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Si avvicina il momento della scelta più ardua per gli studenti che hanno iniziato quest'anno la terza media. Nei prossimi mesi tutti gli istituti scolastici delle città italiane organizzeranno gli open day per preparare, informare e sviare ogni dubbio dalla mente dei ragazzi che il prossimo settembre varcheranno i cancelli delle superiori.
Liceo o Istituto tecnico? E con quale tipo di specializzazione? Queste sono le domande che più di tutte risuonano nella mente dei giovani adolescenti alle prese con la preparazione di interrogazioni e verifiche in vista dell'esame di terza media. Gennaio 2022 sarà il mese dell'ardua scelta e prima dell'arrivo del fatidico momento bisognerà cancellare ogni perplessità e prendere la decisione più congeniale alle proprie attitudini e passioni.
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E se questo supporto, volto alla scelta del miglior percorso scolastico, venisse dato a partire dalla seconda media - invece che dall'ultimo, terzo, anno - così da riuscire a processare con più flessibilità e tranquillità la miriade di informazioni con cui vengono investiti ragazzi e familiari? Un'idea che appare in totale contrapposizione ai tempi che viviamo, sempre troppo frenetici e poco riflessivi. Ma che potrebbe rendere la scelta molto più consapevole e meno "frettolosa".
Orientamento per le scuole superiori: la riflessione di una mamma
Non solo gli studenti, ma anche i genitori sono parte integrante della difficile scelta della scuola superiore. C'è chi lascia carta bianca ai propri figli e chi, invece, consiglia in maniera un po' più pressante.
Di seguito riportiamo integralmente la lettera di una mamma, Sara Paoloni, segnalata alla nostra redazione:
"Mia figlia, tempo fa, mi ha domandato “mamma, tu che liceo hai fatto?” ed io, quasi in imbarazzo, le ho spiegato di non aver frequentato il liceo bensì una scuola superiore chiamata (all'epoca) ragioneria. Lei, incuriosita, come se le avessi nominato chissà quale arcano mistero, ha continuato, chiedendomi: “ragioneria, cos'è?”. Ed io avrei forse dovuto risponderle, è la scuola che non so per quale motivo mi hanno indirizzato a fare. Ma quel “mi hanno” e soprattutto quel “indirizzato”, sarebbero stati alquanto imprecisi da spiegare. Perché, in realtà, ricordo solo delle frasi pronunciate che affermavano argomentazioni del tipo: “Beh! Ragioneria, se non prosegui con gli studi trovi immediatamente lavoro”. Teoria fondata, peccato però che io non volevo fare la ragioneria e, più di tutto, volevo proseguire negli studi.
Tuttavia, per esaurire la curiosità di mia figlia, ho evitato la storia “malinconica” di colei che non è stata correttamente compresa ed ho semplicemente chiarito di cosa si occupa un ragioniere. Soddisfatta, si è passato oltre.
Eppure, questo breve botta e risposta, mi ha dato modo di riflettere. Non che io non pensassi già, con devota costanza, al futuro dei miei figli, ed a quello che vorrei per loro. Appunto, però, quello che vorrei Io….
Difatti, mi ha fatto pensare che le scuole medie, dovrebbero essere un ponte concreto verso le scuole superiori, e che dovrebbe esserci più di una figura competente didatticamente ed anche psicologicamente che indirizzi questi ragazzi. Loro che sono quasi degli ibridi, pressoché delle figure mitologiche “mezzi bambini, mezzi adolescenti”, non dovrebbero essere suggeriti o addirittura forzati, ad esempio, dal genitore (di turno), poiché probabilmente egli proietta nel figlio quanto avrebbe voluto fare o, anche peggio, quanto ha fatto e secondo il suo parere è andata bene così.
La scuola secondaria di primo grado, ovvero più comunemente “le Medie”, dovrebbe scovare il talento dei ragazzi e farli crescere, coltivando quel talento, instradarli e fornirgli i primi strumenti per poterlo utilizzare. Tutti ne hanno (almeno) uno. Ma diversi non sanno qual è e la maggior parte di loro, probabilmente, lo scoprirà a scuola superiore già abbondantemente avviata. Se non finita.
Verosimilmente, purtroppo, tutto questo è una utopia…infatti la realtà è tutt'altra.
Mia figlia, la più grande, è in seconda media ed a domanda diretta “cosa vuoi fare dopo”, con molta convinzione, di chi ne sa una più del diavolo, asserisce che vuole frequentare il liceo scientifico.
E come può dire questo? Lei, che non sa nemmeno cosa sia, appunto, Ragioneria. Intendo dire, ben venga il liceo scientifico, tra l’altro molto di moda attualmente, ma considerato che nessuna persona, al di fuori della famiglia, le ha illustrato cosa potrebbe fare “dopo”, mi domando da dove nasca tutta questa certezza. Perché no un liceo classico, oppure l’artistico o un istituto tecnico?!
La questione centrale è l’evidenza, credo, dei fatti esposti finora: nessuno, all'interno della scuola, la sta assistendo nell'individuazione delle sue attitudini; emergono da sé quelle già decifrabili dalla scuola primaria. E’ un asso in matematica. Di conseguenza, pertanto, in automatico, l’unica scelta sembrerebbe essere quella del liceo scientifico. Sennonché lei non ha reale contezza di quale lavoro si possa svolgere frequentando un liceo scientifico. E lo scoprirà, probabilmente, proprio, frequentandolo.
E come si può ovviare a questo “colpo di scena”?
A mio avviso preparando gli alunni e le alunne, delle scuole secondarie di primo grado, già dalle classi seconde!
Servirebbero, ad esempio, delle attività di self-consciousness, in modo da rendere i medesimi consapevoli in merito alle proprie attitudini, in correlazione al proprio progetto di studi e di vita.
Inoltre, gli open day svolti solitamente a dicembre, con un mese di “preavviso” dal giorno “X” delle iscrizioni alle scuole superiori, così a ridosso, perdono lo scopo per i quali suppongo siano stati pensati. Quel giorno sono tutti “bravi e belli”.
Il punto cardine è che la scelta deve essere ponderata già dalla seconda media. Gli studenti dovrebbero vederlo e “toccarlo” con mano il percorso di studi che potrebbero intraprendere. Visitare attivamente le varie scuole, una al massimo due per ogni indirizzo di studi presente nell'orizzonte italiano scolastico. Ogni opzione dovrebbe essere vagliata dai ragazzi, frequentando, ad esempio, proprio a partire dal secondo anno delle scuole medie, per qualche giorno i vari percorsi scolastici. Una sorta di mini full immersion nel loro possibile futuro.
Cosicché da arrivare a quel fatidico giorno “X” di gennaio, nel corso dell’ultimo anno delle Medie, con una scelta più consapevole, che non venga trascinata dalla “moda” del momento, dalle amicizie, dai genitori ed a volte da una convinzione chissà sbagliata. Ma una decisione dettata dalla conoscenza delle proprie capacità….e poi….speriamo che se la cavino!!!!"