
A lanciare l'allarme è la Società Italiana Scienze Umane e Sociali (SISUS) che ha studiato una petizione per impedire lo smantellamento del liceo. Nella petizione vengono marcati i tratti positivi e il contributo del Liceo Economico-sociale nella didattica e, quindi, nella formazione dei giovani.
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”Ingiusto eliminare realtà culturale di significativo spessore”: l'allarme della SISUS
A partire dall’anno scolastico 2024/2025 l’opzione Economico-sociale del Liceo delle scienze umane, secondo la bozza del DDL, dovrebbe confluire nel nuovo percorso sul Made in Italy: si sarebbe precisato che resta ferma, per le classi successive alla prima, “la prosecuzione ad esaurimento dell’opzione economico sociale”.La SISUS non ha certo dubbi sulla bontà del Liceo Economico-sociale: ”Vera “novità” della riforma dei Licei, questo indirizzo di studi ha introdotto discipline e “buone pratiche” di carattere socio-antropologico, fino ad allora inediti nel repertorio curricolare delle scuole italiane, se non in via sperimentale”.
Senza entrare nel merito del percorso del Made in Italy, la società si chiede se sia giusto eliminare ” una realtà culturale di significativo spessore”. A stridere è la natura del liceo Made in Italy, pensato come connessione con il tessuto economico sociale ma nella bozza del decreto ”non si fa alcun accenno, tra le competenze perseguite, alle Scienze Sociali, saperi indispensabili per comprendere le istanze della contemporaneità, ivi comprese le nuove prospettive della sostenibilità”.
”Riteniamo che l’ampliamento dell’offerta formativa dei licei non debba tradursi in un impoverimento, né sottrarre agli studenti la possibilità di scegliere un indirizzo di studi che risponde alla necessità di comprendere le interazioni complesse tra contesti nazionali e sovranazionali” si legge nella petizione. Qualsiasi nuovo indirizzo, secondo la SISUS, non può quindi sminuire o snaturare quelli esistenti.