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In live su TikTok a scuola mentre i professori spieganoFar partire la live riprendendosi e interagendo con il pubblico durante le lezioni. È questa una delle nuove tendenze in voga su TikTok, il social cinese molto utilizzato dalla Generazione Z, con un bacino di utenza che va soprattutto dai 10 ai 29 anni.

Fonte foto: Corriere della Sera

Come sottolinea il ‘Corriere della Sera’, che si è occupato di seguire per circa un mese una serie di live di questo genere per approfondire il fenomeno, la questione si porta dietro non poche problematiche.

Le live su TikTok in classe: "Disturba la lezione, dai"

In live su TikTok durante le lezioni in classe. La speranza è forse quella di racimolare dei follower in più. Ma c’è anche chi, probabilmente, lo fa soltanto per noia. Quello che è sicuro è che il numero degli studenti improvvisati creator che rinunciano a seguire le lezioni per riprendersi e interagire con il pubblico (composto soprattutto da altri studenti come loro) appare in aumento. Non è difficile, infatti, imbattersi in una live del genere durante le ore mattutine. Un fenomeno che, fa sapere il ‘Corriere della Sera’, è iniziato innanzitutto a sud per poi diffondersi velocemente e indistintamente per tutto lo Stivale.

La figura del prof in questo c’entra poco, se non proprio nulla: gli insegnanti spiegano sullo sfondo, ma non vengono praticamente mai ripresi. L’obiettivo è invece rivolto verso lo studente o la studentessa, mentre “ascoltano” la lezione. Nel frattempo, nella chat, arrivano commenti, regali virtuali (che corrispondono a pochi centesimi) e richieste di diverso tipo. Questi alcuni dei messaggi raccolti dal ‘Corriere’: “Disturba la lezione, dai”, “Se fischi ti seguo”, “Fai vedere le unghie”. O ancora: “Spiega come hai truccato le labbra”, “Fate vedere i piedi”, “Sali sulle spalle della tua amica e mando il dono”, “Ti pulisco le scarpe”, “Di dove sei?”, “Siete single?”. Ma tra i commenti sono presenti anche moltissime allusioni sessuali, forse l’ombra più grande del discorso.

Diverse le problematiche

Naturalmente sono diverse le problematiche sollevate da questa nuova tendenza tiktokiana. Innanzitutto non va dimenticato che l’utilizzo dei cellulari, a scuola, è severamente vietato, a meno che non venga specificamente consentito dai docenti per fini didattici. Secondo punto non poco rilevante è quello dell’attenzione: compiendo le live, gli studenti non possono che distrarsi non prestando l’orecchio alla lezione. In ultimo, c’è anche una questione di privacy e sicurezza: i contenuti diffusi online possono sempre essere estrapolati e diffusi in un secondo momento in maniera del tutto decontestualizzata e scorretta, ad esempio per strumentalizzare le parole dei docenti. Insomma, è evidente che la nuova moda di TikTok mostra il fianco a diverse possibili complicazioni, anche nocive, tanto per gli studenti quanto per i prof.

Presidente Anp: “Considerare la possibilità di inibire l’accesso a TikTok dalla rete scolastica”

Fare delle live sui social durante le lezioni è assolutamente fuori da ogni logica. In classe bisogna stare concentrati sugli argomenti oggetto della lezione. Possiamo discutere sul fatto che non sempre i professori riescano ad essere coinvolgenti nella spiegazione e che si debba fare sempre meglio per captare l’attenzione degli alunni, ma non è in alcun modo giustificabile uno strumento che può provocare una disattenzione di massa”, sottolinea Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, come riportato dal ‘Corriere della Sera’. “L’uso del cellulare in classe non è consentito. Il Ministero dell’Istruzione del Merito lo ha recentemente ribadito. Usarlo viola le regole della scuola, ma anche quelle della privacy, perché si diffondono discussioni destinate solo all’ambito del gruppo classe”. Tra le possibili soluzioni prospettate: Se gli alunni si collegano a una rete scolastica, va considerata la possibilità di inibire l’accesso a TikTok da quella rete. Tuttavia, i ragazzi spesso bypassano il filtraggio usando il loro pacchetto dati. È complesso, quindi”. A tal proposito ci sono anche degli istituti che prevedono il ritiro dei device all’entrata. Questo è vero, continua Giannelli, “ma non sempre è facile farselo consegnare e poi questi oggetti vanno custoditi perché non vengano rubati. A scuola ci si dovrebbe occupare di questioni scolastiche e non di ordine pubblico”.
Data pubblicazione 12 Dicembre 2023, Ore 9:46 Data aggiornamento 12 Dicembre 2023, Ore 9:55
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