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Proclamato sciopero dal 15 al 20 ottobre 2021: si ferma anche la scuolaUn lunghissimo sciopero potrebbe presto abbattersi sul mondo della scuola? Questo è quello che si chiedono genitori e studenti di fronte alla notizia che sta circolando in queste ore. Infatti, la F.I.S.I.
- la Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali
- ha indetto tra il 15 e il 20 ottobre 2021, “lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati”. E tra i tanti settori rappresentati dal sindacato, ovviamente, c'è anche l'istruzione.

Pertanto, è possibile che in quei giorni gli istituti scolastici possano incontrare difficoltà nel normale svolgimento delle lezioni. Anche se la rappresentatività della sigla sindacale fa pensare che possano essere limitati e non generalizzati. Inoltre questa protesta è particolarmente discussa e anomala sotto diversi punti di vista: al momento lo sciopero non è autorizzato, anche se confermato, e quindi i prof aderenti rischiano sanzioni. Scopriamo insieme le motivazioni e i lati controversi della faccenda.

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Sciopero dal 15 al 20 ottobre 2021: le motivazioni

Sul sito della F.I.S.I. è presente un comunicato stampa esplicativo che espone i motivi della protesta: “Nella giornata del 30 settembre 2021 si è riunita la segreteria generale della FISI. I segretari nazionali dei settori pubblici e privati della FISI (Bacco Pasquale, Giacomini Dario, Silvestri Ciro e Barone Walter) coadiuvati dal segretario generale Rolando Scotillo hanno deciso all’unanimità e in maniera irrevocabile lo sciopero generale ad oltranza in difesa dell'ordine costituzionale, e di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori".

"Lo sciopero - prosegue la nota - così come comunicato al Governo della nazione è irrevocabile e interesserà dal 15 ottobre prossimo fino al 20 ottobre prossimo tutti i settori lavorativi in cui vi è l’obbligo vaccinale e l’obbligo di presentazione del certificato verde. Gravi le accuse della FISI nei confronti del Governo della Nazione che impedisce al personale dipendente non vaccinato di poter lavorare (sospensione dal lavoro) e lo discrimina nei confronti di coloro che si sono vaccinati. Con la sospensione dal lavoro e da ogni retribuzione si impedisce al personale dipendente non vaccinato il diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”.

La F.I.S.I. in sciopero contro il Green Pass

La nota continua, quindi, parlando diffusamente del Green Pass, fortemente criticato: “La violazione di diritti e la discriminazione nei confronti dei non vaccinati da parte del Governo Italiano si perpetra attraverso un obbligo surrettizio alla vaccinazione che contempla l’esclusione dal lavoro e la perdita della retribuzione. Identica discriminazione si verifica con il cosiddetto Green Pass: è previsto l’accesso (ad esempio nel settore scolastico) al posto di lavoro attraverso la procedura di test negativo (misura per la tutela della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. D.L. 21 settembre 2021) ed il rilascio del relativo green pass per la durata di 48-72 ore, con oneri a carico del dipendente, in contrasto con la normativa sul lavoro che prevede l’assunzione dei costi sulla sicurezza a carico del datore di lavoro (art 15, comma 2, D.lgs. 81/2008)”.

Con il comunicato che si conclude con, appunto, l’annuncio di una agitazione, che potrebbe diventare a oltranza: “La Segreteria Generale della FISI, unanimemente, ha deciso irrevocabilmente di procedere verso una protesta che durerà fino al 31 dicembre 2021, termine in cui decadrà la legge, e se ci saranno proroghe o altre formule vessatorie si continuerà ad oltranza”.

Sciopero F.I.S.I., la Commissione di Garanzia ne chiede la revoca

Questa protesta, però, potrebbe incontrare non pochi ostacoli, in quanto dopo la proclamazione dello sciopero, la Commissione di Garanzia sugli scioperi ha evidenziato alcune criticità, messe nere su bianco in una nota, poi ripresa anche dal ministero dell’Istruzione: “La Commissione di Garanzia - recita il testo - ha indicato in via d’urgenza il “mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni”, invitando il F.I.S.I. a revocare lo sciopero proclamato, dandone comunicazione alla stessa entro cinque giorni dalla ricezione del provvedimento”.

Inoltre, la nota della Commissione continua puntualizzando anche che: “trattandosi di sciopero riguardante una pluralità di settori, lo stesso è soggetto alle disposizioni in materia di limiti di durata previsti dalle singole discipline di settore, nonché a quelle in materia di divieto di concomitanza tra astensioni riguardanti servizi alternativi", affermando conseguentemente la non conformità dello sciopero in oggetto alle richiamate disposizioni.

La F.I.S.I. conferma lo sciopero nonostante le criticità

Ma la F.I.S.I. non ci sta e ha deciso di non revocare lo sciopero. Anzi, come è possibile leggere nel documento del MI: “La F.I.S.I. ha comunicato la conferma dello sciopero generale dal 15 ottobre al 20 ottobre 2021, specificando come lo stesso sia da configurarsi generale, nonché ricadente nella fattispecie di cui all’articolo 2, comma 7, della legge n. 146 del 1990”. Dunque lo sciopero sembra che ci sarà, anche se non sarà autorizzato. Quindi i lavoratori della scuola che dovessero aderire potrebbero andare incontro a sanzioni. Questo, unito alla rappresentatività della sigla sindacale, potrebbe comportare eventualmente qualche disagio anche se non generalizzato. Insomma chi temeva (o sognava) un mega ponte di 5 giorni, probabilmente dovrà aspettare le prossime vacanze.