
Sono ormai passati decenni dal cambiamento del calendario scolastico, che negli anni ’70 prevedeva il rientro in classe a ottobre. L’anticipazione dell’inizio delle lezioni, all’epoca, quasi non ha avuto alcuna opposizione. Oggi, a distanza di circa cinquant’anni, si torna a discutere della questione, anche in riferimento alla crisi climatica.
Succede spesso, se non sempre. I regolamenti cambiano portando con sé conseguenze e ripercussioni, talvolta impreviste. Come fatto presente nell'articolo di Giuseppe De Tomaso pubblicata su ‘La Repubblica’, la rivoluzione del calendario scolastico ha avuto un impatto tanto dal punto di vista culturale quanto economico. Ad averne giovato è stato soprattutto il turismo invernale del Nord, a discapito del Sud.
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L’anticipo delle lezioni a beneficio del Nord Italia
Secondo il giornalista, la nuova organizzazione del calendario scolastico ha danneggiato il Sud del Paese a vantaggio del Nord, in particolare per quanto riguarda le vacanze invernali, ovvero le cosiddette “settimane bianche”. L’anticipo delle lezioni a settembre ha infatti tagliato parte delle vacanze estive estendendo, di riflesso, la stagione dedicata alla vacanze invernali, a beneficio degli operatori alberghieri del Nord.
Ritardare le lezioni anche per far fronte alla crisi climatica
La proposta di rivalutare il calendario scolastico fa anche leva sulla crisi climatica. Iniziare la scuola a settembre, soprattutto nel Sud Italia, significa sottoporre gli studenti a condizioni estreme, viste le temperature al di sopra dei 30 gradi che infiammano le aule quasi sempre prive di condizionatori. Una calura che sicuramente non rende né funzionale né efficace il ritorno alla routine scolastica e l’apprendimento. Si legge nella lettera: “Quale concentrazione, quale attenzione, quale forza mentale potranno mai essere esplicate in aule più roventi di un forno, visto che l’aria condizionata nei nostri istituti è più rara della neve all’Equatore?”.
La proposta: affrontare le sfide del cambiamento climatico e della disuguaglianza regionale
Da qui il suggerimento che emerge dalla lettera: i rappresentanti parlamentari del Sud dovrebbero riaprire la questione, prendendo seriamente in considerazione la possibilità di ritardare nuovamente il rientro a scuola, come in passato. Questo anche a costo di ridurre o eliminare i giorni di vacanza invernali. Una misura che potrebbe rappresentare una valida soluzione per affrontare le sfide legate tanto al cambiamento climatico quanto alla disuguaglianza regionale.