'accordo con quest'ipotesi sono però gli studenti e, così come ha spiegato la Rete degli Studenti Medi in una nota: "Un parere poco utile e fuori dal tempo. Serve educare alla tecnologia, non disincentivarla. La risposta che il sindacato dà è rendere la scuola un ambiente ancora più ostile e chiuso, invece che proporre didattica ed educazione degli strumenti tecnologici, educazione all’affettività e alla sessualità. In tal modo la scuola disincentiverebbe l’utilizzo dei social, invece che fornire strumenti per utilizzarli al meglio"

Di conseguenza gli studenti chiedono all’Anp di “ritirare il proprio parere sul tema” e di “aprirsi a un luogo di confronto reale con studenti e genitori”.

Paolo Di Falco