
Dopo l'annuncio di alcune Regioni di voler rimandare il ritorno alla didattica in presenza, in origine atteso per il 7 gennaio per tutti gli studenti, sono state prese nuove decisioni a livello nazionale sul rientro a scuola.
Il Consiglio dei Ministri di stanotte ha stabilito che studenti di elementari e medie ritorneranno in presenza il 7 gennaio, mentre quelli delle superiori avranno ancora qualche giorno di lezioni a distanza e torneranno in presenza, al 50%, solo dall’11 gennaio.
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La scuola ripartirà quindi per tutti gli studenti dal 7 gennaio, ma in modo diverso a seconda del ciclo scolastico. Come stabilito dal Consiglio dei Ministri, scuole dell’infanzia, la scuola primaria e le scuole medie riaprono anche in presenza a partire dal 7 gennaio, mentre i ragazzi delle superiori torneranno fisicamente in classe, al 50%, solo dall'11 gennaio. I primi giorni di lezione (7 e 8 gennaio, eventualmente il 10 per chi va s scuola il sabato), per loro, saranno quindi ancora a distanza. In seguito, però, si potrà portare la percentuale degli studenti in classe al 75% (se le condizioni del contagio lo permetteranno). In alcune Regioni, però, i governatori stanno predisponendo un quadro molto diverso. In Campania, Vincenzo De Luca ha stabilito che le materne e le prime due classi della primaria riapriranno in presenza dall’11 gennaio, le restanti classi della scuola primaria dal 18 gennaio, mentre le secondarie di primo e secondo grado torneranno fisicamente nelle scuole dal 25 gennaio, sempre che le condizioni della curva epidemiologica lo consentano. In Veneto, nelle Marche e in Friuli, invece, sono state emanate o annunciate ordinanze che consentono il rientro nelle classi degli studenti delle superiori, al 50%, addirittura dal 1° febbraio. Come scrive tuttavia il quotidiano La Repubblica, il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, chiederà di ritirare queste ordinanze in modo da uniformare tutto il territorio nazionale sulle ultime decisioni del Cdm. Fondamentali saranno quindi le prossime ore per arrivare a indicazioni definitive.
Scuola, Regioni e fasce di rischio
Un altro fattore potrà incidere sulle modalità del rientro in classe a livello regionale. L'8 gennaio sono infatti previsti i dati della Cabina di regia per il monitoraggio delle Regioni, con nuovi "colori" assegnati a partire dalla situazione del contagio e nuovi criteri. Lombardia, Veneto, Liguria, Puglia, Basilicata e Calabria (al momento già con un Rt sopra l’1) ma anche Emilia Romagna, Sicilia e Friuli Venezia Giulia (queste ultime appena sotto l’1) potrebbero dall’11 gennaio finire in zona arancione, a meno che i contagi non si riducano nettamente. Nessuna regione al momento sembra rischiare la zona rossa.Tuttavia non è ancora del tutto chiaro come influiranno i colori sul ritorno a scuola. E' sicuro infatti che nelle regioni rosse resteranno in vigore le chiusure, non solo delle superiori ma anche delle seconde e terze medie, mentre per le zone arancioni potrebbero esserci delle novità. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera il ritorno in presenza al 50% nelle scuole superiori potrebbe avvenire anche qualora sia assegnata, per l'appunto, la zona arancione. Per la conferma ufficiale si deve tuttavia ancora attendere.