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Gli studenti occupano il Liceo a  FirenzeLa situazione, nel liceo fiorentino, appariva insostenibile già da un po’ di tempo. “Il disagio”, dicono gli allievi della scuola, come riportato da ‘La Nazione’, “si osserva quotidianamente passeggiando lungo i corridoi”.
E così si è deciso per la soluzione drastica, ovvero l’occupazione, che è andata in scena nella mattina di lunedì 11 dicembre.

In programma non c’era alcuna assemblea, ma “stanchi di non essere ascoltati dalla nuova dirigente”, gli studenti hanno deciso alla fine di riunirsi in assemblea. Ed è stato proprio durante questa che la maggioranza dei ragazzi ha votato a favore dell’occupazione. Dunque, lezioni sospese in una delle due sedi della scuola di Firenze.

I motivi dell'occupazione: “Una scuola basata solo su nozioni e valutazioni”

Gli occupanti sembrano fare sul serio: “Andremo avanti a oltranza, finché non si aprirà un tavolo di trattative con la preside”. E poi ancora, riporta ‘La Nazione’: Non è possibile che la scuola sia esclusivamente basata sulle nozioni e sulle valutazioni. Non c’è alcuno spazio per lo sviluppo reale della persona. E noi vogliamo essere ascoltati. Finché non avremo delle promesse nero su bianco andremo avanti con la nostra protesta”.

I problemi, fanno sapere gli studenti, si sarebbero inaspriti soprattutto a partire dal cambio di dirigenza. Come si legge nel comunicato approvato dall’assemblea: “La nuova dirigente si è assentata per tre settimane, non delegando nessuno della vicepresidenza. Così, tra circolari in ritardo, paralisi burocratica e dimissioni di quattro vicepresidi su cinque, la situazione all’interno del liceo è precipitata, tra caos e restrizioni. Un esempio? Ora ci è pure impedita la possibilità di entrare dopo o uscire prima in caso di docenti assenti”.

Inoltre, ciò che più desta la rabbia e la preoccupazione degli studenti è la questione del benessere, messa continuamente in secondo piano. Per gli occupanti, il crescente disagio non è infatti da attribuire alle “fragilità personali”, quanto piuttosto alla struttura stessa del sistema scolastico. La competizione e la pressione data dalle valutazioni genera in noi un malessere totalizzante, accusano i ragazzi. Da qui la richiesta: Vogliamo pertanto che venga imposto un tetto massimo alle valutazioni che riceviamo”. A questo si aggiunge la richiesta di spazi accessibili anche in orario extrascolastico.

Gli studenti: “Siamo contro una scuola che ci tiene rinchiusi dentro una palla di vetro”

Per noi occupare significa anche dar vita a lezioni diverse, su temi che in classe non vengono mai affrontati ma che invece a noi interessano molto. Pensiamo al genocidio in Palestina ed all’ondata di femminicidi”. Concludono gli studenti: Siamo contro una scuola che ci tiene rinchiusi dentro una palla di vetro e confina i problemi del mondo reale all’esterno di essa. Una scuola che auspica il silenzio quando una donna viene uccisa, che presenta ai propri studenti il mondo del lavoro degli operai sottopagati come un’opportunità. Noi lottiamo per una scuola che vada a stimolare un pensiero critico e che metta al centro gli studenti e le studentesse”.