
In una scuola di Lecce, la dirigente scolastica ha infatti diffuso una circolare di richiamo proprio riguardo all’abbigliamento da rispettare in ambiente scolastico. In particolare, sarebbe bandito il vestiario “balneare” e quello “da discoteca”.
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La circolare della preside: "Doveroso indossare un abbigliamento adeguato"
Ormai si tratta di un grande classico. Il caldo estivo porta con sé molte novità e cambi di abitudine, anche in fatto di abbigliamento. Gli studenti, così come gli insegnanti, perdono strati nel proprio vestiario e i presidi cercano di intervenire con circolari che invitano al buon costume e a un dress code adeguato. Questo è il caso per esempio della dirigente scolastica liceo magistrale di Lecce.Così recita la circolare in questione: “Si ricorda nuovamente che per motivi di decoro e rispetto dell’Istituzione scolastica e di tutti i componenti la comunità scolastica è doveroso indossare un abbigliamento adeguato”. Ma cosa non indossare, nello specifico? Ecco la risposta: “abiti che evochino tenute balneari o vestiario da discoteca”. Di conseguenza, niente costumi, infradito, minigonne, canottiere o altri vestiti troppo succinti.
La circolare della scuola di Roma: "Da evitare capi di abbigliamento eccessivi e inopportuni"
Ma quello di Lecce non è un caso isolato. Come riportato da ‘La tecnica della Scuola’, Anche tra le mura di un istituto comprensivo di Roma si parla di dress code. Così la circolare del 25 maggio: “Per il rispetto dovuto alla sensibilità di tutti i componenti della nostra Comunità scolastica e in generale dell’Istituzione scolastica come contesto di crescita inclusiva e interculturale, luogo di apprendimento sereno e non sottomesso alle tendenze effimere dettate dal consumismo, è obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato”.A titolo di esempio: “Sono quindi da evitare pantaloncini troppo corti, canottiere e magliette troppo corte, capi di abbigliamento eccessivi e inopportuni”.
I casi del passato
Non è la prima volta che succede una cosa del genere, anzi. Praticamente ogni anno si ripropone la stessa situazione. Basti pensare all’stituto di Cosenza, dove lo scorso anno la vicepreside aveva riparato i jeans strappati degli alunni con lo scotch.O ancora il caso di Bolzano, quando la preside aveva intimato di evitare “magliette che lascino la pancia completamente nuda”. Gli studenti, in quell’occasione, non si erano dimostrati particolarmente ubbidienti o ricettivi: avevano infatti risposto alla richiesta presentandosi a scuola con i vestiti più succinti che avevano nell'armadio.