
Il caldo torrido non dà tregua alla Penisola, schiacciata nella morsa delle alte temperature, specie al Sud. Già sul finire dell'anno scolastico, gli studenti lamentavano il troppo caldo nelle classi, mettendo in evidenza uno degli annosi problemi del mondo scuola.
E no, non stiamo parlando delle stagioni, su cui l'uomo - per quanto ormai evoluto - non ha voce in capitolo, bensì delle soluzioni per mettere gli studenti nelle condizioni di potere fare lezione in maniera dignitosa. In inverno si muore di freddo, mentre con l'arrivo della bella stagione le classi si trasformano in fornaci: è vero che non possiamo influenzare le stagioni, ma possiamo cercare in qualche modo di limitare i danni. Da qui nasce l'idea del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) che ha lanciato un appello affinché la ripresa delle lezioni, per l'anno scolastico 2024-25, venga posticipata.
Leggi anche:
- La scuola che ha tolto gli smartphone agli alunni per distribuire Nokia 3210
- Valditara: stop cellulare e registro elettronico fino alle medie
- Nuove regole europee per l'Intelligenza Artificiale, bollino per contenuti AI: sarà più difficile copiare?
Posticipare la ripresa delle lezioni a ottobre
La richiesta è stata fatta tramite un comunicato che leggiamo sul portale 'LaTecnicaDellaScuola': “In considerazione delle elevate temperature che si registrano e si registreranno in futuro nel Centro-Sud a causa dei cambiamenti climatici in corso e constatando che moltissime scuole non dispongono dei climatizzatori nelle aule scolastiche, si chiede di modificare i calendari regionali posticipando l’apertura delle attività scolastiche all’inizio di ottobre/fine di settembre”.
“Diversamente si potrebbero dotare le aule scolastiche di opportuni condizionatori. Ricordiamo che le scuole anche nei mesi di luglio e agosto predispongono corsi di recupero e gli esami per il recupero del debito scolastico garantendo un servizio necessario per le famiglie. Diventa sempre più difficile adattarsi a temperature che oscillano sui 35° e pretendere da docenti e studenti un abbigliamento doveroso per il contesto scolastico. L’apprendimento/insegnamento in un ambiente così avverso risulta poco efficace: il colpo di calore è in agguato, a causa della temperatura elevata, del tasso di umidità elevato e della scarsa ventilazione. Le conseguenze possono essere letali per i più fragili”, conclude il comitato.