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regioni chiedono dad non solo zona rossa

Aumento dei contagi, soprattutto fra i ragazzi, e le regioni chiedono maggiore autonomia dal governo sulla possibilità di attivare la Dad anche non in presenza di zone rosse.

Al momento attuale, infatti, le regioni non possono più decidere singolarmente rispetto alla chiusura o meno dei proprio istituti scolastici.

Il nuovo decreto Covid ha imposto l'apertura delle scuola e l'attuazione della didattica a distanza soltanto in presenza di "straordinaria necessità".

Dad solo in zona rossa? Le regioni chiedono di poter decidere in autonomia

Rientro a scuola traumatico per tutti: alta percentuale di docenti assente causa Covid, studenti ammalati e il fattore "gelo" da considerare, hanno condotto le regioni a chiedere al governo una maggiore autonomia di scelta per ciò che riguarda l'attuazione della Dad.

Il caso Campania ha fatto da apripista alla richiesta generale da parte delle altre regioni italiane: nel documento indirizzato al governo si invita l'esecutivo a non limitare esclusivamente alle zone rosse la possibilità dei governi regionali di emanare ordinanze sulla Dad.

Dopo la bocciatura del Tar Campano riguardo alla decisione del presidente De Luca di non riaprire le scuole dopo le vacanze, anche altri colleghi governatori hanno espresso preoccupazione e insoddisfazione circa le nuove regole che gestiscono la possibilità di svolgere la didattica a distanza.

Si richiede una revisione dei criteri e delle competenze sulla sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole.

Scuola in presenza a tutti i costi: anche i sindacati contro Bianchi

La linea del governo, molto chiara e perentoria sulla scuola, ha portato non poche lamentele, anche da parte dei sindacati. A Isernia è nato il Comitato "No presenza, sì Dad", mentre la CISL Scuola chiede al governo di rivedere con urgenza il protocollo sicurezza, considerando il veloce aumento dei contagi. Un incontro urgente con il Ministro Bianchi è la richiesta fatta dalla segreteria Maddalena Gissi, al fine di "intercettare il caos e dare risposte pragmatiche".

Intanto, anche gli studenti si stanno organizzando per portare avanti la propria protesta contro la situazione scolastica: domani, venerdì 14 gennaio, in diverse piazze italiane le associazioni studentesche manifesteranno contro le decisioni dell'esecutivo e chiederanno risposte certe in merito al ritorno in classe in sicurezza. La loro richiesta è un incontro con il ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi.