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Virginia della Seta
Fonte: AGI


Ottantasei anni: questo il tempo che Virginia Della Seta, una signora romana di origine ebraiche, ha impiegato per tornare nel cortile della sua scuola elementare, la stessa da cui fu cacciata nel 1938, proprio perché ebrea.

Oggi quel cortile l’ha riaccolta con un caldo abbraccio: quello delle alunne e degli alunni delle classi quarte e quinte, delle maestre, della preside e della Comunità ebraica romana. Quella che era la scuola di Virginia oggi si chiama “Alberto Cadlolo”, si trova nel quartiere Sant’Angelo e fa parte dell’Istituto Comprensivo “Virgilio”.

Per l'occasione, oltre ad aver organizzato una giornata speciale dedicata alla memoria per e con gli studenti, la scuola ha anche inaugurato una targa commemorativa, per ricordare tutti i bambini che, come lei, furono esclusi dalla scuola pubblica a causa delle leggi razziali introdotte dal regime fascista. 

Indice

  1. Espulsa in terza elementare
  2. Una ferita che ha attraversato generazioni
  3. Il lavoro dell’ADIMS: scavare negli archivi per non dimenticare

Espulsa in terza elementare

Nata nel 1929, Virginia aveva appena otto anni e frequentava la terza elementare quando la dittatura in vigore nell'Italia di quegli anni la costrinse
ad abbandonare la scuola, i compagni di classe, e la sua infanzia. Le fu permesso di continuare a studiare solo nel pomeriggio, in una sezione “per soli ebrei”.

Molto emozionante tornare in questa scuola dopo 86 anni, da cui ero stata allontanata solo perché ebrea. Le leggi razziali rappresentano tuttora uno dei momenti più bui della nostra storia”, queste le parole commosse della donna davanti alla targa in suo onore, come riporta l'AGI.

Una ferita che ha attraversato generazioni

Ma l’evento non è stato solo una cerimonia. È stato un viaggio nella memoria collettiva. A partire dalla storia della famiglia di Virginia: il padre, i nonni, gli zii e un cugino di due anni furono arrestati nel rastrellamento del Ghetto di Roma dell’ottobre 1943. Furono prima trasferiti nel campo di Fossoli, poi ad Auschwitz, da dove non tornarono più.

Avevo 14 anni quando mio padre è stato arrestato a causa di una delazione, pagata 5mila lire dell'epoca. Il valore inviolabile della persona è qualcosa che è rimasto dentro di me per tutta la vita”, ha raccontato Virginia.

Il lavoro dell’ADIMS: scavare negli archivi per non dimenticare

La targa affissa nella scuola e il ritorno di Virginia, però, non hanno avuto un percorso semplice per diventare realtà. Dietro, infatti, c'è stata un’indagine storica durata anni. “Non è stato facile fare questa ricerca”, ha spiegato Tiziana Della Rocca, presidente dell’ADIMS, l’Associazione Docenti Italiani per la Memoria nelle Scuole. Con pazienza e tenacia, l’associazione ha ricostruito la lista degli alunni espulsi nel 1938, consultando gli archivi del Ministero dell’Istruzione e quelli della Comunità ebraica di Roma.

“Diciamo ai ragazzi cosa è allora successo. Guardando la targa possono sapere subito cosa è accaduto”, ha sottolineato Della Rocca.

Data pubblicazione 7 Maggio 2025, Ore 15:43
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