
A riportare la notizia è ‘La Stampa’. La storia della ragazza, rifiutata da due scuole per la sua malattia, getta un’ombra sulla scuola italiana, ancora molto indietro in fatto di inclusività e accessibilità.
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Rifiutata da due scuole per la sua malattia
Giulia sapeva quello che voleva: studiare grafica pubblicitaria e lottare contro la malattia che la costringeva sulla sedia a rotelle. Ma il suo percorso è stato difficile, pieno di problemi e di porte chiuse. Già due scuole superiori l’avevano rifiutata: la prima, perché sprovvista di insegnanti di sostegno che avrebbero potuto assisterla, la seconda perché non dotata di un ascensore funzionante e di un montacarichi adeguato per permettere un accesso sicuro alla studentessa.
Accessibilità a scuola
Luca Pellizzer, coordinatore del Comitato Genitori Pediatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha espresso la sua frustrazione e il suo rammarico per la situazione, denunciando il mancato intervento delle istituzioni. Pellizzer ha dichiarato, a ‘La Stampa’, come la scuola sia un vera e propria terapia psicologica per i giovani disabili e malati oncologici. Ma non solo: la mancanza di accessibilità, per il coordinatore, rappresenterebbe una chiara violazione dell’articolo 34 della costituzione, che appunto dovrebbe garantire l’accesso all’istruzione da parte di tutti.La storia di Giulia fa riflettere. Si dimostrano sempre più necessari degli investimenti sostanziali per eliminare tutte quelle barriere burocratiche e architettoniche che non permettono un accesso agevolato alle persone con disabilità. Un ascensore rotto e un montacarichi difettoso non possono e non devono essere degli ostacoli insormontabili all’istruzione.