
Fonte: Lucia Azzolina via Fb
Da qualche giorno si parla di un probabile ritorno alla didattica in presenza. La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina da subito infatti ha evidenziato quanto è stato limitato l’impatto che le scuole hanno avuto sulla circolazione del virus. Al suo fianco, e quindi a spingere per un ritorno degli studenti in classe, ci sono anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unesco. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
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Scuola: bisogna ritornare alla didattica in presenza se non si vuole la dispersione
"Come Ministra sono convinta che dobbiamo fare ogni possibile sforzo per tenere le scuole aperte. È un nostro dovere garantire un'istruzione di qualità alle nostre studentesse e ai nostri studenti”. Sono queste le parole della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante un incontro da lei voluto per parlare della complessa situazione che il mondo scuola sta vivendo. Con l’emanazione dell’ultimo DPCM, come risaputo, l’intero territorio nazionale è stato diviso in diverse zone, ognuna con delle misure restrittive ben definite. Il risultato è la didattica a distanza nella maggior parte dei casi, dal secondo anno della scuola secondaria di primo grado all’ultimo degli istituti superiori. Ad essere preoccupati dei danni che la didattica a distanza comporterebbe nella vita degli studenti, però, non è solo la ministra Azzolina. Anche l’OMS e l’Unesco si sono uniti nello stesso grido, dimostrando che una chiusura prolungata delle scuole può effettivamente comportare conseguenze gravi in termini di impatto psicologico e di dispersione scolastica. Come anticipato, peraltro, dall’analisi dei contagi degli scorsi mesi è emerso che l'impatto nelle scuole è stato limitato e che la trasmissione tra gli studenti avveniva soprattutto in contesti esterni alla scuola. La probabilità di contagio, infine, è risultata più bassa nei bambini.