
Un episodio di violenza gravissimo e inquietante, che ha scioccato l’intero reparto scuola. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, ha sottolineato la necessità dello psicologo a scuola.
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Aumentano le aggressioni a scuola: circa cinque casi al mese
L’aggressione alla professoressa, ad Abbiategrasso, va ad aggiungersi alla lista delle molte violenze in classe di cui purtroppo si sente sempre più parlare. Per Valditara, nelle scuole c’è “un duplice problema: quello di un aumento del disagio psicologico degli adolescenti e quello dell’aumento degli episodi di bullismo, anche contro i professori”. Per il ministro c’è un legame tra le due tendenze, soprattutto in riferimento al periodo pandemico: “L’esperienza del Covid ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo”, dichiara il ministro al ‘Corriere della Sera’. I numeri che si registrano fotografano, infatti, una situazione preoccupante: “Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti. Gli uffici scolastici regionali ci hanno comunicato che dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati circa cinque casi al mese. Dove vi è stata richiesta, abbiamo già disposto la difesa legale da parte dell’avvocatura dello stato. Tutto questo ci deve far riflettere”.
Lo Stato scende in campo contro bullismo
Tempo fa, Valditara aveva annunciato che lo Stato si costituirà in giudizio contro gli aggressori degli insegnanti per “danno di immagine”. L’episodio di ieri rientra in questo quadro? “Mi riferisco in particolare ai casi di gravi aggressioni perpetrate in specie da genitori nei confronti degli insegnanti. Sul bullismo tra l’altro sta terminando i suoi lavori un gruppo che ho costituito presso il Ministero, composto da diversi esperti, che presenterà a breve le sue proposte. Dalle prime informazioni il caso di ieri non mi pare peraltro rientri propriamente in un episodio di bullismo”.
Valditara: “Necessario un supporto psicologico strutturato al servizio delle scuole”
Data la scia in negativo delle violenze in ambiente scolastico, sembra evidente che siano necessari degli interventi da introdurre per porre un freno a un fenomeno sempre più invadente e diffuso. Quali? Così Valditara: “Occorre innanzitutto ricreare nelle scuole un clima di serenità, per valorizzare quella comunità educante che è impegnata ogni giorno a sostenere e sviluppare i talenti di ogni ragazzo, facendo particolare attenzione alla personalità del singolo, perché viva il suo processo di crescita senza che questo generi ansie o, peggio ancora, situazioni drammatiche”. Continua il ministro: “Sul tema del disagio psichico degli adolescenti soprattutto credo che debbano essere introdotte anche forme di aiuto psicologico per gli studenti che manifestino particolare disagio”.Durante il periodo pandemico già si era tentata la via del “sostegno psicologico” a scuola. Una via che però non è più stata finanziata. “Quella era una misura emergenziale, eccezionale che il governo Draghi aveva già depotenziato riducendo significativamente il finanziamento per l’anno scolastico in corso”, spiega Valditara. “Quegli interventi servivano per mitigare il disagio causato dalla reclusione domiciliare e dalla interruzione della didattica in presenza imposta dalla pandemia”. Per il ministro urge però un intervento di altro tipo: “La mia idea è diversa: occorre pensare ad un supporto psicologico strutturato sul territorio che sia al servizio delle scuole quando ne hanno necessità”.
Per il momento se ne sta discutendo in parlamento. Le proposte di legge sono diverse e di diversa provenienza. Adesso, secondo Valditara, “occorre trovare una sintesi”.