
Il ritorno dalle vacanze natalizie ha il sapore di qualcosa di già sentito: una volta rientrati in aula gli studenti lamentano gli stessi problemi lasciati a dicembre. Tra questi, l'annosa questione del freddo in classe.
Aeratori inesistenti, strumenti che aiuterebbero a far circolare e depurare l'aria all'interno del luogo chiuso, e i ragazzi cercano di sopravvivere al gelo coprendosi il più possibile con plaid e coperte. Una situazione che ha dell'incredibile se si pensa che nemmeno un anno fa, per interventi nelle scuole, erano stati stanziati ben 150 milioni di euro. Troppo pochi per i presidi delle scuole italiane che lamentano i costi molto elevati degli strumenti di aerazione.
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Ritorno in classe, vecchi problemi: gelo nelle scuole e gli studenti si adattano con i plaid
Nemmeno un mese fa, poco prima delle vacanze natalizie, avevamo dato voce agli studenti italiani che lamentavano la difficile condizione vissuta nelle aule data dal freddo. Nel nostro articolo, abbiamo denunciato una situazione di disagio che vedeva coinvolti ben 3 studenti su 4: il gelo nelle scuole è diventato la normalità per la maggior parte dei ragazzi e la stragrande maggioranza degli istituti non sembra essersi ancora dotata di un sistema di aerazione alternativo.A distanza di qualche settimana, dopo le vacanze natalizie, la situazione, come prevedibile, è peggiorata. Complice l'abbassamento delle temperature, la neve caduta anche a bassa quota nelle nostre città. Gli studenti si sono dovuti adattare alla situazione, giungendo in aula con coperte, plaid e maglioni pesanti, per riuscire a contrastare il gelo che proviene dalle finestre lasciate aperte proprio per riuscire a far arieggiare l'aula.
Come accaduto all'Istituto Einaudi di Roma, dove - come racconta Il Tempo - in mancanza degli impianti di aerazione, studenti e professori sono costretti a tenere gli infissi spalancati "per rarefare il famigerato aerosol su cui viaggia il virus emesso coi respiri di eventuali ignari positivi asintomatici".
Impianti di aerazione nelle scuole: che fine hanno fatto?
Un coro unanime di proteste si alza da parte dei presidi italiani: i finanziamenti stanziati dal governo per acquistare dispositivi utili ad aerare le classi, al fine di scongiurare al massimo i contagi da Covid-19, non sono mai bastati. Nemmeno con i fondi stanziati un anno fa con il Decreto Sostegni, che prevedeva una somma di 150 milioni di euro al fine di aiutare le scuole a reperire "dispositivi e materiale di protezione individuale e degli ambienti nonché di ogni materiale il cui impiego sia riconducibile all'emergenza Covid".
"Nel decreto sostegni del 22 marzo 2021 - ha spiegato il ministro Bianchi - abbiamo dato risorso per gli impianti di aerazione e le scuole in base alla loro autonomia hanno scelto in cosa investire".
Perché il fondo includeva sì sistemi e strumenti per l'aerazione, ma anche gel disinfettanti, mascherine, test diagnostici e molto altro. E spesso si sono fatte scelte diverse, mirando all'indispensabile.
La somma, infatti, appare elevata ma poi, se suddivisa per ogni scuola italiana, diventa raggrinzita e insufficiente se divisa tra i 42mila plessi scolastici italiani.
E diventa addirittura irrisoria se pensiamo anche che un aeratore ha un costo medio di 500 euro e che ogni istituto avrebbe bisogno di almeno due dispositivi per classe.
Il costo, quindi, sforerebbe di gran lunga da quello stanziato dal governo: come osserva Mario Rusconi, presidente della ANP Roma su Quotidiano Nazionale, per fornire un adeguato sistema di aerazione ad ogni scuola medio-grande servirebbero circa 60 mila euro. Cristina Costarelli, Presidente ANP Lazio e preside del liceo Newton di Roma "Il mio istituto, che a 1100 studenti" - dice al giornale - "ha ricevuto circa 45mila euro che non bastano certamente per un istituto come il nostro, neppure se fossero finalizzati ad acquistare esclusivamente impianti di areazione".
Conclusione? I dirigenti scolastici hanno, come comprensibile, preferito utilizzare i soldi ricevuti per acquistare bene di necessità immediata. Agli aeratori, dal costo elevato, sono state preferite mascherine, gel disinfettati o altri servizi medico-sanitari. Per cambiare l'aria alle classi si aprono così le finestre, costringendo gli studenti ad adeguarsi al freddo stringente che li accompagnerà anche nelle settimane a venire.