
Nello specifico, la preside – supportata dal vicepreside e da alcuni professionisti privati – si sarebbe appropriata in modo illecito di materiale didattico, e non solo, destinato agli studenti. Come si legge nel comunicato stampa dei Carabinieri di Palermo, le indagini ”hanno messo in luce una gestione dell’Istituto volta a curare interessi di natura meramente personale, anche con riguardo alle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio di mensa della Scuola”. La dirigente scolastica, il vicepreside e un'altra persona – operante in una ditta di materiale informatico - sono al momento agli arresti domiciliari in attesa che il tribunale di Palermo emetta convalida di arresto.
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Preside accusata di peculato e corruzione
Una vicenda che ha dell'assurdo specie perché la preside era da tempo nota nella zona come simbolo della lotta antimafia: ”Ad aggravare il quadro, per come emerge dal provvedimento cautelare, la Dirigente ha costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità, nonostante il quotidiano agire illegale e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa”. In un quartiere, come lo Zen di Palermo, che è simbolo del disagio per antonomasia, la preside e i suoi complici agivano da anni indisturbati, sottraendo Pc, iPad, televisori, ma anche cibo dalla mensa scolastica.L'indagine, iniziata a febbraio 2022 su segnalazione di un docente dell'istituto, è giunta a conclusione questa mattina, quando la Procura Europea, una procura sovranazionale che ha sede in Lussemburgo, ha disposto l'arresto dei tre indagati. In particolare, le accuse che gravano sulla preside e il vicepreside sono pesanti, si parla di peculato e corruzione. I due avrebbero infatti falsificato le richieste per i progetti PON, il Programma Operativo Nazionale del Ministero dell'Istruzione, attestando falsamente la presenza degli alunni all'interno delle mura scolastiche anche in orario extra-curriculare ”al fine di giustificare l'esistenza di progetti PON mai realizzati o realizzati solo in parte”. Non solo, ”l’attività investigativa permetteva altresì di verificare come la Dirigenza dell’Istituto avrebbe affidato stabilmente, 'contra legem', la fornitura di materiale tecnologico ad una sola azienda in forza di un accordo corruttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illecite dazioni di strumenti tecnologici di ultima generazione” si legge nel comunicato dei Carabinieri di Palermo.